PICO, Caterina
PICO, Caterina. – Primogenita di Giovan Francesco I Pico e Giulia Boiardo, nacque nel 1454.
Nulla si sa della sua infanzia e della sua formazione. Nell’anno 1473 andò in moglie a Leonello Pio di Carpi, recando in dote la somma ragguardevole di 4000 ducati. Rimase vedova nel 1477 con i figli ancora in tenera età: Alberto (futuro signore di Carpi [Alberto III], e celebre umanista) e Lionello II, poi andato in sposo alla nobile bresciana Maria Martinengo.
In questi difficili frangenti fu aiutata da Mario Correggi, funzionario di solida esperienza politica e amministrativa, già podestà di Mirandola (1463), Concordia (1468) e Carpi (1476) e in seguito (anni 1490-97) segnalato tra i collaboratori di Alberto III. Successivamente Caterina affidò la tutela dei propri figli a Francesco Artioli, con l’incarico di difendere le ragioni della sua famiglia contro le ingerenze di Marco, cugino del marito, che alla morte di Leonello era rimasto unico signore del feudo di Carpi, con l’intenzione di affidare al figlio Giberto la successione al dominio su Carpi. Nel 1484 sposò in seconde nozze Rodolfo Gonzaga, signore di Luzzara, figlio del marchese di Mantova Ludovico II, e di Barbara di Brandeburgo: un matrimonio che lasciò un segno importante nella storia della cittadina in provincia di Reggio Emilia.
«Il Palazzo della Macina, la dimora principesca edificata da Rodolfo Gonzaga su progetto di Luca Fancelli, si fregia ancora dei capitelli con gli stemmi accostati dei Pico e dei Gonzaga di Luzzara, a testimonianza di quella prestigiosa unione maritale» (Martinelli Braglia, 2000, p. 133); il teatro gonzaghesco di Luzzara fu costruito nel 1488 anch’esso su disegno di Luca Fancelli, commissionato in occasione delle nozze di Rodolfo Gonzaga con Caterina. Costei fu anche benefattrice del locale convento degli agostiniani e della chiesa dell’Annunziata, entrambi riedificati verso la fine del XV secolo.
Rodolfo Gonzaga morì il 6 luglio 1495 nella battaglia di Fornovo, lasciando Caterina nuovamente vedova, questa volta con sei figli: Giovan Francesco, che alla morte della madre ottenne il feudo di Luzzara e fu capostipite dell’omonimo ramo Gonzaga; Luigi Alessandro, che divenne principe di Castelgoffredo, Castiglione e Solferino. Dal matrimonio con Rodolfo Gonzaga nacquero anche quattro femmine, Paola, Lucrezia, Barbara e Giulia, la prima delle quali andò sposa a Giovan Niccolò Trivulzio, figlio di Gian Giacomo: matrimonio che rafforzò ulteriormente i legami dei Pico con la potente casata lombarda e con la Francia.
Tratto significativo della figura di Caterina è la sua notevole preparazione culturale, come si evince dal corredo nuziale del primo matrimonio e da altri documenti, nei quali oltre a gioielli, tappeti, biancheria, vestiti, suppellettile, argenterie, avori di grande valore sono segnalati codici miniati e testi di autori classici, tra cui le opere di Virgilio e le epistole di Cicerone. Da segnalare anche la circostanza che nel 1477 Lionello nel suo testamento avesse destinato la somma ragguardevole di 400 ducati d’oro per la costituzione di una biblioteca pubblica, affidandone il funzionamento al convento di S. Nicolò e assegnandone la realizzazione alla moglie. Dietro consiglio del fratello Giovanni, filosofo, volle Aldo Manuzio come precettore dei figli di primo letto, e fu esaltata, oltre che dal grande stampatore, anche dall’Ariosto, dal Landino e dal Poliziano.
Morì il 5 dicembre 1501, avvelenata da una sua damigella di nome Diambra, morbosamente innamorata di lei, perché ne aveva respinto le attenzioni; ma sulle motivazioni del delitto qualche studioso avanza dubbi. L’episodio è riferito anche da Ariosto, che di Caterina tesse le lodi in un lungo epicedio consolatorio dedicato ad Alberto Pio.
Fonti e Bibl.: F. Ceretti, Intorno al P. Francesco Ignazio Papotti ed ai suoi Annali della Mirandola, prefazione a P[adre]. F.I. Papotti, Annali o memorie storiche della Mirandola, I (dal 1500 al 1673), Mirandola 1876, pp. V-XXXV; G. Silingardi, C. P. Cenni storici, Modena 1876; F. Ceretti, Dei podestà, dei luogotenenti, degli auditori e dei governatori dell’Antico Ducato della Mirandola. Cataloghi cronologici, Mirandola 1898, pp. 8 s.; A. Morselli, Notizie e documenti sulla vita di Alberto I, in Memorie storiche e documenti della commissione municipale di storia patria di Carpi, XI, 1, Carpi 1932; Id., C. P. della Mirandola, in Studi e documenti della R. Deputazione di storia patria per l’Emilia e la Romagna, III (1939), pp. 73-81; Id., Il corredo nuziale di C. P. (1474), in Atti e memorie della deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi, s. 8, VIII (1956), pp. 3-46; L. Ariosto, Opere, III, a cura di M. Santoro, Torino 1989, pp. 96-105 (per l’epicedio); G. Martinelli Braglia, I Pico e i Gonzaga. Arte e cultura, Mirandola 2000, p. 133; E. Svalduz, Da castello a ‘città’: Carpi e Alberto Pio: 1472-1530, Roma 2001 (per gli aspetti artistici).
Per gli aspetti dinastici: B. Arrighi, Storia di Castiglione delle Stiviere sotto il dominio dei Gonzaga, Mantova 1853; G. Coniglio, I Gonzaga, Varese 1967; A. Garuti, Presenza dei Pio in Carpi. 1327-1525, Carpi 1978; M. Marocchi, I Gonzaga di Castiglione delle Stiviere, vicende pubbliche e private del casato di San Luigi, Verona 1990; L. Ventura, I Gonzaga delle nebbie. Storia di una dinastia cadetta nelle terre tra Oglio e Po, Cinisello Balsamo 2008.