MATTEI, Caterina
– Nacque a Racconigi, nei pressi di Cuneo, nel giugno 1486 da Giorgio, fabbro, e da Billia Ferrari. La coppia aveva già avuto cinque figli maschi e una figlia, morta bambina.
La M., fin da bambina, apprese l’arte della tessitura della seta, attività praticata anche dalla madre. Secondo le fonti agiografiche, dimostrò una precoce santità ed ebbe significative esperienze mistiche.
Per adempiere a un voto, nel 1506 il conte di Racconigi Claudio di Savoia chiamò in città i domenicani dell’Osservanza, che vi costituirono una vicaria: il convento fu terminato nel 1509. Il superiore della casa, fra Domenico Onesto da Bra, noto per zelo e capacità omiletiche, divenne il confessore della M., che raggiunse presto fama di mistica. Le rivalità che il convento aveva suscitato tra le comunità religiose preesistenti, oltre alla fama della M., furono all’origine delle accuse di eresia e stregoneria presentate a suo carico nel 1512. Deferita al tribunale dell’Inquisizione di Torino, la M. fu scagionata, e il processo, lungi dal nuocere alla sua reputazione, la accrebbe: fu ricevuta alla corte sabauda ed entrò in amicizia con la marchesa di Monferrato Anna d’Alençon, che l’aveva più volte invitata.
Nel 1514 la M. vestì l’abito di terziaria domenicana e il conte Claudio di Savoia presenziò alla cerimonia con i maggiorenti di Racconigi.
Tuttavia le tensioni attorno alla M. rimanevano forti e il successore di Claudio, Bernardino (I) di Savoia, la esiliò dai propri possedimenti intorno al 1523. La M. vendette la propria casa per costruire l’altare del Rosario nella locale chiesa di S. Domenico: all’atto di vendita presero parte il confessore Gabriele Dolce da Savigliano, che aveva sostituito il defunto padre Onesto, e il confratello Agostino da Reggio. In seguito la M. si trasferì nella vicina Caramagna. La situazione non si era però pacificata e, secondo le fonti agiografiche, la M. fu visitata dal provinciale di Lombardia dei domenicani, che proibì ai religiosi dei conventi circostanti di assumere la direzione spirituale della Mattei, presa nel 1526, alla morte del provinciale, da Agostino da Reggio, destinato a rimanere al fianco della M. per i successivi venti anni.
Probabilmente tramite la predicazione di Gerolamo da Pietrasanta a Mirandola, nel 1519 il conte Giovanni Francesco Pico ebbe notizia delle esperienze mistiche della M.: nel 1527, recandosi a Roddi d’Alba per l’acquisto del feudo da parte della moglie Giovanna Carafa, volle incontrare la M. e, da quel momento, si stabilì un legame di protezione. In quell’anno e nel successivo la M. si recò a Roddi in visita da Pico e nel 1529 andò a Mirandola; un ulteriore incontro avvenne in Piemonte nel 1532. Da questi contatti nacque la biografia della M. scritta da Pico, un testo che, oltre a essere una raccolta delle grazie e delle esperienze della M., si presenta come un trattato di discernimento degli spiriti.
Nel 1534 la M. incontrò il domenicano Pietro Martire Morelli di Garessio, che fu il suo confidente e subentrò a Pico, morto nel 1533, nell’opera di raccolta delle esperienze spirituali. Nel 1535 tornò a Racconigi per redigere il testamento nel quale dispose d’essere sepolta nella cappella del Rosario della chiesa di S. Domenico.
Nel 1546 morì Agostino da Reggio e Morelli assunse, oltre al ruolo di cronista e conservatore delle memorie della M., anche quello di confessore; si recava spesso a Caramagna per incontrarla. In quell’anno, a Garessio, la M. redasse un nuovo testamento che, dopo lasciti minori, stabiliva eredi universali i domenicani del luogo, e nel quale chiese di essere sepolta nella chiesa di S. Vincenzo, da loro officiata.
La M. morì a Caramagna il 4 sett. 1547; fu seppellita provvisoriamente nella tomba dei Cappelli, parenti di una delle sue prime compagne, Osanna. Nel febbraio 1548 il corpo, incorrotto, fu portato a Garessio e due mesi dopo tumulato nella chiesa di S. Vincenzo.
A tre anni dalla morte iniziò con il patrocinio dei Savoia il lavorio per il riconoscimento del culto pubblico per arrivare alla canonizzazione. I domenicani di Garessio raccolsero, il 7 giugno 1550, la testimonianza di Osanna Cappelli. Solo nel 1807 si aprì, a Mondovì, il processo ordinario di canonizzazione che portò alla beatificazione proclamata da Pio VII il 9 apr. 1808.
La memoria agiografica della M. è affidata ad alcune fonti coeve. Una prima Leggenda aurea di Caterina, inedita, si deve a G. Dolce, che raccontò in ordine cronologico la vita della M. sino al 1525, anno della propria morte (Arch. parrocchiale del Borgo di Garessio; Roma, Arch. generale dell’Ordine dei predicatori, Mss., X.661: Vita della b. Catharina de Racconisio, manoscritti mutili). Nel testo sono frequenti i richiami ai rapporti tra la M., la corte e i funzionari locali, segno dell’utilizzo dell’opera per la costruzione di una memoria agiografica a favore dell’Ordine domenicano e, in particolare, delle strategie di prestigio di conventi locali. Tra il 1527 e il 1532 G.F. Pico della Mirandola scrisse un Compendio della vita, che proseguì la narrazione intrapresa da Dolce, di cui utilizzò il testo insieme con memorie di A. Reggio, allora reperibili. Pico, tuttavia, costruì l’opera come un trattato di spiritualità, collegando l’esperienza della M. alle tensioni riformiste di G. Savonarola, serpeggianti nell’Ordine domenicano. Il testo è strutturato in senso teologico: diviso in dieci libri, ciascuno con una prefazione circa i fenomeni mistici descritti, mira a sostenere la veridicità dell’esperienza spirituale della M. contro eventuali scettici e detrattori e, in particolare, contro un fenomeno ben studiato da Pico: la stregoneria. Dal 1548 al 1563 Morelli integrò l’opera di Pico, aggiungendovi i fatti avvenuti tra il 1533 e il 1547 e i miracoli fino al 1554 (Roma, Arch. generale dell’Ordine dei predicatori, Mss., X.664, in italiano; Torino, Biblioteca nazionale, Mss., H.VI 10, in latino; Compendio delle cose mirabili della venerabil serva di Dio Catterina da Raconisio… composto dall’illustrissimo sig. Giovanni Francesco Pico… et ultimato dall’umile servo di Giesù Christo fr. Pietro Martire Morelli da Garessio, s.l. né d. [ma 1680 circa], poi Chieri 1858).
Fonti e Bibl.: S. Razzi, Delle vite de’ santi e beati dell’Ordine de’ frati predicatori…, Firenze 1577, II, pp. 108-135; G.M. Matthei, Vita della beata suor C. M. di Racconigi…, Asti 1613; R. Amedeo, Operai nella vigna del Signore. Santi, vescovi e religiosi garessini, Carrù 1962, pp. 34-88; C.B. Schmitt, Gianfrancesco Pico della Mirandola (1469-1533) and his critique of Aristotle, The Hague 1967, pp. 196-225; G. Zarri, Le sante vive. Profezia di corte e devozione femminile tra ’400 e ’500, Torino 1990, pp. 12, 97, 105, 116 s., 135; D. Berti, L’autobiografia di una visionaria. L’«affettata santità» di Maria Simonetta Scorza, in Riv. di storia e letteratura religiosa, XXVIII (1992), pp. 479 s.; Donna, disciplina, creanza cristiana dal XV al XVII secolo studi e testi a stampa, a cura di G. Zarri, Roma 1996, pp. 606, 637, 642; G. Zarri, C. da Racconigi, in Il grande libro dei santi, a cura di C. Leonardi - A. Riccardi - G. Zarri, Cinisello Balsamo 1998, I, pp. 390-394; R.M. Bell, La santa anoressia. Digiuno e misticismo dal Medioevo a oggi, Roma 1998, pp. 184-186; E. Lurgo, C. da Racconigi (Racconigi 1486 - Caramagna 1547): per una storia delle fonti, in Sanctorum, IV (2007), pp. 241-264; Dict. d’hist. et de géogr. ecclésiastiques, XI, coll. 1515 s.; Bibliotheca sanctorum, III, coll. 992 s.