CATAPULTA (dal lat. catapulta; gr. καταπέλτης)
Macchina da guerra murale e da campo usata dagli antichi, per lanciare grandi saette. Queste si ponevano entro un canaletto, ed erano lanciate dall'azione di un subbio, il quale (messo in moto da una manovella) distendeva dapprima la corda di minugia alla quale s'appoggiava la cocca della saetta, quindi svolgendosi liberava la corda, e la saetta volava con grande impeto; il canaletto serviva alla direzione del tiro (figg. 1 e 2). Alcune di queste macchine, le più grosse, potevano lanciare anche sbarre di ferro arroventato, dardi incendiarî e perfino travi, raggiungendo la distanza di due stadî (370 m. circa). Esse erano facilmente trasportabili, e producevano effetti notevoli potendo anche lanciare un certo numero di proietti contemporaneamente. La catapulta è ampiamente descritta da Vitruvio (X, 15) ed è riprodotta molte volte nei rilievi della colonna traiana (v. anche macchine da guerra).
Catapulta da trincea. - Fra i diversi congegni per lanciare bombe da trincea a trincea non troppo distanti furono adoperate dai Tedeschi nell'ultima guerra catapulte più o meno simili a quelle tramandateci dagli antichi tempi, che utilizzavano come forza di lancio l'elasticità di corde o di molle metalliche. Fra le altre s'indicano: una catapulta Grell che aveva una portata fino a circa 90 m., e una catapulta Simon, armata di corde di caucciù con una portata fino a 300 metri.
Sulla catapulta per aerei, v. aeronautica.
Bibl.: A. de Rochas, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, V, col. 364.