CATAIO
. Celebre palazzo-castello del ramo padovano dell'antica famiglia degli Obizzi in vicinanza del paese di Battaglia; così chiamato per le sue superbe bellezze, pari a quelle del favoloso Catai. Fu costrutto nel 1570 da Pio Enea I, né ha all'esterno, in forma di un dado, ornamento alcuno. Internamente invece il numero enorme di sale e di stanze, circa 350, i grandi affreschi festosi dello Zelotti e di altri minori e più tardi artisti, narranti le storie di casa Obizzi e ottimamente conservati, i soffitti sontuosi, gli eleganti portali, le gradinate, le terrazze, i cortili ed il parco, le raccolte d'arte superbe, ne formavano un luogo di fastosa, squisita delizia. Nel 1648 Pio Enea II vi aggiungeva un teatro, fontane, peschiere e una raccolta preziosa di libri e di strumenti musicali, e accresceva quella di armi e di armature antiche già messe insieme dall'avo. Ultimo Tommaso (morto nel 1803) la arricchì di una biblioteca, di una raccolta numismatica (14.600 pezzi) e d'un museo di sculture antiche e moderne di eccezionale importanza per numero e rarità di oggetti. Passato il luogo in eredità ai duchi di Modena e da questi alla casa d'Austria, fa nel secolo scorso a mano a mano spogliato di tutte le sue ricchezze, che emigrarono a Vienna, dove formarono il nucleo principale della collezione estense. Oggi le sale serbano soltanto il fasto, mirabile, della loro decorazione pittorica. (V. tavv. CXXXIII e CXXXIV).
Bibl.: Betusi, Descrizione del Cataio, ferrara 1669; C. Ridolfi, Le meraviglie dell'arte, ed. v. Hadeln, Berlino 1924; Cavedoni, Indicazione dei principali monumenti antichi del reale Museo Estense del Cataio, Modena 1842; B. Viterbi, I colli euganei, Bergamo 1911; L. Planiscig, die Estensische Kunstsammlung, Vienna 1919.