NOTO, Catacombe di
Le catacombe di N. Vecchio (l'antica Νέητον, Netum), distrutta dal terremoto del 1693 e successivamente abbandonata, consistono in una serie di piccoli ipogei: uno scavato nella roccia su cui sorge il Castello di N., gli altri situati a E della vecchia città lungo la parete di roccia scavata per la necropoli sicula, le cui camerette sono state aperte e adattate a stanze sepolcrali. La catacomba più grande, nota come "grotta delle cento bocche" per via dei suoi molteplici ingressi, è articolata nella pianta in una serie di gallerie. Una comunità giudaica è testimoniata a N. da una piccola catacomba che ha sfruttato per le disposizioni alcune camerette di età sicula; l'identificazione è confermata da due grandi candelabri eptalicni incisi su due pennacchi di arcosolio. Due piccoli cimiteri bizantini sono situati l'uno sotto la necropoli sicula a S-E di N., l'altro a 4 km a S-O di N. in contrada S. Calogero.
Agro Netino. - A 4 km a N-O dall'abitato di Avola (Achoila, Abolla), su un altopiano, si trovano quattro piccole catacombe. In contrada Pantanello-Grattaluri è stata scoperta una vasta catacomba, con due ingressi, tre vaste gallerie e molti arcosoli. In località Gisira è nota la ricca necropoli di una comunità rurale con 45 sepolcri a sarcofago accuratamente costruiti, con collettori degli umori di decomposizione dei cadaveri. In contrada Granieri, a 20 km a N-O di N., si trova un complesso sistema di catacombe: "grotta del Murmuro", "grotta delle Monete", "grotta delle Lettighe"; quasi tutte hanno pianta rettangolare con uno o più ingressi, arcosoli monosomi o polisomi e diversi gruppi di sepolcri a baldacchino. In località Stefanna, lungo la parete rocciosa che sovrasta il torrente omonimo, sono stati individuati dieci ipogei, studiati di recente e designati da G. Agnello con le lettere A-L. I più importanti, per complessità di pianta e abbondanza di deposizioni, sono gli ipogei A, E, G, I; questo ultimo è certo una catacomba, piuttosto che un ipogeo, con ingresso da O, vasta pianta rettangolare formata da un lungo corridoio centrale e una stanza con sepolcri a baldacchino; la catacomba ha profondi arcosoli polisomi e sepolture a sarcofago. Sulla balza rocciosa che sovrasta gli ipogei ora descritti si trova un cimitero cristiano sub divo con ben 400 fosse tagliate a gruppi nella roccia e sei sepolcri monosomi ad arcosolio.
La maggior parte delle catacombe netine è in pessimo stato di conservazione perché adibite da tempo a ricovero di animali, alcune sono anche interrate. Tuttavia, le piante dei monumenti sono quasi sempre riconoscibili ed esse non presentano anomalie costruttive rispetto alle catacombe della zona siracusana: ambienti rettangolari con sepolcri a baldacchino e pilastri, corridoi longitudinali ad arcosoli, rade sepolture in sarcofagi singoli; la costruzione si rivela spesso affrettata e i particolari tecnici sono poco curati. I reperti archeologici scarsissimi e la mancanza di dati epigrafici (iscrizioni, graffiti, ecc.) non aiutano a tracciare un quadro cronologico sicuro: sulla base di alcune singole osservazioni è stato tuttavia possibile limitare la cronologia delle catacombe netine fra il V e il VII sec. d. C. È certo che i complessi vanno riferiti a comunità rurali molto povere; la presenza di una comunità giudaica a N. Vecchio, come abbiamo visto, non meraviglia, né essa è il solo esempio della Sicilia orientale, dove si sa che alcune comunità ebraiche furono annesse al culto e al rito della deposizione cristiana.
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