CASTRUM NOVUM PICENI
Colonia romana fondata sulla costa adriatica nell’area della odierna cittadina di Giulianova negli anni immediatamente successivi al 290 a.C., anno dell’estensione dell’ager romanus attraverso il territorio degli Equi fino alla sponda orientale. La proposta di riferire il passo liviano (Perioch., XI) alla C. N. del Piceno appare suffragata anche dalle recenti ricerche, mentre l’imminenza della prima guerra punica giustifica la fondazione dell’omonimo centro sulla costa tirrenica alcuni anni dopo (Vell., I, 14,8).
La conformazione della fascia litoranea scelta per l’insediamento ha determinato la differenziazione della nuova colonia maritima dagli schemi tradizionalmente utilizzati (perimetro murario geometrizzato, incrocio rigidamente centrale dei due assi viari principali). La necessaria utilizzazione di una fascia collinare parallela alla costa ha comportato l’articolazione dell’impianto urbano interno in una serie di terrazze digradanti da N a S e un sistema difensivo aderente al ciglio della collina. Scavi sistematici (dal 1986) hanno inoltre documentato le prime fasi della colonia: per lo più strutture in pietre di fiume, raramente in calcare, associate a ceramica a vernice nera, sovradipinta, d’importazione meridionale.
La documentazione più significativa è compresa tra il I sec. a.C. e il II d.C.; nella continuità di occupazione dal III sec. a.C., l’ultima fase repubblicana e il primo periodo imperiale appaiono difatti i momenti di massima fioritura della città, dopo i quali la storia urbana si recupera significativamente solo dal XIII secolo. All’età post-sillana e a quella augustea risalgono pavimenti in signino con decorazione a losanghe, scutulata, muri realizzati con frammenti di anfore, tra i quali spicca una cortina in opus spicatum eseguito esclusivamente con tale materiale. Di particolare interesse è la ceramica sigillata che mostra contatti diretti con l’area aretina e la Padania (bolli TITI, CHRESTUS, PERENNIUS). Tra l’età augustea e i primi anni del Il sec. d.C. si inquadra un deposito di lucerne rinvenuto all’interno dell’area urbana. Le decorazioni dei dischi (motivi mitologici, gladiatori, floreali e scene di genere) contribuiscono non solo alla conoscenza dei rapporti commerciali con l’alto Adriatico, ma illuminano anche sulle possibilità di assimilazione e rielaborazione di particolari attività da parte dell’artigianato locale.
Bibl.: M. Montebello, Castrum Novum Piceni e il suo territorio, Roma 1980; L. Migliorati, Coloniae maritimae: riflessioni urbanistiche, in La città nel mondo romano. Atti del IX Convegno Internazionale di Archeologia Classica, Tarragona 1993, in corso di stampa.