CASTRO y-Bellvis, Guillén de
Drammaturgo, nato in Valenza nel 1569, morto nel 1631. Fu il più celebrato dei commediografi di Valenza, dove già da tempo esisteva un centro di cultura e di produzione poetica. Un'Academia de los Nocturnos contava il C. nel 1591 fra i soci insieme con Tárrega, Aguilar e Artieda. Con Lope de Vega il C. fu in relazione di amicizia sino agli ultimi anni e Cervantes si compiaceva nella vecchiezza di lodare tutti e due, con la debita differenza, nel Viaggio di Parnaso. Il C. gode nella milizia i favori del viceré di Napoli, duca di Benavente, che lo fece governatore di Stigliano in Basilicata, del duca di Ossuna e del conte duca Olivares. Gli si attribuisce carattere intollerante e mutevole. Alcune delle molte composizioni teatrali del C. furono da lui pubblicate in due volumi (1618 e 1625) a Valenza; altre rimasero inedite o in libretti sparsi, e sono venute alla luce nei tempi nostri; qualcuna è di dubbia autenticità, come la Santa Barbara o El prodigio de los montes. Tra quelle pubblicate da lui medesimo primeggiano le due sul Cid: Las Mocedades del Cid e Las Hazañas del Cid, che furono concepite dall'autore come due parti o giornate della stessa opera. L'interesse che le Mocedades destano in generale si deve al Cid di Corneille che deriva direttamente da esse, e anche al fatto che tutt'e due le parti si fondano talmente sui romances o Cancionero del Cid, da sembrar dovuto ad essi tutto il pregio. La critica romantica però, partendo dal principio dell'energia e freschezza della poesia popolare, celebrava i due drammi a svantaggio di Corneille, accusando quest'ultimo di fraintendimento.
Il C. mostra, è vero, come Lope de Vega una particolare tendenza ad attingere alla letteratura nazionale (una sua commedia Don Quixote è derivata dal Cervantes, e dai romances sono derivate le due commedie El conte Alarcos e El conte d'Irlos), ma il valore delle Mocedades non si può intendere se non dall'esame dei due drammi in sé stessi, perché se i romances han dato il fondamento ad esse, servono ad un concetto nuovo e l'invenzione del Castro li compie. Nella prima giornata delle Mocedades (dall'autore stesso definita Las bodas de Ximena), il C. introduce del resto un elemento estraneo ai romances: l'amore tra il Cid e Ximena figlia del conte Lozano ucciso dal Cid, quel tragico conflitto fra il dovere e la passione che poi ha ispirato Corneille. Ma se in Corneille tutta la tragedia s'impernia in questo, nel valenziano l'asse è formato dal sentimento nazionale, da una grande idea dei destini della Spagna. Col matrimonio del Cid con Ximena trionfa il gran re, perché egli aveva armato cavaliere Rodrigo Diaz, ma trionfa anche la giustizia, perché il Cid ha riscattato il delitto con le terribili prove compiute in esilio. I due drammi, divisi ognuno in tre atti, formano un'azione sola, eroica e grandiosa. La ricchezza dell'invenzione soffoca la difettosa esecuzione, e la concezione robusta, profonda, si presenta come una geniale spiegazione dei fatti storici; scene possenti fanno fremere ancora i lontani e stranieri lettori, trasportati in un clima eroico e negli arcani del fato.
Bibl.: Biblioteca de autores españoles, XLIII, Mdrid 1875; lord Holland, Some account on the life and writings of Lope de Vega and Guilhem de Castro, Londra 1855; Las Mocedades del Cid e las Hazañas del Cid, ed. W. von Wurzbach, nella Bibl. rom., Strasburgo 1887-1889; ed. V. Said Armesto, nei Clásicos Castellanos, Madrid 1913; A. Schaeffer, Ocho comedias escogidas, Lipsia 1887; F. Martí Grajales, Cancionero de la Academia de los nocturnos de Valencia, Valenza 1906, importante per la biografia; H. Mérimée, Pour la biographie de don Guillén de Castro, in Revue des langues romanes, L (1907); id., L'art dramatique à Valencia, depuis les origines jusqu'au commenc. du XVII siècle, Tolosa 1913; C. Pérez Pastor, Bibliografía madrileña, III, Madrid 1907, pp. 344-62; J. Fitzmaurice-Kelly, Hist. de la littér. espagn., 3ª ed., Parigi 1928, p. 361.