CASTRES (A. T., 35-36)
Città della Francia centro-meridionale, a m. 172 s. m., capoluogo di circondario nel dipartimento del Tarn, con 25.943 ab. (1926). È posta sulle due rive dell'Agout (sulla riva sinistra è il sobborgo di Villegoudon) nel punto di confluenza con la Durenque e all'estremità di due regioni interessanti dal punto di vista turistico, il Plateau de Sidobre e la Montagne Noire. Ha un aspetto grazioso ed è rallegrata da belle piazze, giardini pubblici e numerose fontane: è la città più importante e animata del dipartimento, grazie alla fiorente industria dei panni rinomata sin dal sec. XIV.
Castres è sede di sottoprefettura, di tribunale di 1ª istanza e di commercio; ha scuole primarie e secondarie, un seminario e una scuola militare d'artiglieria. L'industria è per la maggior parte rappresentata dalle fabbriche di panni e inoltre da fabbriche di terraglie, cordami, tappi, guanti, sapone; da cartiere, fonderie, concerie, officine di costruzioni meccaniche. Nelle vicinanze si trovano alcuni giacimenti di torba e cave di arenaria.
È stazione di due importanti linee del Mezzogiorno: la Bédarieux-Montauban e la Rodez-Castelnaudary, e due ferrovie dipartimentali la uniscono a Murat e Brassac.
Monumenti. - Il palazzo comunale, già arcivescovado, costruito dal Mansart nel 1666, comprende una torre romanica, avanzo dell'antica abbazia di S. Benedetto; i giardini furono disegnati dal Le Nôtre. Il suo museo possiede fra l'altro tre opere del Goya. Tra le chiese sono da ricordare la cattedrale di S. Benedetto (1678-1718) e Notre-Dame-de-la-Ploté, chiesa a cupola del sec. XVIII.
Notevoli alcuni palazzi e case dei secoli XVI e XVII.
Storia. - La città si venne a poco a poco sviluppando attormo a un monastero fondato nel 647; e sebbene la crociata contro gli Albigesi l'avesse non poco danneggiata, pure nel basso Medioevo ci si presenta come un florido centro. Nel 1225 passò sotto il diretto dominio del re di Francia, che però a metà del sec. XIV tornò a staccarla dalla sua dipendenza per affidarla, come contea, prima ai Vendome, poi alla casa di Armagnac, infine a Pietro di Beaujeu. Solo nel 1514 Francesco I la riavocò a sé. Municipalmente organizzata, con i suoi consoli e il suo consiglio, Castres non aveva avuto parte molto importante nella storia politica della Francia, fino all'inizio delle guerre di religione. In questo periodo invece, la città, rapidamente guadagnata alle dottrine calvinistiche, diventa una delle roccheforti degli ugonotti nella Francia meridionale; e tale rimane fino all'epoca di Richelieu. Allora anzi (1625-1626) è uno dei centri della rivolta capeggiata dal duca di Rohan, e respinge gli assalti delle truppe regie, cedendo solo nel 1629. Da allora, politicamente e amministrativamente la città decadde, e si vide togliere man mano gli uffizi più importanti.
Bibl.: D. Defos, Traité du comté de Castres et seigneurs et comtes d'iceluy, Castres 1633; Nayral, Biographie castraise, voll. 4, Castres 1833-37; M. Estadieu, Annales du pays castrais, Parigi 1893; Mémoires de batailles sur les guerres civiles à Castres et dans le Languedoc (1584-86), pubbl. da C. Prdel, Parigi 1895.