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casto

di Lucia Onder - Enciclopedia Dantesca (1970)
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casto

Lucia Onder

. L'aggettivo è sempre in rima nella Commedia. Nel senso proprio di " esente da colpa ", " puro ", è riferito a chi si astiene con gli atti e con la mente dai piaceri sensuali non consentiti dal suo stato: Pg XXV 134 donne / gridavano e mariti che fuor casti / come virtute e matrimonio imponne; Fiore XCV 13 vergine e caste donne gir portando / cotte e sorcotti di colore e manti.

Per traslato, in If XIV 96 " In mezzo mar siede un paese guasto ", / diss'elli allora, " che s'appella Creta, / sotto 'l cui rege fu già 'l mondo casto... ": l'aggettivo c. è spiegato dal Boccaccio " o non corrotto o men corrotto alle lascivie che poi stato non è ", e dal Lana "senza vizio di cupidigia " (per la beatitudine del regno di Saturno cfr. tra gli altri Giovenale Sat. VI 1 ss. " Credo pudicitiam, Saturno rege, moratam / in terris ").

Per ipallage, in Pg I 78 è detto degli occhi di Marzia puri e verecondi: la moglie di Catone fu, infatti, " mulier castissima et honestissima " (Benvenuto).

In Cv IV IX 7 stare casto è contrapposto a lussuriare.

In Pg XXXII 138, al posto della coppia sana e benigna, piacque alla lezione Aldina e alla Crusca la variante casta e benigna, che fu adottata nelle edizioni moderne sino al Foscolo e alla '37, ove l'aggettivo c., riferito all'intenzione dell'aquila, dovrebbe valere " monda da intenti malvagi ", " pura " (cfr. Petrocchi, ad l.).

Vocabolario
casto
casto agg. [lat. castus, prob. connesso con carere «esser privo» (e quindi propr. «esente da colpa»)]. – 1. a. Che si astiene, con gli atti e con la mente, dai piaceri sessuali, sia in modo assoluto (una fanciulla c.; le c. vergini) sia...
casta
casta s. f. [dallo spagn. e port. casta, propr. «(razza) casta, pura», che è dall’agg. lat. castus «casto»]. – 1. Gruppo sociale chiuso e per lo più endogamo, i cui membri sono uniti da comunanza di nascita, di religione o di mestiere;...
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