Teologo ed erudito (Piacenza 1710 - Torino 1780); domenicano (1726), insegnò in varie università (Napoli, 1737-38; Ferrara, 1750-56; Torino, 1756-70). A Napoli il metodo e la libertà del suo insegnamento gli procurarono diffidenza e ostilità nell'ambito del suo Ordine, col quale si riconciliò (1745) per intervento di Benedetto XIV con la mediazione del card. A. M. Querini e di G. G. Bottari. Scrisse sull'Antico e Nuovo Testamento, di storia ecclesiastica e filosofica, di etica e teologia, sulla religione romana e i misteri, per lo più in polemica con gl'indirizzi razionalistici dell'epoca, ma sempre con esatta informazione e notevole equilibrio che rivelano l'influenza esercitata su di lui dal Maffei e dal Muratori.