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Castità

di Alessandra Graziottin - Universo del Corpo (1999)
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Castità

Alessandra Graziottin

Il termine, dal latino castus, "casto" - connesso probabilmente al verbo carere, "essere privo (di colpa)" - indica l'astensione dall'esercizio della sessualità. Generalmente si tende a collegare al concetto di castità una concezione negativa del piacere e della passione sessuale, concezione che deriva, almeno in parte, dal fraintendimento, operato dalla cultura occidentale, del pensiero platonico, e in particolare dall'accentuazione del dualismo conflittuale tra spirito e corpo. L'approccio offerto da Freud e poi dalla ricerca psicoanalitica ha permesso di superare la visione della sessualità come spinta puramente istintuale e quindi legata in modo esclusivo alla 'carnalità', aprendo la strada alla comprensione della sessualità stessa come linguaggio e, specificamente, alla rivalutazione degli aspetti psicodinamici della castità.

La castità è la condizione caratterizzata da comportamenti che escludono l'intimità sessuale (v. sessualità). Nell'etimologia del termine è implicita l'associazione tra sessualità e colpa, che è presente in modo transculturale anche in civiltà non confessionali (si pensi, per es., all'importanza attribuita alla castità delle vestali nell'antica Roma). Nell'accezione più ampia, essa indica l'assenza non soltanto di comportamenti sessuali, ma anche di pensieri e fantasie inerenti al sesso.

La castità in senso fisico è particolarmente valorizzata nella cultura cattolica, in cui è tuttora presente la dicotomia tra corpo, ricettacolo del mostro policefalo delle passioni, e spirito, sede delle qualità più elevate dell'Io. In epoca medievale, la mortificazione della carne era condizione necessaria per l'elevazione e la salvezza dello spirito e la prescrizione della castità arrivava a esigere il dominio delle pulsioni istintuali e, quindi, anche delle fantasie e dell'immaginario erotico, notturno e onirico: persino la polluzione, ossia l'emissione involontaria di sperma nel sonno a causa di sogni di contenuto erotico, era considerata espressione di una violazione mentale del precetto di castità.

Nelle culture occidentali, il valore religioso della castità si è variamente intrecciato con il suo significato sociale di strumento di controllo della sessualità femminile, in un chiaro 'dimorfismo' nella valutazione laica della castità, il rispetto della quale, infatti, era preteso dalla donna 'perbene', mentre all'uomo era consentito di avere esperienze sessuali con donne di bassa estrazione sociale, spesso direttamente o indirettamente prezzolate (si pensi all'abuso di cameriere e fantesche in molte famiglie borghesi, anche da parte dei figli adolescenti). Il senso antropologico di questo differente atteggiamento nei confronti della castità maschile e femminile è da ricercarsi nell'esigenza maschile di controllare la paternità personale, evitando che comportamenti sessualmente promiscui delle partner potessero introdurre geni (e quindi figli) estranei nella propria famiglia, con tutti gli obblighi e le implicazioni economiche e sociali conseguenti.

L'introduzione della contraccezione femminile (v. contraccezione) nel secondo dopoguerra ha rappresentato un'importante rivoluzione sociale e ha avuto come conseguenza, tra le altre, anche l'attenuazione delle aspettative laiche di una castità declinata quasi esclusivamente al femminile.

Attualmente, si assiste a un diverso vissuto della castità, della quale si vanno rivalutando aspetti e implicazioni che soltanto una decina di anni fa erano considerati obsoleti, in quanto interpretati esclusivamente nella loro accezione di privazione e negazione. In sessuologia, viene oggi riconsiderato con grande attenzione il senso della castità come 'custode dialettica' della libido, usurata dalla liberalizzazione dei costumi sessuali e dalla banalizzazione dell'esperienza erotica.

La castità può essere scelta, imposta o subita. È scelta quando la persona decide di sublimare le proprie energie sessuali, trasformandole in impegno religioso, come accade negli ordini monastici e sacerdotali, o in ricerca interiore, anche in senso laico, libera dai condizionamenti della carne. È imposta quando è conseguenza di divieti sociali e, più spesso, religiosi e viene consapevolmente accettata per necessità o coerenza con il contesto sociale di appartenenza. È passivamente subita quando è contraria ai desideri personali, come accade nel matrimonio o nelle relazioni di coppia stabili in cui un partner eviti l'intimità sessuale, imponendo di fatto all'altro una castità forzosa. Anche la paura di contrarre malattie trasmesse sessualmente può indurre a una scelta di castità, in cui possono intrecciarsi in modo variabile le tre dinamiche appena descritte.

Dal punto di vista psicologico, la castità può rappresentare un momento evolutivo, di crescita psicosessuale, quando la scelta di sublimare le proprie energie sessuali porta a un'espansione, a una crescita dell'Io, allo sviluppo di potenzialità spirituali, emotive o intellettuali; oppure un momento di regressione, una perdita di energia libidica e vitale, quando è frutto di paure, inibizioni, difficoltà emotive o sessuali a vivere l'intimità fisica. Nel secondo caso, si configura una vera e propria deprivazione degli aspetti comunicativi e di sviluppo della personalità legati all'intimità fisica sessuale; tale deprivazione può arrivare a un vero e proprio analfabetismo erotico, da cui possono originare molteplici disfunzioni sessuali. Disturbi del desiderio, difficoltà orgasmiche, dolore o impossibilità di rapporti, nella donna, e disfunzioni libidiche, erettive ed eiaculatorie, nell'uomo, sono talvolta epifenomeno della mancanza di educazione graduale all'intimità erotica, dovuta appunto a un malinteso senso della castità.

Il significato della castità, dunque, va sempre approfondito nel singolo individuo, con una riflessione attenta a comprenderne il potenziale di crescita o, viceversa, di fuga all'indietro.

Bibliografia

H.E. Fisher, Anatomy of love: the natural history of monogamy, adultery and divorce, New York, Norton, 1992 (trad. it. Milano, Longanesi, 1993).

S. Freud, Massenpsychologie und Ich-Analyse, Wien, Internationaler Psychoanalytischer Verlag, 1921 (trad. it. in id., Opere, 9° vol., Torino, Boringhieri, 1989).

E. Fromm, The art of loving, New York, Herper, 1956 (trad. it. Milano, Il Saggiatore, 1976).

R. Tannahil, Sex in history, New York, Stein and Day, 1980 (trad. it. Storia dei costumi sessuali, Milano, Rizzoli, 1994).

Vedi anche
matrimonio Unione fisica, morale e legale dell’uomo (marito) e della donna (moglie) in completa comunità di vita, al fine di fondare la famiglia e perpetuare la specie. antropologia Se inteso nella sua definizione minima, come unione fra un uomo e una donna, tale che i figli nati da questa unione siano riconosciuti ... monachesimo Complesso fenomeno religioso per cui, nelle maggiori religioni, alcuni individui si allontanano dalla consueta vita sociale, per realizzare nel modo più completo i principi della fede in vita solitaria (anacoretismo) o in vita di comunità (cenobitismo). 1. Tipi di monachesimo Nell’induismo si riscontra ... Prostituzione Attività abituale e professionale di chi offre prestazioni sessuali a scopo di lucro. antropologia La prostituzione, intesa come istituzione sociale, retta talvolta da leggi severe, esiste ed è esistita presso numerose popolazioni ed è legata ad aspetti tipici delle singole società. Presso quelle ... celibato Lo stato degli uomini non sposati. ● Nell’antichità l’influsso del concetto religioso secondo il quale il culto dei defunti era necessario alla loro pace ultramondana, donde la necessità di lasciare dietro di sé dei discendenti che perpetuassero questo culto, ispirò al diritto dello Stato, erede del ...
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Altri risultati per Castità
  • castità
    Enciclopedia on line
    castità Astinenza dal contatto sessuale. Nella fenomenologia religiosa, è uno dei modi con cui si acquista la purità necessaria per entrare in rapporto con il mondo divino o, comunque, con la sfera del sovrumano. Alla base di tale astinenza si ritrova anche il concetto di una diminuzione della ‘potenza ...
  • Castita
    Enciclopedia Dantesca (1970)
    Castità (Castitate) Lucia Onder Il termine è usato, quattro volte nella forma tronca e due nella forma ‛ Castitate ', soltanto nel Fiore, per indicare la virtù che da Veno [Venere] è guerreggiata (XXII 1), la quale affida a Gelosia la guardia del fiore; così in XIX 9, XXI 7, XXXI 6, XLVIII 10, CCXIX ...
  • CASTITÀ
    Enciclopedia Italiana (1931)
    Nella teologia cattolica, la castità è una virtù morale, specie della virtù della temperanza, che modera l'appetito delle dilettazioni carnali. Come virtù morale razionale non ebbe mai la sua piena luce se non nel Cristianesimo, fuori del quale la castità è intesa solo degli atti esteriori. Come virtù ...
Vocabolario
castità
castita castità s. f. [dal lat. castĭtas -atis]. – L’esser casto, consuetudine di vita casta: c. di vita, di costumi, di pensieri; osservare; conservare, perdere, offendere, corrompere la c.; vivere in c., astenendosi dai piaceri sessuali;...
casto
casto agg. [lat. castus, prob. connesso con carere «esser privo» (e quindi propr. «esente da colpa»)]. – 1. a. Che si astiene, con gli atti e con la mente, dai piaceri sessuali, sia in modo assoluto (una fanciulla c.; le c. vergini) sia...
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