• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CASTELNUOVO dell'Abate

di Lilia Mani Martini - Enciclopedia Italiana (1931)
  • Condividi

CASTELNUOVO dell'Abate (e S. Antimo)

Lilia Mani Martini

Frazione del comune di Montalcino, dominante la Maremma. Fu possesso dell'abate del monastero di S. Antimo, dal quale dista poche centinaia di metri. La leggenda fa risalire la fondazione dell'imponente abbazia a Carlo Magno e un documento ancora esistente ci dice che Lodovico il Pio nell'813 le concesse privilegi. Nella prima metà del sec. XII però la chiesa fu tutta rifatta ed è quella che oggi vediamo. Il monastero soppresso nel 1400 da Pio II, ci mostra avanzi delle sue mura perimetrali e della sala capitolare.

La forma icnografica è a tre navate con una sola grande abside semicircolare a deambulatorio, con cappelle in raggera. Gli otto valichi hanno arcate a tutto sesto su alte colonne alternate ogni quattro con piloni rettangolari. La navata centrale è a travature, le navate minori e il deambulatorio hanno vòlte a vela originarie. Sopra le navatelle il matroneo con eleganti bifore. La cripta dell'odierna chiesa è piccolissima, ma più ampia e importante ne troviamo un'altra sotto l'aula adibita un tempo a uso di sagrestia; forse la chiesa primitiva del periodo carolingio. Il campanile è quadrato e di forme lombarde. Tutto il paramento interno ed estemo è di travertino, ma per i capitelli e per la decorazione architettonica fu usato l'alabastro delle vicine cave di Castelnuovo. La facciata, con tracce di quattro grandi arcate cieche e di un portico, che forse non ebbe mai una sistemazione definitiva, ha un portale, di poco posteriore, in forme romaniche quasi francesi. Ma se l'influenza oltremontana si manifesta in particolari costruttivi, nell'icnografia e perfino nei capitelli, altri caratteri nella decorazione architettonica attestano, secondo il Toesca, l'opera di maestri lombardi e di quelli che lavorarono in molte pievi rurali di Toscana. Un grande crocifisso, intagliato in legno (sec. XII), "ricorda l'arte oltremontana francese".

Bibl.: A. Canestrelli, L'abbazia di S. Antimo, Siena 1910; W. Biehl, Toskanische Plastik d. frühen u. hohen Mittelalters, Lipsia 1926; P. Toesca, Storia dell'arte ital., I: Il Medioevo, Torino 1927; M. Salmi, Architet. roman. in Toscana, Milano s. a.; id., La scult. roman. in Toscana, Firenze 1928.

Vedi anche
facciata Il prospetto esterno di un fabbricato, corrispondente a ciascuno dei lati del suo perimetro. Si intende come muro di f. la semplice caratteristica strutturale, mentre assume valore architettonico la sua più articolata connotazione formale: in particolare quella della f. principale, su cui è generalmente ... travertino Roccia calcarea di deposito chimico, formatasi per precipitazione di carbonato di calcio (presso sorgenti, cascate, bacini lacustri), o per rapide variazioni di temperatura e di pressione o per azione di certi organismi, come alghe e batteri, che sottraggono CO2 dalle acque in cui vivono, precipitando ...
Tag
  • ARCATE A TUTTO SESTO
  • SALA CAPITOLARE
  • DEAMBULATORIO
  • CARLO MAGNO
  • ICNOGRAFIA
Vocabolario
abate
abate (o abbate) s. m. [lat. tardo abbas -atis, voce di origine aramaica; v. abba]. – 1. a. Superiore di un monastero autonomo (sui iuris), di cui regola e dirige tutta la vita materiale e spirituale; è ufficio e dignità ecclesiastica maggiore,...
abat-jour
abat-jour ‹abà ˇ∫ùur› s. m., fr. (propr. «smorza-luce»). – 1. Paralume. 2. Lampada con paralume, e in partic. lampada da comodino. In Italia, è stato usato talvolta anche al femm.: la luce celeste della abat-jour (Pratolini).
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali