CASTELNUOVO, Carlo Cottone, principe di
Uomo politico siciliano, nato il 30 settembre 1756, morto suicida il 27 dicembre 1829. Sedette come pari ereditario nel parlamento di Sicilia, e con la collaborazione dell'abate Balsamo, fece approvare l'istituzione del catasto e una revisione delle imposte; ma si trovò in contrasto con la regina Carolina e il 19 luglio 1811 fu arrestato. Liberato dalla deportazione, fu nominato ministro delle Finanze ed ebbe gran parte nella riforma della costituzione siciliana del 1812. Il C. non esitò ad alienarsi l'animo della maggioranza dei pari insistendo per l'abolizione dei fedecomessi; dovette così dimettersi nel luglio 1813. Riprese il suo posto nel Consiglio di stato al ritorno del Bentinck in Sicilia, ma quando nel 1814 un tentativo di conciliazione fra i maggiorenti costituzionali ebbe d'un tratto come esito la riassunzione del potere regio da parte di Ferdinando III, il C. fu ben presto rigettato nell'opposizione. Resistette imperterrito alla corte allorché questa nel 1816 distrusse la costituzione siciliana e, ritiratosi dalla vita pubblica, rifiutò la nomina a membro della Giunta provvisoria costituitasi nel 1820 e nella quale aveva una grande influenza l'amico suo Ruggero Settimo.
Bibl.: N. Palmieri: Saggio storico politico sulla Costituzione del Regno di Sicilia; G. Bianco, La Sicilia durante l'occupazione inglese, Palermo 1902; La Lumia, Storie siciliane, Palermo 1883; C. Avarna di Gualtieri, Ruggero Settimo nel Risorgimento italiano, Bari 1928.