CASTELLANO da Bologna
Non si conosce il cognome di questo illustre rappresentante del movimento francescano a Bologna nel Trecento, e ciò complica notevolmente il problema della sua identificazione nei documenti coevi, dato che in quegli stessi anni e nello stesso ambiente agì un suo quasi omonimo, Castellano Zambeccari, anche lui bolognese e minorita, ma nato qualche decennio più tardi. La prima attestazione dell'attività dello Zambeccari nel convento francescano bolognese risale infatti al 20 ott. 1364 (la sua qualifica è quella di "scriptor rationum conventus"), mentre la documentazione riguardante C. si arresta al 1357. La brillante carriera religiosa e accademica dello Zambeccari (fu professore di teologia all'università di Bologna) ha ulteriormente contribuito a facilitare nella letteratura storica la confusione tra i due personaggi. Non è peraltro da escludere che sia esistito tra i minori emiliani e romagnoli del Trecento un altro frate dello stesso nome che oggi è praticamente impossibile distinguere dal Castellano di cui ci interessiamo.
La data di nascita di C. si può approssimativamente fissare alla fine del sec. XIII. Da tre diversi documenti appren,diamo che suo padre era un "magister Iacobus medicus", ancora in vita alla data del 9 ott. 1324, e defunto nel 1349. Il nome di C. compare per la prima volta nelle fonti a noi note tra quelli dei testimoni di un testamento in favore del convento dei minori di Bologna il 16 giugno 1321. Nella gerarchia francescana della provincia ricoprì diverse dignità. Nel 1341-42 era vicario del convento della sua città, del cui Consiglio dei "discreti" risulta far parte in più occasioni. Nel 1348 gli fu affidata la guardiania del convento di Imola, mentre il 14 genn. 1349 partecipò come "discretus" di Modena all'elezione del provinciale dell'Ordine. Il 1° sett. 1351 il capitolo generale riunito a Modena lo elesse guardiano del convento di Bologna, carica che tenne fino al giugno dell'anno successivo.
Qualche tempo dopo fu nominato inquisitore per la Romagna, dove infuriava la rivolta contro la Chiesa capeggiata da Francesco Ordelaffi, da Giovanni e da Guglielmo Manfredi, contro i quali, dichiarati eretici e ribelli, Innocenzo VI proclamò addirittura una crociata nel dicembre del 1355. Nella nuova veste C. compare per la prima volta in un documento del 3 genn. 1356, quando il conte Sganghino di Pedragula, Parisino da Forlì, Giovanni Savanelli de Agusellis e altri incaricarono a Cesena Guido de Tausignano di comparire in qualità di loro procuratore di fronte all'inquisitore che li aveva citati. Di una questione di maggior rilievo C. fu investito un anno dopo: il cardinale legato Egidio Albomoz aveva scritto, molto probabilmente ai primi di gennaio 1357, da una località imprecisata al doge Giovanni Dolfin perché facesse cessare il commercio marittimo di sale e di altre mercanzie tra Venezia e la ribelle Cesenatico, e lo aveva informato che della faccenda si stava interessando appunto C., inquisitore a Bologna e suo vicario generale. Il 16 gennaio lo stesso C. chiese formalmente al doge per iscritto, dal convento veneziano dei minori, l'arresto dei fautori dell'Ordelaffi residenti in città. Il 21 seguente il doge rispose opponendo un netto rifiuto, motivato dalla volontà di Venezia di vivere in pace e in commercio con tutti. Il 30 gennaio, da Recanati, l'Albornoz scrisse di nuovo al doge, ribadendo la sua richiesta e minimizzando il danno che sarebbe venuto al commercio veneziano dall'interruzione dei traffici con i ribelli romagnoli. Sugli sviluppi ulteriori e sull'esito della vicenda non possediamo purtroppo altri documenti. La presenza di C. è attestata nel convento francescano di Cesena il 14 luglio 1357, come risulta da un documento in cui il canonico ravennate Amatore de Raynaldis ammette di aver ricevuto dall'inquisitore la somma di 20 ducati d'oro.
Questa è l'ultima notizia in nostro possesso su C., la cui morte non dovrebbe essere sopraggiunta molto tempo più tardi.
Fonti e Bibl.: G. B. Mittarelli, Ad Script. Rer. Italic. cl. Muratorii accessiones histor. Faventinae, Venetiis 1771, col. 558; I libri commemor. della Repubblica di Venezia. Regesti, a cura di R. Predelli, II, Venezia 1878, 5, nn. 207, 211, 214, 216; B. Bughetti, Decreta duo electionis ministri provincialis O.F.M. in prov. Bononiensi (1349) et in prov. Rom. (1439), in Archivum franciscanum histor., VII (1914), p. 506; J. Glénisson-G. Mollat, L'administration des Etats de l'Eglise au XIVe siècle. Correspond. des légats et vicaires généraux. Gil Albornoz et Androin de la Roche (1353-1367), Paris 1964, nn. 307, 309; C. Piana, Chartularium studii Bononiensis S. Francisci (saec. XIII-XVI), Ad Claras Aquas-Florentiae 1970, pp. 15, 17, 210, 215, 227, 229 s., 232, 234, 238, 241 s., 382 s.