CASTELFRANCO Veneto (A. T., 23-24-25)
Comune del Veneto sulla sinistra del Musone, il piccolo fiume che discende dai colli di Monfumo e va nel Brenta, a 44 m. s. m., a 28 km. a ovest di Treviso e altrettanti a nord di Padova; posto subito sopra la zona delle resultive, gode nello stesso tempo dei vantaggi dell'alta e della massa pianura. Le mura turrite e le fosse dànno alla città la forma d'un quadrato quasi perfetto, male riempito oggi dalle case, traboccate nei sobborghi specialmente verso nord e verso est. È divenuto per la sua posizione uno dei mercati più importanti del Veneto (bozzoli, bestiame) con fiere mensili assai frequentate. Il comune abbraccia una superficie di 50,83 km., in gran parte (45,90) occupati da campi di cereali e patate con frequenti filari di viti e di gelsi. Aveva 9176 abitanti nel 1861, 12.551 nel 1901, 15.881 nel 1921. Di essi 7647 dimoravano in case isolate, 4240 nel capoluogo, i restanti nelle tre frazioni di Sant'Andrea, Campigo, Villarazzo.
Monumenti. - L'antico castello, abbastanza conservato, possiede ancora cinque alte torri. Fra le sue mura si innalza il Duomo, costruito, in nobili forme palladiane, da Francesco Maria Preti - nativo di Castelfranco - verso la metà del sec. XVIII, a una sola navata, a croce latina, con maestosa cupola: vi si conserva uno dei grandi capolavori di Giorgione - anch'esso nato a Castelfranco - la Vergine in trono col Bambino tra i Santi Francesco e Liberale. Nella sagrestia sono varie figure allegoriche e puttini e un soffitto, írammenti degli affreschi che Paolo Veronese e Giovanni Battista Zelotti avevano dipinto nella vicina villa dei Soranzo, oggi distrutta, e alcune tele di Francesco Maffei. Sono da notare inoltre, dietro l'altar maggiore, un'Assunzione della Vergine del Ponchino, una Visitazione di Francesco Beccaruzzi (1520-1550) e una Presentazione di Gesù al tempio di Palma il Giovane. Fuori del castello sono l'elegante teatrino Emeronitio, pure costruito dal Preti, ma alterato in parte nei restauri eseguiti nel 1856; la villa Revedin, ora Rinaldi, circondata da un ampio parco, e alcune case sulle cui facciate sono avanzi di affreschi.
Storia. - Sorse nel 1199 per opera dei Trevigiani che vollero alzare a difesa un robusto castello all'incrocio delle strade fra Vicenza, Treviso, Padova e Bassano, mentre infierivano le lotte fra Treviso, Belluno, il patriarca di Aquileia, Padova e Vicenza. Attorno a questo nucleo militare si sviluppò rapidamente la vita civile; e il nucleo di abitazione, ordinato a comune con reggimento modellato sul tipo di Treviso, fu il capoluogo della vasta zona castellana collocata sul reticolato stradale romano. Nodo commerciale, favorito dal beneficio delle franchigie fiscali, donde ricavò il nome, ma soprattutto nodo militare, durante le lotte piccole e grandi che insanguinarono le terre della Marca, nei secoli XIII e XIV, divenne perciò uno dei migliori fulcri di resistenza, contro cui cozzarono ed urtarono gli assalitori. Caminesi, Scaligeri, Carraresi ed anche gli stessi Veneziani, lo considerarono come un elemento essenziale del possesso e della difesa del Trevigiano, e lo ebbero successivamente in loro dominio, finché rimase definitivamente ai Veneziani nel 1389. Mutata la situazione politica del territorio, venne meno la sua importanza militare, pur se restarono le opere di difesa. A più di un secolo di distanza, quando i Veneziani affrontarono infelicemente la lega di Cambrai, esse ritornarono in onore, sia pure per breve parentesi.
Bibl.: Verci, Storia della Marca Trevigiana, Treviso 1798; E. Sbrissa, Castelfranco Veneto e il suo distretto, Treviso 1905; C. Agnoletti, Treviso e le sue pievi, Treviso 1897; A. Santalena, Veneti ed Imperiali: Treviso al tempo della lega di Cambray, Venezia 1896.