CASSIO FELICE (Cassius Felix)
Scrittore latino africano del sec. V, sulla vita del quale nulla è noto. Ch'egli fosse africano, o di Cirta o di qualche altra città, non può essere dubbio. Abbiamo di lui un trattatello De medicina, una specie di ricettario in 82 capitoli dedicato al figlio; Cassio Felice è uno di quelli che, sostanzialmente traducendo, trasmettono al Medioevo, da Isidoro di Siviglia fino alla scuola salernitana, il sapere dei Greci, massime di Galeno, non esclusa un'opera a questo falsamente attribuita; per la forma, oltre che conservarci tutt'una serie di appellativi medici latini, altrimenti sconosciuti, alcuni anche rimasti nei dialetti romanzi, ci documenta la lingua d'un periodo nel quale oramai l'Africa latina si era staccata dalla madre patria.
Mss., Edizioni: Prima edizione di V. Rose (Lipsia 1879) col titolo del codice Parigino latino 6114, sec. XIII. Accanto al Parigino, il codice più completo è il Cantabrigense Gg.III, 32, sec. XV; del sec. XI è il Sangallese 105, molto frammentario. Dopo l'edizione del Rose, A. Köhler (Hermes, XVIII, 1883, p. 392) richiamò l'attenzione sul Vaticano 4461, sec. XIV, e I. Heeg (Sitzungsberichte d. Berliner Akademie, 1910, p. 284) sopra un frammento del Monacense 29136, sec. VIII.
Bibl.: Sulle fonti, fra cui anche Vindiciano del sec. IV, cfr. il Rose, prefaz. all'edizione; id., Anecdota graecolatina, II, p. 177; id., in Hermes, VIII (1874), p. 42. Sulla patria e la lingua, E. Wölfflin, in Sitzungsber. d. Münch. Ak., 1880, p. 381 segg.; Arch. für lat. Lex., X (1898), p. 533 segg., e l'indice del Rose. Sulla dipendenza del Glossario Goetz, III, p. 549 segg., da Cassio, cfr. O. Probst, in Philologus, n. s., XXII (1909), p. 550 segg.