Cassandra
La profetessa di sciagure a cui nessuno crede
Cassandra ha il dono della profezia, ma nessuno le crede. Ammonisce i Troiani a non trascinare entro le mura di Troia il cavallo di legno abbandonato dai Greci sulla spiaggia, ma non riceve ascolto. Caduta Troia, diviene schiava e concubina di Agamennone, insieme al quale viene uccisa da Clitennestra nella reggia di Micene
Figlia di Ecuba e di Priamo, re di Troia, Cassandra compare già nell'Iliade, dove però non riveste un ruolo di rilievo. In epoca posteriore a Omero si raccontava che di lei si era invaghito Apollo, il quale, illuso dalla fanciulla, le aveva donato la facoltà della profezia; poi, però, quando Cassandra lo aveva respinto il dio l'aveva punita: alle profezie della vergine ‒ pur destinate ad avverarsi ‒ nessuno avrebbe creduto!
Virgilio nell'Eneide racconta di come Cassandra cercò di distogliere i Troiani dall'introdurre in città il cavallo di legno, avvertendoli che esso avrebbe causato la loro rovina; ma nessuno le prestò ascolto.
Un'antica tradizione epica riferiva del gesto di sacrilega violenza commesso nei suoi confronti durante la devastazione di Troia: in cerca di salvezza Cassandra si era rifugiata nel tempio di Atena dove era stata raggiunta dal greco Aiace di Oileo, che l'aveva strappata con la forza dalla statua della dea, alla quale ella si era aggrappata come supplice.
Nelle Troiane di Euripide, ambientate dinanzi alla città ormai distrutta, la vergine profetizza la morte sua e di Agamennone per opera di Clitennestra e cerca di consolare Ecuba, la sventurata madre cui i Greci hanno riservato l'onta di servire come schiava di Ulisse: la vecchia regina morrà prima di giungere in Grecia e Ulisse vagherà dieci anni prima di far ritorno a Itaca.
Nella ripartizione del bottino di guerra Cassandra viene assegnata ad Agamennone, che ne fa la sua concubina. Eschilo, nella sua opera intitolata appunto Agamennone, ha rappresentato con potente fantasia tragica l'arrivo del vincitore di Troia e della sua schiava alla reggia di Micene: Agamennone è sul carro e ha Cassandra accanto a sé. Li attende Clitennestra, la moglie infedele del re, che, dopo aver salutato il marito con false parole d'affetto e averlo convinto a entrare nel palazzo su un tappeto di porpora, invita anche Cassandra a scendere dal carro. Ma la sacerdotessa non obbedisce e se ne sta muta.
Dopo che Clitennestra si è allontanata, mentre la scena resta vuota ed è presente unicamente il coro, la fanciulla prorompe in un drammatico delirio. Dapprima accusa Apollo di averla condotta a rovina una seconda volta, in una casa in cui aleggiano le Erinni, demoni della vendetta, assetate di sangue: una casa contaminata dall'orrendo delitto di Atreo, che con l'inganno aveva imbandito e fatto mangiare al fratello Tieste le carni dei figli. Poi, con allusioni che si vanno facendo sempre più chiare, profetizza l'imminente uccisione di Agamennone, sul quale, mentre prende il bagno, Clitennestra getterà una veste a mo' di rete e abbatterà i colpi della sua scure omicida; ella stessa, Cassandra, troverà la propria fine nella reggia. A questo punto la profetessa butta a terra lo scettro e le bende sacerdotali che le cingevano il capo, si strappa dalle spalle il mantello e predice la futura vendetta di Oreste, che verrà dall'esilio per uccidere la madre e l'amante Egisto. Poi, pur sapendo di andare incontro alla morte, ma altrettanto consapevole dell'impossibilità di sottrarsi al destino, entra nel palazzo come una giovenca che si avvii volontariamente al sacrificio.
Del poeta drammatico Licofrone (3° secolo a.C.) ci è giunta una singolare opera, l'Alessandra, costituita da una lunga serie di profezie di Cassandra in forma di racconto fatto al re Priamo da un araldo: la profetessa, che in quest'opera è chiamata Alessandra, con un linguaggio allusivo di difficile decifrazione parla della distruzione di Troia, del ritorno dei Greci in patria, di vari episodi del mito e della storia che di nuovo vedranno contrapposte Europa e Asia, nonché della nascente potenza di Roma.