BARTH, Caspar von
Erudito tedesco, poeta in lingua latina, nato a Küstrin il 21 giugno 1587, morto a Lipsia il 16 settembre 1658. Della sua erudizione classica sono documento, oltre le edizioni di Claudiano, Rutilio e Stazio e le annotazioni a Giovenale e agli elegiaci, i 180 libri dello zibaldone intitolato Adversaria, in parte pubblicato da lui stesso (60 libri, 1624 e 1658), in parte ancora inedito e disperso; ma ebbe interessi molto più vasti: tradusse dal francese il Commines, dallo spagnolo la Celestina di Rodriguez Cota e la Diana di Gil Polo; si occupò di problemi teologici (Soliloquia rerum divinarum, 1625 e 1655). Dopo gli studî universitarî aveva viaggiato per dieci anni in Italia, in Francia, in Olanda, raccogliendo materiali e annodando relazioni con uomini notevoli del tempo; e per la vita avventurosa e per la dottrina finì con l'acquistare un grande prestigio, tanto da esser salutato ingenium divinum. Ma più che ad elaborare i materiali raccolti mirò a far stupire con la massa delle cognizioni. E anche come poeta (Juvenilia silvarum, sermonum, elegiarum, 1607; Amabilium libri IV, 1613; Opuscula varia poetica, 1623 ecc.), se mostrò di saper padroneggiare con una certa sicurezza la lingua e la metrica, indulse apertamente al gusto del tempo, mirando soprattutto a "far meraviglia". Fu, nel bene e nel male, un tipico rappresentante della fine dell'umanesimo in Germania.