TEMPESTI, Casimiro Liborio
– Nacque a Firenze verso la fine del XVII secolo. Non si conoscono i nomi del padre e della madre.
Entrato tra i frati minori conventuali di S. Croce, vi compì gli studi teologici, che approfondì nel collegio S. Bonaventura di Roma. Diventato padre maestro, ebbe incarichi nell’Ordine e nella sua provincia religiosa di cui restano pochissime tracce (a causa delle perdite di documenti dovute alle soppressioni subite dal convento fiorentino), a fronte, invece, dei libri (catalogo in Sparacio, 1931), che lo hanno reso noto come teologo e biografo di Sisto V.
Dopo alcuni lavori di carattere minore, orazioni e panegirici stampati in Romagna, esordì con il notevole studio (secondo il giudizio di Gemelli, 1969, p. 294) su S. Bonaventura cardinale dottor serafico di S. Chiesa e maestro esimio di spirito. Ovvero mistica teologia secondo lo spirito e le sentenze del santo..., in quattro parti divise in due volumi, pubblicati a Lucca nel 1746 e poi a Venezia nel 1747.
L’opera, destinata ai giovani sacerdoti desiderosi di dedicarsi alla direzione spirituale, è una rilettura teorica e pratica dell’insegnamento del santo francescano, arricchita da richiami ai maggiori esponenti del misticismo: s. Bernardo, Hendrik Herp, s. Teresa d’Avila e s. Giovanni della Croce. Anche se non omogeneo nell’esposizione approfondita di tutti i passaggi interiori dell’uomo dallo stato di peccato all’intima unione con Dio, il libro ebbe una buona accoglienza ed è importante anche per essere stato il primo a descrivere l’ispirazione bonaventuriana delle laudi di Iacopone da Todi.
A Roma, nel 1749 e nel 1750, sotto il generalato di Carlo Antonio Calvi, fu segretario generale dei conventuali. In questo periodo scrisse il manuale Il novizio Minor Conventuale istruito, ordinatogli da Calvi e pubblicato a Roma nel 1750 (con ottanta pagine sulla povertà, in cui però difendeva la liceità del possesso di denaro per ordine del superiore), e lavorò alla sua opera più citata, la Storia della vita e gesta di Sisto V sommo pontefice dell’Ordine de’ minori conventuali di S. Francesco, edita pure a Roma nel 1754 (ma stampata nell’anno precedente), a spese dell’editore veneziano Giovanbattista Remondini e a cura di padre Lodovico Antonio Fenati. Questa biografia ben documentata, che riflette l’impulso agli studi di storia della Chiesa dato da Benedetto XIV, anche se di difficile lettura e composta con finalità apologetiche per rispondere, con decenni di ritardo, a quella di Gregorio Leti, accrebbe la fama letteraria del suo autore ma non gli valse il progresso della carriera romana, interrotta già prima della sua stampa.
La corrispondenza dei confratelli Francesco Antonio Benoffi e Paolo Antonio Agelli (in Morelli Timpanaro, 2003) descrive Tempesti come uno studioso piuttosto ingenuo, vittima dei raggiri di altri frati, non appoggiato e forse sfruttato dal padre generale. Una volta completata la Storia e tornato a Firenze, incontrò molte difficoltà nel pubblicarla e chiese aiuto ad Agelli perché trovasse un editore fiorentino, ma accettò poi la proposta di Fenati che, per errore o forse tratto in inganno, affidò il volume a Remondini, personaggio di dubbia fama, con cui i rapporti si interruppero (Fenati sostenne che Remondini tentò perfino di ucciderlo) e che senza permesso e con modifiche ristampò l’opera a Venezia. La Storia ebbe però successo e nel 1770 ne fu pubblicato un compendio a Venezia e poi, nel 1866, una nuova edizione a Roma (a cura di D. Zanelli per l’editore Monaldi), corretta da alcuni errori, specialmente sull’origine della famiglia Peretti. Ma Tempesti non credette alle giustificazioni di Fenati e si sentì raggirato, sostenendo di non aver ricevuto tutto il denaro pattuito per la pubblicazione.
Nel 1756 divenne guardiano del convento di S. Croce e pubblicò a Venezia i due volumi degli Esercizi spirituali composti giusta il metodo e le dottrine di s. Bonaventura, una rilettura francescana dell’opera di s. Ignazio, espressione di una certa tendenza all’eclettismo teologico presente tra i frati minori del XVIII secolo e di cui lui stesso aveva dato prova già nella Mistica teologia. Poco dopo fu eletto provinciale dei conventuali toscani.
Il 4 marzo 1758 chiese la facoltà di pubblicare un opuscolo intitolato Anno santificato di Maria, ottenendola il 31 maggio, data in cui era già morto, a Firenze, per apoplessia.
Fu anche un poeta e ha lasciato manoscritte delle parafrasi in versi dei salmi penitenziali e delle lamentazioni di Geremia, oltre a varie poesie, alcune pubblicate in modo sparso (l’inventario in Sparacio, 1931).
Fonti e Bibl.: L. von Pastor, Storia dei papi, X, Roma 1928, pp. 628-630, 633, 635, 638, XVI, 1, 1933, p. 137; D. Sparacio, Frammenti bio-bibliografici di scrittori ed autori minori conventuali dagli ultimi anni del ’600 al 1930, Assisi 1931, pp. 189-192; G.G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad Scriptores Trium Ordinum S. Francisci..., III, Romae 1936, p. 209; L. Di Fonzo, Lo studio del Dottore Serafico nel ‘Collegio di S. Bonaventura’ in Roma (1587-1873), in Miscellanea francescana, XL (1940), pp. 161, 175, 179, 185; Enciclopedia cattolica, XI, Città del Vaticano 1953, coll. 149 s.; S. Nessi, Jacopone da Todi e la critica moderna, in Miscellanea francescana, LXIV (1964), pp. 413, 423, 432; A. Gemelli, Il francescanesimo, Milano 1969, p. 294; G. Parisciani, La riforma tridentina e i frati minori conventuali, in Miscellanea francescana, LXXXIII (1983), p. 906; P. Péano, Tempesti Casimir Liboire, in Dictionnaire de spiritualité..., XV, Paris 1990, coll. 149 s.; I. Polverini Fosi, Justice and its image: political propaganda and judicial reality in the pontificate of Sixtus V, inThe Sixteenth Century Journal, XXIV (1993), p. 83; Impegno ecclesiale dei frati minori conventuali nella cultura ieri e oggi (1209-1997), a cura di F. Costa, Roma 1998, pp. 408, 647; F. De Carolis, La dialettica filosofia-teologia nei francescani conventuali, in Miscellanea francescana, CI (2001), p. 516; M.A. Morelli Timpanaro, Tommaso Crudeli, Poppi 1702-1745, Contributo per uno studio sulla inquisizione a Firenze nella prima metà del XVIII secolo, Firenze 2003, pp. 858 s., 861, 898-900.