CASIMIRO IV, Iagellone, re di Polonia
Nacque nel 1424, terzo figlio di Ladislao Iagellone, re di Polonia e granduca di Lituania, e della sua quarta moglie Sofia Holszańska; sposò nel 1454 Elisabetta, figlia dell'imperatore Alberto d'Asburgo, dalla quale ebbe sette figlie e sei figli. Di essi Ladislao fu re di Boemia e d'Ungheria, Giovanni Alberto re di Polonia, Alessandro e Sigismondo consecutivamente re di Polonia e granduchi di Lituania, mentre C. fu per le sue virtù annoverato tra i santi. Elevato nel 1440 per opera dei nobili lituani in contrasto con gli accordi precedenti, sul trono granducale di Lituania, di fatto indipendente dal re di Polonia, provocò con il suo atto la rottura per alcuni anni dell'unione della Lituania con la Polonia. Ereditata poi la corona polacca dopo la morte del fratello, nel 1447 limitò quest'unione a un'unione puramente personale. Nel suo testamento raccomandò la separazione delle corone polacca e lituana, ciò che infatti avvenne, allo scopo di mantenere la Lituania come stato ereditario nelle mani della dinastia e di non lasciarla riunire alla Polonia, dove il trono era elettivo. Il regno di C. contrassegna un periodo d'evoluzione nella storia interna della Polonia e conduce a grandi cambiamenti nella politica estera. Come terzo re della dinastia dei Iagelloni, egli si sentiva assai più sicuro sul trono di suo padre e di suo fratello (Ladislao III, 1434-1444); decise quindi di sfruttare le forze dello stato polacco per una politica dinastica. A questo scopo infranse le influenze politiche dei magnati, che sotto i due primi Iagelloni avevano governato in nome di essi e che in politica interna reclamavano l'incorporazione della Lituania alla Polonia, mentre in politica estera insistevano, specie sulla questione orientale. La distruzione dell'influenza dei magnati fu pagata da C. con alcune concessioni alla piccola nobiltà (statuti di Nieszawa 1454): di esse la più importante era il riconoscimento alle cosiddette dietine regionali, del diritto di votare il pospolite ruszenie, cioè la leva in massa della nobiltà in caso di guerra (v. polonia: Storia).
In politica estera C. abbandonò la politica d'espansione verso l'Oriente e il Mar Nero. Egli si rivolse invece contro l'Ordine Teutonico, e dopo una lunga guerra (1454-1466), con la pace di Toruń (1466) riebbe la Pomerania e le provincie di Chelmno (Culmia) e di Warmia. L'Ordine Teutonico, cui rimase la Prussia orientale, divenne vassallo della Polonia. Servendosi delle pretese ereditate dalla moglie, riuscì a porre sul trono boemo, dopo lunga lotta col re Mattia d'Ungheria, suo figlio Ladislao (1471-1516); ma non riuscì a conquistare l'Ungheria per il figlio minore Casimiro.
Assorbito dalla politica occidentale, C. trascurò gli affari della Polonia e della Lituania dell'est, dove intanto cresceva enormemente la potenza di Mosca, e non poté impedire l'occupazione russa dei porti della Crimea e delle rive nord-occidentali del Mar Nero da parte dei Turchi; il che rovinò il fiorente commercio con l'Oriente. Il pericolo turco causò allora un avvicinamento della Polonia agli stati italiani interessati in Oriente, specie alla repubblica di Venezia. In queste trattative diplomatiche si distinse l'umanista italiano Callimaco Buonaccorsi. Al tempo di C. risalgono i primordî dell'umanesimo polacco, il cui rappresentante più eminente è l'amico di Callimaco, Gregorio da Sanok. C. morì nel 1492.
Bibl.: Caro, Geschichte Polens, IV, V, Gotha 1886-87; Dąbrowski, Dzieje Polski średniowiecznej (St. della Polonia medievale), II, Cracovia 1926; Papée, Polska i Litwa na przełomie wieków średnich (La Polonia e la Lituania verso la fine del Medioevo), Cracovia 1902; id., Studja i szkice, Varsavia 1907; Halecki, Dżieje Unji Jagiełłonskiej, Cracovia 1919; Ptaśnik, Kultura włoska wieków średnich w Polsce (Cultura ital. del Medioevo in Polonia), Varsavia 1922.