CASERTA (IX, p. 303)
Sopprimendo nel 1927 l'antica provincia di Terra di Lavoro, che aveva il suo capoluogo in Caserta, e suddividendo con criterî non sempre giustificabili i territorî di essa tra la provincia di Napoli e le provincie di Frosinone e di Littoria (ora Latina), di nuova creazione, il fascismo non poté non danneggiare Caserta, che ragioni storiche, geografiche ed economiche avevano fatto il centro amministrativo d'una delle plaghe più ubertose della Campania. Per mitigare il risentimento dei casertani fu poi istituita nella loro città l'Accademia aeronautica, la quale ebbe sede nella vasta Reggia vanvitelliana, ma ciò non valse a compensare in tutto i danni che a Caserta derivavano dalle sue cessate funzioni burocratiche. La guerra ha gravemente colpito la città e i dintorni. Nodo cospicuo di strade convergenti in gran parte a Napoli, sede di magazzini militari e stazione di truppe diverse, Caserta fu ripetute volte obiettivo di bombardamenti aerei angloamericani. Proclamato l'armistizio tra Italia e Nazioni Unite (8 settembre 1943) essa subì le violenze e le razzie multifomii dei Tedeschi, che, decisi a contrastare accanitamente al nemico l'avanzata di là dal vicino Volturno, sfruttarono sino all'ultimo la posizione, a tal fine utilissima, di Caserta. Gli Alleati la liberarono il 9 ottobre. Divenuta la sede del comando delle armate alleate in Italia, la città subì, col suo territorio, nuovi, considerevoli danni. A Caserta il 29 aprile 1945 le armate tedesche operanti in Italia segnarono la loro capitolazione agli Anglo americani.
Quando (11 giugno 1945) fu ricostituita la soppressa provincia di Terra di Lavoro, Caserta tornò ad essere il capoluogo. Ferve oggi il lavoro di ricostruzione. Il comune al 31 dicembre 1947, contava 42.084 ab. residenti, contro 37.593 nel 1936.
La provincia di Caserta. - La ricostituita provincia di Caserta ha una circoscrizione diversa e alquanto ridotta rispetto a quella precedente. Con una superficie di 2639 kmq. e una popolazione di 506.860 ab. nel 1936 essa è risultata al 53° posto per estensione e al 27° per popolazione tra le provincie italiane. Al 31 dicembre 1947 comprendeva 100 comuni, di cui 56 restituiti dalla provincia di Napoli, 16 dalla provincia di Benevento e 7 da quella di Campobasso ed il resto da nuove sistemazioni comunali. La popolazione residente era di 577.892 abitanti.
La nuova provincia, che solo in parte coincide con l'antica Terra di Lavoro, è limitata da una linea molto irregolare, con sporgenze e rientranze che servono a escludere o ad includere il territorio d'un comune; essa è bagnata dal mar Tirreno tra il lago di Patria (a S.) e la foce del Garigliano (a N.) e confina (da N. a S.) con le provincie di Latina, Frosinone, Campobasso, Benevento, Napoli.
Il rilievo vi è rappresentato dal vulcano spento di Roccamonfina (m. 1005), dalla breve e bassa catena del M. Massico (m. 811), dalle alture di Caiazzo (M. Maggiore, m. 1037) e dalle pendici meridionali del Matese (M. Miletto, m. 2050). Le pianure principali, oltre a una parte della Terra di Lavoro, sono l'agro sessese, l'agro capuano e la pianura alifana. L'idrografia è costituita dai corsi inferiori del Volturno e del Garigliano (che fa da confine con le provincie di Frosinone e di Latina) e da altri corsi d'acqua di minore importanza. Nei limiti della provincia sono inoltre compresi il lago del Matese e il pantano di Sessa.
La densità di popolazione risulta molto alta (219 ab. per kmq.), alquanto superiore alla media. Circa l'85% degli ab. vive in centri, il resto in case sparse. Oltre a Caserta, le principali località sono S. Maria Capua Vetere, Maddaloni, Aversa, Capua, Marcianise, Sparanise.
L'economia della provincia è in prevalenza agricola. Nei terreni migliori le coltivazioni più intensive sono quelle del grano, del granoturco, del lupino, della patata e della canapa. Fra le colture arboree sono largamente diffuse la vite e molte varietà di alberi da frutto. L'allevamento (di bovini e di bufali) trova condizioni favorevoli nei Mazzoni di Capua e nella zona di bonifica recente (basso Volturno). L'industria è rappresentata dalla lavorazione della canapa (Frattamaggiore), da fabbriche di conserve alimentari (Maddaloni), da manifatture di tabacco (Caserta), da mulini pastifici. La provincia è attraversata dalle linee ferroviarie che collegano Roma a Napoli.