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CASCATA

di AIdo Sestini - Enciclopedia Italiana (1931)
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CASCATA (fr. chute; sp. cascada; ted. Wasserfälle; ingl. waterfalls)

AIdo Sestini

Si forma una cascata là dove il letto di un corso d'acqua presenta un tratto verticale o comunque fortemente inclinato. Le cascate hanno aspetto variabilissimo, perché oltremodo variabili sono la massa d'acqua, l'altezza di caduta, la larghezza e la conformazione della parete lungo la quale cadono le acque. Si cita la cascata di Yosemite, in California, come la più alta del mondo (775 m.), mentre quella del Niagara è la maggiore per massa d'acqua (alt. 49 m.); tra le cascate più imponenti sono anche quelle dello Zambesi (cascata Victoria, 110 m.) e dell'Iguassú (Argentina, 65 m.). Tra le italiane, quella del Serio è alta 315 m., quella delle Marmore, 165 m.

Se pur molto varia può essere l'origine delle cascate, nella maggioranza dei casi esse sono determinate dall'ineguale resistenza delle rocce rispetto all'erosione delle acque correnti. Quando un fiume, incidendo sempre più profondamente il proprio letto, incontra una massa rocciosa molto resistente, l'approfondimento si farà in essa lentissimo; il livello a cui viene incontrato questo ostacolo regolerà perciò l'andamento del profilo longitudinale del corso d'acqua a monte, costituendo un temporaneo livello di base (v. erosione; fiume). Ma a valle della barra resistente l'approfondimento continua rapido, e così si forma, in corrispondenza di quella, un brusco salto, un tratto fortemente inclinato o addirittura verticale nel profilo longitudinale del fiume. Essendo, si può dire, di regola l'alternarsi di masse rocciose variamente resistenti, si spiega agevolmente la frequenza di cascate nei minori corsi d'acqua; in quelli maggiori esse sono assai meno frequenti, ma ciò è dovuto in buona parte alla loro più rapida eliminazione, per opera della stessa azione erosiva del fiume.

Cascate possono formarsi alla confluenza di due corsi d'acqua, se il più importante di questi incide tanto rapidamente il suo letto che l'affluente non possa seguirlo nell'approfondimento; anche l'erosione laterale del fiume maggiore e l'erosione marina lungo le coste possono produrre cascate allo sbocco di fiumi minori.

Ricchissimi d'irregolarità nel loro profilo longitudinale, e quindi di cascate, si presentano i corsi d'acqua delle regioni già sottoposte alla glaciazione quaternaria: in Europa, ad esempio, le Alpi e la Penisola Scandinava. Queste irregolarità non sono però sempre di facile e sicura spiegazione, perché è difficile dire quanto spetti in esse all'erosione glaciale (v. ghiacciaio) e quanto alle preesistenti condizioni, create dall'erosione normale (fluviale).

Altre cause ancora, connesse con azioni che si svolgono alla superficie della Terra, possono produrre cascate, né è da escludersi che possano influire direttamente anche fenomeni tettonici.

Le acque, precipitando dall'orlo della cascata, non hanno nella caduta una velocità molto grande, ciò che è dovuto alla resistenza dell'aria e alla loro divisione in spruzzi; tuttavia, ai piedi della parete esse acquistano un moto vorticoso, provocando, mercé l'aiuto dei materiali solidi che esse trasportano, un'ampia escavazione, un bacino, talora anche assai profondo, e che viene tenuto sgombro da depositi. Il piede della parete stessa è pure così attaccato dall'erosione; quando esso sia formato da rocce tenere sottostanti a rocce più resistenti, la facile asportazione delle prime provoca il franamento dei banchi superiori, rimasti sporgenti. La cascata così retrocede, si sposta verso monte; si vuole che questo processo sia il più importante fattore della retrocessione della cascata del Niagara (massimo arretramento 102 m. nel periodo 1842-1927). Ma nel più dei casi la retrocessione (con velocità maggiore o minore, secondo la resistenza delle rocce, l'andamento della stratificazione, la massa d'acqua e l'altezza di caduta) che tutte le cascate presentano, dipende dall'erosione diretta del ciglio, essendo appunto qui che le acque hanno la massima velocità. Nella retrocessione la cascata perde via via in altezza e il brusco salto nel profilo longitudinale del corso d'acqua viene eliminato, sostituendosi a esso un tratto a inclinazione pur sempre risentita, cioè una rapida.

Nel caso di acque contenenti in soluzione abbondante carbonato di calcio, questo viene facilmente deposto, come travertino, sul ciglio e sulla parete, per l'aereazione che subisce l'acqua nella caduta; il deposito contrasta allora all'azione erosiva. Sono in queste condizioni le cascate delle Marmore e quelle di Tivoli. Si può avere addirittura un aumento di altezza della cascata, ma è poco probabile che possano formarsi cascate per questa sola causa, cioè senza favorevoli condizioni preesistenti. In linea generale però le cascate vengono distrutte, tendendo ogni fiume alla regolarizzazione del suo profilo longitudinale; la loro presenza caratterizza quindi lo stadio giovanile del corso d'acqua (v. fiume).

Per l'uomo le cascate rappresentano uno dei più suggestivi spettacoli naturali; lo favoriscono, in quanto permettono una facile utilizzazione di energia naturale; lo danneggiano essendo di ostacolo alla navigazione fluviale. (V. tavv. LXXXV-LXXXVIII).

Bibl.: Oltre a quanto è detto sull'argomento nei trattati di geografia fisica, si veda: F. Sturm, Die Entstehung der Wasserfälle, in Festschr. Geogr. Semin. Universität Breslau, 1901; J. W. Gregory, Constructive waterfalls, in Scott. Geogr. Magaz., 1911.

Vedi anche
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