CASAS GRANDES
. Località archeologica a 200 km. da Ciudad Guárez, a pochi dall'omonima stazione ferroviaria nello stato di Chihuahua (Messico), in un'oasi resa fertile dal corso dell'omonimo Rio. Le costruzioni, oggi in grande deperimento, appartengono al tipo pueblo primitivo (v. pueblos), in mattoni cotti al sole o in pietra rozzamente tagliata, con muraglie di m. 3 d'altezza in grossi blocchi parallelepipedi di m. 1 per 0,50, già ricoperti di stucco di gesso. Gli edifici di forma rettangolare occupano una superficie di m. 100 per 83, orientati e divisi da pareti. Uno d'essi detto El Vigia, è composto di più appartamenti e patios, con tracce di porte e finestre. Non è possibile determinare se le Casas Grandes avessero più piani e come fosse il tetto, date le attuali loro condizioni. Il primo a parlarne fu il padre Eusebio Chini, missionario trentino (1645-1711).
Altri gruppi di edifici con lo stesso nome, si trovano nell'Arizona, nel Colorado, nel Nuovo Messico.
Fra la suppellettile archeologica rinvenutavi, si nota la ceramica caratteristica dei pueblos, nera e bianca, decorata e ornata geometricamente, con greche, scacchi, ecc., spesso policroma e brillante. Inoltre pipe, casseruole a forma di faccia umana, strumenti litici e utensili di legno.
Probabilmente vennero costruite da indigeni della stessa razza di quelli che oggi vi abitano nei pueblos, e hanno una grande importanza perché rappresentano un anello di congiunzione tra le antiche civiltà inferiori del territorio degli Stati Uniti e quelle più evolute del Messico.
Bibl.: Mindeleff, Casa Grande Ruin, in An. Rep. of Bureau of Amer. Ethnol. (Smith. Inst., Washington 1896), pp. 289-319; E. Noguera, Ruinas arqueol. de Casa Grandes-Chihuahua, in Publ. de la Secr. de Educación, XI, n. 14; id., Estado actual de los princip. edific. arq. de México, Messico 1928.