Cas
s. m. inv. Acronimo di Centro di accoglienza straordinaria.
• Chi è diretto a Milano spesso finisce in via Corelli, nell’ex Centro di identificazione ed espulsione trasformato ufficialmente in Cas, Centro di accoglienza straordinaria. Adesso di fatto anche questo diventato un Cara: tutti questi ragazzi (non si vedono donne) hanno presentato domanda di protezione internazionale, e aspettano le risposte delle Commissioni territoriali. (Alessandra Coppola, Corriere della sera, 19 febbraio 2015, Cronaca di Milano, p. 7) • Sarà adesso un’indagine più approfondita a chiarire quali sono state le mancanze. Il centro di accoglienza straordinaria (Cas), ospitava 110 persone ed era temporaneamente gestito «in prorogatio» dalla cooperativa Inopera. Nome che compare nell’inchiesta della magistratura sulla gestione di vari centri rom nel Lazio e in Irpinia, oltre che nel fascicolo «Mafia Capitale». (Z[ita] D[azzi], Repubblica, 13 ottobre 2016, Milano, p. VI) • L’uomo è stato bloccato dai militari dell’Arma della stazione di Fiano Romano e della compagnia di Monterotondo mentre rientrava nel Cas (Centro di accoglienza straordinaria) della zona, dove l’uomo era ospitato da qualche mese in attesa della valutazione della sua istanza di protezione internazionale. (Giuseppe Sarra, Giornale d’Italia, 16 novembre 2016, p. 6, Da Roma e dal Lazio).
> Cara, Cpsa.