Poeta spagnolo (del quale ignoriamo il nome) che figura nel Cancionero de Stúñiga con circa cinquanta composizioni, tra cui, oltre ad alcune "serranillas", due "romances" i quali vanno ascritti fra i più antichi di autore conosciuto. Visse in Italia, presumibilmente per alcuni anni a Napoli, alla corte di Alfonso V, per lo meno sino al 1460. Si conservano di lui anche due composizioni italo-spagnole e due barzellette in italiano (i più antichi componimenti in lingua nostra scritti da un poeta spagnolo). Aulicamente cortigiano in alcune poesie, mostra in altre una fresca vena popolare; è il più fecondo e ispirato tra i poeti del Cancionero.