carta di pagamento
Strumento con cui regolare le transazioni monetarie tra un compratore e un venditore, adottato in alternativa ad altri metodi più tradizionali quali i contanti, gli assegni, i bonifici bancari. Nella scelta di quale di questi strumenti servirsi, il consumatore generalmente trascura i costi complessivi, associati al loro uso sia come conseguenza di interventi regolatori sia perché il costo non è da lui sopportato direttamente. Per es., l’uso del contante è gratuito, anche se costa stampare moneta e renderla disponibile al pubblico tramite il sistema bancario; l’uso degli assegni è gratuito, anche se talvolta le banche fanno pagare ai depositanti i libretti. Il pagamento dei servizi tramite c. di p. è più complesso.
I sistemi di c. di p. possono essere a 4 lati (per es., Visa e MasterCard) o a 3 lati (per es., American Express e Diner’s). Nei sistemi a 4 lati esistono 4 soggetti: la banca che emette la c., il titolare della c., il commerciante e la banca acquirente (quella del commerciante). Il flusso dei p. prevede costi di emissione, in cui non esistono prassi comunemente seguite (il titolare può pagare una tariffa annuale alla banca emittente oppure è possibile che la c. sia parte integrante del contratto di conto corrente e venga, quindi, emessa gratuitamente), e costi di funzionamento, tali per cui, ogni qualvolta una spesa è eseguita tramite una c. di p., il commerciante sconta il suo credito con la banca acquirente e una parte di questo sconto è trasferita alla banca emittente, per un ammontare negoziato tra tutte le banche (commissione interbancaria). In altre parole, come conseguenza di questi trasferimenti interbancari, gli incassi della banca emittente sono proporzionali al valore degli acquisti effettuati dal titolare della c. di pagamento. Le c. di p. a 3 lati, invece, prevedono che la funzione della banca emittente e quella della banca acquirente siano unificate. In questo caso, essendo accorpate le funzioni di emissione e di acquisto, non vi sono commissioni interbancarie.
Varie spiegazioni sono state date per giustificare la commissione interbancaria: per es., che essa remunera la banca emittente per i servizi forniti alla banca acquirente (servizi di clearance e di garanzia), o che essa rappresenta una modalità per ribilanciare i flussi dei p. in mercati a due lati, dove due o più parti (titolari di c. e commercianti che le accettano) devono essere simultaneamente presenti, affinché la transazione sia possibile. Secondo quest’ultima interpretazione, la tariffa interbancaria risolve i problemi originati dall’esistenza di esternalità d’uso e rende la transazione conveniente. In alcuni Paesi, si è ritenuto che la commissione interbancaria sia ingiustificatamente elevata: in Australia, la banca centrale è intervenuta regolamentandola; analogamente, nell’Unione Europea, la Commissione è intervenuta con i suoi poteri antitrust; negli Stati Uniti, è stata ridotta drasticamente, limitatamente alle c. di debito.
La peculiarità del mercato delle c. di p. è che il commerciante subisce la scelta del titolare della c., dovendo egli pagare un costo differenziato per una scelta che non può controllare. Infatti, il contratto fra il commerciante e i diversi circuiti prevede, tra le altre cose, l’obbligo di non discriminazione (il commerciante non può modificare il prezzo di vendita in funzione dello strumento di p. utilizzato) e il divieto di comunicare ai consumatori la preferenza per una forma di pagamento rispetto a un’altra.
La scelta da parte del commerciante della banca acquirente è libera e i commercianti scelgono quella più conveniente, sulla base dei segnali di mercato, anche se il livello della commissione interbancaria costituisce una soglia minima per la tariffa pagata dal commerciante.
Per quanto riguarda i titolari delle c., la concorrenza opera solo al momento dell’emissione della stessa, con i diversi circuiti che cercano di invogliare i consumatori a scegliere la propria c., tramite, per es., premi a fine anno, in proporzione ai p. effettuati. Questa concorrenza, tuttavia, non è molto efficace in Italia, dove le c. di p. sono consegnate ai depositanti direttamente dalla banca presso la quale detengono il conto corrente.
Le c. di p. si distinguono in c. di credito e c. di debito: le prime sono associate alla possibilità, data al consumatore, di ottenere crediti al consumo; le seconde, invece, non offrono possibilità di credito, al di là di quanto previsto dalla banca come scoperto di conto corrente.