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CARROCCIO

di Cesare MANARESI - Enciclopedia Italiana (1931)
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CARROCCIO (nel latino delle fonti carochium, carrocerum, carozolum, carrocerum)

Cesare MANARESI

Nell'epoca dei comuni era così chiamato un carro a quattro ruote, del quale si faceva uso quando si usciva a guerreggiare contro i nemici e che durante il combattimento serviva da punto di riferimento e di raccolta. Esso era più alto e più grande dei carri comuni, veniva ricoperto di un grande panno dai colori della città e trainato da uno o più paia di buoi ricoperti anch'essi di una gualdrappa di uguali colori. Nel mezzo di esso si ergeva un'antenna con la croce, che reggeva uno o due stendardi con le insegne della città e una campana. Sul carro prendevano posto un certo numero di trombettieri, i quali, a suon di tromba, davano il segno della marcia o della fermata. Attorno ad esso si ponevano scelte squadre di militi. Con la campana attaccata all'antenna si dava il segnale della battaglia e si richiamavano i più lontani e dispersi. Il carroccio serviva anche per le funzioni religiose e per ricoverare i feriti. Naturalmente, per il suo carattere di simbolo, la perdita del carroccio in combattimento era la più grave alla quale si potesse soggiacere. In tempo di pace veniva custodito gelosamente spesso nella chiesa maggiore della città, e non veniva tratto fuori se non in qualche rara e solenne occasione.

Incerta è l'origine del carroccio: secondo alcuni l'uso risalirebbe ai Saraceni (sec. VIII), secondo altri sarebbe anche più antico. Ma la più antìca sicura notizia di esso è in Arnolfo (Gest. archiepisc. Mediol., II). Il carroccio fu in uso presso quasi tutte le città dell'Italia settentrionale e della Toscana e si trovava anche fuori d'Italia. Nei varî luoghi prese denominazioni speciali: a Cremona e a Padova, Berta o Bertazzola, a Cremona si chiamò anche Gaiardus e Bruira; a Parma Regelium e Biancardo. Il carroccio andò in disuso nel sec. XIV. Sembra che Pavia sia stata una delle ultime città a smetterne l'uso, poiché l'Anonimo (1330; in Rer. Ital. Script., XI) ne parla come di cosa ancora in voga.

Bibl.: Notizie sparse nelle storie delle varie città; v. specialmente A. Fumagalli, Le vicende di Milano durante la guerra con Federico I imperatore, 2ª ed., Milano 1854, pp. 186-191; C. Annoni, Monumenti della prima metà del sec. XI spettanti all'arcivescovo di Milano, Ariberto da Intimiano, Milano 1872, pagine 55-88.

Vedi anche
Gianfranco Ferré Stilista italiano (Legnano 1944 - Milano 2007). Laureatosi in architettura (1969), si avvicinò alla moda creando accessori e bigiotteria. Dopo avere intrapreso numerosi viaggi in India e lavorato come free lance per W. Albini e Ch. Bailly, nel 1974 disegnò la linea di abbigliamento Baila per F. Mattioli, ... palio Tradizionale corsa equestre di origine medievale. Prende nome dal drappo di stoffa pregiata (p. o pallio) dato in premio ai vincitori delle gare. Dal 13° sec. sono documentate, in diversi comuni italiani, corse annuali di cavalli denominate dal p. e collegate a feste religiose. Le gare si disputano ancora ... battistero Ambiente contenente il fonte battesimale. Nell’antichità classica il termine baptisterium definisce la vasca del frigidarium nei complessi termali; con il cristianesimo passa a indicare il luogo destinato all’amministrazione del battesimo per immersione. I primi b. sfruttano impianti preesistenti, ma ... Giovanni Pàscoli Poeta (San Mauro, od. San Mauro P., 1855 - Bologna 1912). Con la sua ricerca linguistica audacemente sperimentale, P. aprì la strada alla rivoluzione poetica del Novecento. Con la raccolta Myricae, la poesia italiana sembra scrollarsi di dosso le incrostazioni della tradizione per far riemergere le ...
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Vocabolario
carròccio
carroccio carròccio s. m. [der. di carro]. – Grande carro a quattro ruote usato in battaglia dagli antichi comuni italiani: trascinato da buoi, pavesato dei colori della città, era difeso da squadre scelte e serviva anche per le funzioni...
-òccio
-occio -òccio [forse lat. volg. *-ŏceu, coniato per analogia con la serie -āceus, -ĭcius, -īcius, -ūceus]. – Suffisso alterativo aggettivale e nominale avente valore attenuativo, vezzeggiativo o spregiativo (belloccio, grassoccio; bamboccio,...
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