CARPOCRATE (Καρποκράτης, Carpocrătes)
Eresiarca del sec. II. Poco sappiamo di lui e di suo figlio Epifane, che avrebbe redatto i libri esoterici della loro setta, e a cui gli abitanti dell'isola di Same dedicarono tempio e culto. Sarebbero fioriti in Alessandria ai tempi d'Adriano. Taluni critici ritengono che i due eresiarchi non siano altro che la degradazione in forma umana del dio egiziano Harpokrates e d'una divinità lunare adorata in Same. In tal caso la dottrina dei carpocraziani, come quella degli ermetici, sarebbe stata fatta risalire a divinità del sincretismo ellenistico-egizio. Dai frammenti dei libri d'Epifane conservatici da Clemente Alessandrino, i carpocraziani appaiono una setta anarchico-egualitaria. La legge, secondo Epifane, avrebbe corrotto l'ideale stato di natura primitivo, in cui, con l'eguaglianza e la comunanza, si sarebbe rivelata la giustizia di Dio, simile al sole che egualmente e indistintamente distribuisce a tutti gli esseri i suoi raggi. Nel concetto della legge corruttrice, Epifane fondeva insieme il concetto paolino della legge instauratrice della coscienza e della realtà del male e il concetto dei sofisti del nomos, convenzione che si sovrappone alla natura. Aspetto più complesso, ma non inconciliabile, come ritengono alcuni, con i frammenti riportati da Clemente, ha il sistema carpocraziano riassunto da Ireneo. Le anime degli uomíni sarebbero prigioniere in questo mondo, creazione di spiriti più bassi del Dio supremo. Gesù, puro uomo, avrebbe recato dal mondo superno, da cui son decadute le anime, il ricordo del vero Dio e avrebbe insegnato agli uomini la via della redenzione con l'infrangere la legge e negando ogni osxequio alle potenze dominatrici di questo mondo. Infatti le potenze inferiori terrebbero prigioniere le anime con i comandamenti e i divieti, perché solo allora un'anima può tornare alla sua sede, quando abbia compiuto tutte le azioni possibili. Se non giunge a compierle in una sola vita, è costretta a una serie di successive reincarnazioni, finché non abbia pagato ogni tributo alle potenze dominatrici. Da ciò l'immoralismo della setta; ma che i suoi seguaci effettivamente compissero tutte le infamie che la dottrina richiedeva, è cosa che lascia dubbioso lo stesso Ireneo.
Fonti principali sono: Clemente Aless., Stromata, III, 2, 5-9; 3, 9; Ireneo, Adv. haer.,1, 25. Da essi derivano gli eresiologi posteriori.
Bibl.: W. Bousset, Hautprobleme der Gnosis, Gottinga 1907; E. De Faye, Gnostiques et gnosticisme, Parigi 1913; E. Buonaiuti, Frammenti gnostici, Roma 1922.