CAROLINA
. Nome dato in onore di Carlo I d'Inghilterra alla regione dell'America comprendente gli attuali stati della Carolina del Nord e della Carolina del Sud. Colonie britanniche fino al 1783, sono da allora fra i "tredici stati originarî" degli Stati Uniti.
Carolina del Nord (A. T., 130-131).
Lo stato della Carolina del Nord costeggia l'Atlantico ed è situato fra 33°50′ e 36°33′ lat. N. e fra 75°27′ e 84°20′ long. O.; il territorio consta di 135.778 kmq. di terraferma e di parecchie migliaia di kmq. di canali e lagune presso la costa. La parte occidentale, nella quale prevalgono le rocce antiche metamorfiche, contiene una grande varietà di minerali, quali mica, oro, corindone, ferro, rame e talco; sabbie e argille sono invece i prodotti della pianura costiera. Tuttavia le industrie minerarie non hanno per il momento grande importanza. Nel 1919 circa 2108 persone erano occupate nelle miniere e nelle cave di pietra. I terreni agrarî sono generalmente poco fertili. Alcune aree paludose vicine alla costa sono state, negli ultimi anni, prosciugate e coltivate.
La parte occidentale dello stato è montuosa, e vi si trovano alcune fra le più alte cime della zona orientale degli Stati Uniti (Monte Mitchell, m. 2044). I bei boschi, il clima fresco e il paesaggio magnifico ne hanno fatto un luogo di villeggiatura. Esistono parecchi laghi artificiali. Fra le montagne e la pianura litoranea si trova la regione pedemontana, dove prevalgono le colline. I fiumi non sono navigabili, ma molti di essi sono stati arginati per ottenere forza idroelettrica. La pianura costiera è relativamente piatta, con fiumi lenti, dei quali i più grandi sono navigabili; vicino alla costa vi sono terreni paludosi e qualche lago poco profondo.
Alle grandi differenze di altitudine corrisponde la varietà del clima. Nelle montagne più alte la temperatura media non arriva a 10°, mentre sulla costa all'estremo sud la temperatura media è di 18°. Le precipitazioni annue sono in media di 1250 mm., minori nelle regioni centrali, più copiose vicino alla costa, e specialmente nelle montagne. Piove più d'estate che in qualunque altra stagione, specialmente nel SE. dello stato. Abbastanza frequenti i temporali.
Il terreno era in origine quasi interamente coperto da boschi, e vi era una grande varietà di essenze, che ora sono state abbattute per dar posto all'agricoltura.
Ai tempi della scoperta dell'America gli abitanti della Carolina del Nord erano tutti Indiani, e il loro numero non superava probabilmente i 50.000. I primi coloni europei vennero dall'Inghilterra nel sec. XVI, ma colonie fisse non furono istituite se non dopo la metà del sec. XVII. Secondo il primo censimento degli Stati Uniti (1790) gli abitanti erano 393.751. Nel 1920 la popolazione ammontava a 2.559.123 ab. La densità della popolazione è maggiore nella zona pedemontana, dove si trova la maggior parte delle città industriali; la densità media è di 19 ab. per kmq.
La proporzione della popolazione urbana è sempre stata minore che in quasi tutti gli altri stati, ma è ora in rapido aumento. Era del 3,9% nel 1880, del 9,9% nel 1900i del 19,2% nel 1920. Le città più grandi sono Winston-Salem (48.395 ab.), Charlotte (46.338), Wilmington (31.372), Asheville (28.504), Raleigh (24.418), Durham (21.719), Greensboro (19.861), High Point (14.302), Salisbury (13.884), Gastonia (12.871) e Rocky Mount (12.742).
La ripartizione per razze della popolazione era nel 1920 la seguente: bianchi 69,7%, negri 29,8%, altre razze 0,5% (circa 1500 Indiani Cherokee nelle montagne, e 10.000 Croatani, razza mista, che si crede, almeno in parte, indiana, nella pianura costiera). I negri sono numerosi specialmente lungo il litorale; in alcune contee del NF. il loro numero supera quello dei bianchi. Nel 1920 vi erano nello stato 453 Italiani, in gran parte nella contea di Burke.
I raccolti principali in ordine di valore sono: cotone, tabacco, granturco, fieno, erbaggi, patate dolci, frumento, patate irlandesi, mele, fagioli, avena e pesche.
La forza idraulica abbondante nella Carolina del Nord, e specialmente nella regione pedemontana, favorisce il sorgere delle industrie. Nel censimento del 1920 figurava impiegato nelle fabbriche il 6,9% dell'intera popolazione, in confronto del 6,1% nel 1909 e del 4,2% nel 1899. I principali prodotti sono stoffe di cotone, legname da costruzione, sigarette, maglierie e mobili.
I fiumi maggiori della pianura costiera sono navigabili, ma vi è relativamente poco traffico. La rete ferroviaria misura circa 8400 km.
Storia. - Fra il 1508 e il 1526, Giovanni da Verrazzano, allora probabilmente al servizio della Francia, visitò quel che ora forma la Carolina del Nord sino al Capo Fear, mentre alcuni Spagnoli esploravano la costa atlantica, giungendo sino al Cape Lookout nella Carolina settentrionale. Ma soltanto verso la seconda metà del '500 si fecero tentativi serî per esplorare e per colonizzare questa parte della costa. Sotto il comando di Gualtiero Raleigh, partirono dall'Inghilterra tre spedizioni verso quella regione. La prima, condotta da Filippo Amadas e Arturo Barrowe nel 1584, entrò nel Pamlico Sound, esplorò il paese circostante, scoprì l'isola di Roanoke e tornò in Inghilterra, con un vivace rapporto sul clima, sulla rigogliosa vegetazione e sugl'Indiani indigeni, i quali apparvero "mitissimi, affezionati e fedeli. La seconda spedizione, sotto Riccardo Grenville e Ralph Lane (1585-1586), cercò di stabilirsi all'isola di Roanoke, ma il tentativo durò pochi mesi. Nella terza spedizione (1587-1591), circa 120 persone sotto la guida di Giovanni White si stabilirono nell'isola di Roanoke. Il White tormò nell'Inghilterra nel 1587 per rifornimenti, ma quando nel 1591 fu di nuovo nella colonia, non trovò nessuna traccia dei coloni, se non la parola Croatoan, incisa in un albero. Né si poté mai sapere se fossero stati allontanati da Indiani amichevoli, mischiandosi con essi, o se ne fossero stati uccisi.
Il vero inizio d'una colonia duratura si ebbe nel sec. XVII. Verso il 1665, alcuni Inglesi venuti dalla Virginia si stabilirono ad Albemarle, e verso il 1690 qualche Ugonotto si stabilì sul fiume Pamlico. Intorno al 1690 le zone settentrionali dell'intera provincia di Carolina cominciarono ad essere denominate Carolina del Nord. Durante il sec. XVIII alcuni colonizzatori scozzesi, scoto-irlandesi e svizzeri-tedeschi scesero in varie parti della colonia dalla Pennsylvania. Si calcola che la popolazione della Carolina settentrionale sia stata nel 1717 di circa 9000, e di circa 93.000 nel 1760; durante lo stesso periodo di tempo la popolazione di schiavi negri crebbe da circa 1500 a circa 16.000.
La concessione fatta da Carlo I d'Inghilterra della provincia di Carolina a sir Robert Heath, nel 1629, si estinse per la mancata colonizzazione della regione. Un vero governo s'iniziò con le Carte del 1663 e del 1665, concesse da Carlo II a otto "signori proprietarî" (Lords Proprietors), Ashley, Albemarle, Clarendon, Giovanni Berkeley, Guglielmo Berkeley, Carteret, Craven e Colleton. Le frontiere furono fissate al 36°30′ parallelo al nord e al 29° al sud e si estesero sino al Pacifico. La celebre Caria fondamentale o Gran modello di governo, preparata dal filosofo Giovanni Locke sotto la direzione di Ashley, era destinata a questa colonia. Sebbene formalmente accettato, questo progetto di governo con i suoi molti provvedimenti feudali era poco adatto alla colonia, e non fu mai attuato. Tecnicamente la colonia settentrionale, detta Carolina del Nord, e la colonia meridionale, detta Carolina del Sud, formarono una sola provincia; ma a cagione delle distanze immense e delle condizioni di vita assai differenti, si governarono in pratica come due unità autonome. Nel 1690 fu nominato un governatore per tutta la Carolina col potere di nominare un vice-governatore per la parte settentrionale. Nel 1714 si nominò un governatore per la Carolina del Sud. Nel 1729, 7 degli 8 signori proprietarî vendettero i loro diritti nella colonia alla Corona, e la Carolina del Nord fu eretta in colonia reale. Nel 1744 la Corona acquistò i diritti dell'ottavo signore proprietario, Carteret. I periodi di governo proprietario (1663-1729) e di governo reale (1729-1776) furono caratterizzati da un grave malcontento e da vivaci ribellioni contro la severità dei governanti ultramarini. Il governo proprietario della Carolina del Nord era fra i peggiori di tutte le colonie inglesi in America. I proprietarî ignoravano le condizioni della colonia e non s'interessavano di essa, se non per carpire danaro. Durante il periodo del governo reale si attuò nella Carolina del Nord come nelle altre colonie una continua lotta tra i colonizzatori e i rappresentanti della Corona. Dal 1768 al 1771 il risentimento contro le eccessive imposte prese la forma di un'insurrezione detta "il regolamento" (regulation), che fu domata a mano armata.
La Carolina del Nord, che era tra le colonie più democratiche per il suo spirito e per il suo tenore di vita, partecipò alla guerra per la liberazione delle colonie dall'Inghilterra. Due battaglie importanti ebbero luogo sul suo territorio, quella di Moore's Creek (febbraio 1776) e del Guilford Court House (marzo 1781). Le vittorie riportate dagli Americani sugl'Inglesi a Lexington e Concord nel 1775 suscitarono notevole entusiasmo nella contea di Mecklenburg nella Carolina del Nord che organizzò un nuovo governo della contea, indipendente dalla Corona d'Inghilterra. Il 12 aprile 1776 un congresso provinciale si riunì a Halifax e decise di autorizzare i suoi delegati al congresso continentale a unirsi agli altri delegati nel dichiarare l'indipendenza dall'lnghilterra. Così la Carolina del Nord è stata la prima colonia che abbia votato un'esplicita sanzione dell'indipendenza. Si riunì agli altri stati dell'Unione governati dagli articoli di confederazione del 21 novembre 1789, divenendo così il 12° stato dell'Unione.
Il 20 dicembre 1860 la Carolina del Sud uscì dall'Unione e formulò nel febbraio 1861 insieme a sei altri stati secessionisti uno statuto provvisorio per "gli stati confederati dell'America".
La Carolina del Nord cercò d'evitare la secessione, e mandò delegati ad una conferenza a Washington, con il desiderio di comporre le questioni tra nord e sud. C'era nello stato una grande divergenza d'idee. Il 15 aprile 1861 il presidente Lincoln, deciso a salvare l'unità del paese, invitò la Carolina del Nord a inviare truppe per il servizio immediato. Il governatore Ellis rispose: "Dalla Carolina del Nord non avrete truppe". Il 20 maggio del 1861 un'assemblea speciale dello stato decretò la secessione dall'Unione. La Carolina del Nord si unì agli stati confederati, partecipò attivamente alla guerra civile (1861-1865), e contribuì generosamente con uomini e danari alla causa del Sud. Il periodo postbellico, detto della ricostruzione, costò molte sofferenze e sacrifizî alla Carolina del Nord. Bianchi politicanti, indigeni o venuti dal Nord, e Negri imbaldanziti, dominarono il governo e oppressero i vecchi elementi bianchi indigeni. Nel 1876 questi ripresero il potere; e da allora il partito democratico è stato il partito politico dominante, salvo un breve intermezzo dal 1894 al 1898. Per risolvere l'assillante questione negra, nel 1900 si votò un emendamento allo statuto dello stato, che virtualmente tolse il voto ai Negri.
Volgarmente la Carolina del Nord è nota col nomignolo "Il vecchio stato del nord" o "Lo stato dei tacchi di catrame" (Tarheel state).
Bibl.: S. B. Weeks, A bibliography of North Carolina historical literature, Harvard University Library, 1895; R. D. W. Connor, W.K. Boyd, J. G. de R. Hamilton, History of North Carolina, voll. 6, New York 1919; S.A. Ashe, History of North Carolina, I, Greensboro 1908; II, Raleigh 1925; J.S. Basett, Constitutional beginnings of North Carolina, 1663-1729, Baltimora 1894; C. L. Raper, North Carolina, a royal province, 1729-1775, Chapel Hill 1901; J. G. de R. Hamilton, Reconstruction in North Carolina, New York 1914.
Carolina del Sud (A. T., 145-146).
Lo stato della Carolina del Sud è situato sulla costa atlantica fra la Carolina del Nord e la Georgia, fra 32°2′ e 33°13′ lat. N. e fra 78°33′ e 83°21′ di lat. O. La superficie è di 80.258 kmq. Una linea che corre attraverso lo stato e parallelamente alla costa, lo divide in due parti diseguali, geologicamente e morfologicamente diverse: la parte NO. che si trova nella regione delle montagne appalachiane ed è collinosa; e una pianura posta lungo il mare, quasi tutta bassa e piatta.
I principali prodotti minerarî dell'area metamorfica che separa le due zone sono il granito e piccole quantità d'oro e di stagno. Nella pianura costiera, a distanza dal mare, vi sono invece depositi importanti di caolino e d'argilla.
I fiumi vanno generalmente in linea retta dalle colline verso la costa; nella regione pedemontana formano frequenti cascate e sono arginati in molti punti per utilizzare la forza idraulica.
La temperatura media annuale varia da 15° a Greenville, a 20° a Beaufort, presso il limite meridionale dello stato. La precipitazione annua è in media di 1040 mm., ma è minore nelle regioni centrali che nelle montagne e presso la costa.
In origine la Carolina del Sud era quasi tutta coperta di foreste: querce ed altri alberi latifogli in montagna, pini di varie specie nella pianura costiera, cipressi ed alberi latifogli nelle paludi.
Gli aborigeni erano indiani, in maggior parte delle tribù Catawba e Cherokee. I primi coloni bianchi stabili furono Inglesi, che sbarcarono nel 1670 vicino all'attuale Charleston; vi si unirono Scozzesi, Gallesi, Ugonotti, coloni di altre parti dell'America e molti schiavi negri. Dal primo censimento degli Stati Uniti nel 1790 risultano 249.073 abitanti nella Carolina del Sud, cioè circa 3 per kmq.; nel 1920 gli abitanti erano 1.683.724.
La percentuale della popolazione urbana (cioè delle città di oltre 2500 ab.) crebbe da 7,5 nel 1880 a 12,8 nel 1900, e a 17,5 nel 1920. Nel 1920 le città principali erano Charleston con 67.957 abitanti, Columbia con 37.524, Greenville con 23.127, Spartanburg con 22.638, Florence con 10.968, Anderson con 10.570, e Sumter con 9.508. Charleston è il porto maggiore, Columbia la capitale.
La ripartizione per razze della popolazione nella Carolina del Sud dava nel 1920 i seguenti risultati: Bianchi 48,6, Negri 51,4%, di altre razze circa 0,03%. I primi immigranti furono Bianchi, ma il terreno e il clima favorivano vaste piantagioni; avvenne così che, verso il 1815, il numero dei Negri oltrepassava già quello dei Bianchi, e la proporzione crebbe fino ad un massimo di circa 60% nel 1880 da allora va però diminuendo. I Negri sono più numerosi nella pianura e nelle terre circostanti; raggiungono meno del 25% nella popolazione delle regioni montuose, e nella contea orientale, dove il terreno è così povero, che l'agricoltura non poté mai svilupparsi proficuamente. Nel 1920, gl'Italiani nello stato erano 344.
Per tutte le persone al disopra dei 10 anni la percentuale degli analfabeti era nel 1920 di 6,5% per i Bianchi indigeni, di 6,2% per i Bianchi forestieri, e di 29,3% per i Negri.
Più di metà della popolazione della Carolina del Sud vive in fattorie. Nel 1920 le fattorie occupavano il 63,7% dell'area, i terreni bonificati e coltivati invece il 31,7%. In quell'anno il 43,5% degli agricoltori erano indigeni bianchi e il 56,5% negri. I raccolti principali secondo l'ordine di valore sono: cotone (più di metà del totale), granoturco, tabacco, fieno, erbaggi, patate dolci, avena e patate irlandesi.
Il censimento agricolo del 1925 segnala che dal 1920 v'è una diminuzione non solo nella popolazione agricola, ma anche nel numero e nell'area delle fattorie; lo stesso fatto si verifica in molti altri stati.
Le industrie sono bene sviluppate nella regione pedemontana, essendovi grande abbondanza di potenza idraulica. Nel 1919 le fabbriche dello stato impiegavano 86.360 persone (5,1% della popolazione totale, in confronto di 3,9% nel 1899). Più della metà degli operai sono impiegati nelle fabbriche di cotone.
I fiumi maggiori della pianura costiera sono navigabili, ma attualmente il commercio vi è insignificante. Vi sono circa 6500 km. di linee principali ferroviarie a vapore e 400 km. a trazione elettrica; circa 400 km. sono a doppio binario. Alla fine del 1925 vi erano circa 8000 km. di strade maestre, dei quali 500 lastricati.
Storia. - L'inizio vero della colonizzazione nella Carolina del Sud si ha solo col 1670, quando coloni inglesi stabilirono sul fiume Ashley il nucleo d'una colonia conosciuto col nome di Charles Town (più tardi Charleston). In due anni la colonia crebbe sino a comprendere 400 abitanti, che in dieci anni salivano a circa 1200. Nel 1679 e anche più tardi, degli Ugonotti ricevettero licenza di recarsi nella Carolina del Sud, dove formarono un elemento destinato ad avere grande importanza nella storia della regione. Pochi anni píù tardi degli Scozzesi sotto la guida di lord Cardross si stabilirono a Port Royal; ma entro pochi anni questa colonia fu sterminata dagli invasori spagnoli. La posizione della Carolina del Sud, e la conseguente paura degli Spagnoli alle frontiere meridionali furono un fattore predominante nella primitiva storia della colonia. Vennero poi, nella Carolina del Sud, puritani del Massachusetts, Inglesi, Irlandesi, Scozzesi, Gallesi, Svizzeri e Tedeschi. Si calcola che la popolazione della Carolina del Sud sia stata di circa 19.000 ab. nel 1717 e di circa 100.000 nel 1760.
Sebbene le due Caroline tecnicamente formassero soltanto una provincia sotto i signori proprietarî, in pratica ciascuna aveva un governo distinto e sviluppato in perfetta autonomia. Ma il regime dei proprietarî fu rovesciato dai coloni della Carolina del Sud nel 1719. Il Board of Trade a Londra riconobbe la "rivoluzione" e per dieci anni la colonia fu governata sotto la sovranità reale. Nel 1729, per la vendita fatta dai signori proprietarî, la Carolina del Sud divenne ufficialmente una dipendente colonia reale.
Le grandi piantagioni erano frequenti nella colonia e l'indole della vita era aristocratica; gli schiavi formavano una gran parte della popolazione: al contrario della Carolina del Nord, dove prevalevano i píccoli poderi, con una vita democratica e una minore e meno importante popolazione di schiavi.
La Carolina del Sud ha avuto una parte molto notevole nella rivoluzione americana. Non avendo ottenuto successo nel Nord, gl'Inglesi fecero uno sforzo intenso per impadronirsi del Sud. La presa di Charleston e la vittoria di Camden, nel 1780, sottoposero lo stato alla mercé degl'Inglesi.
Ma nell'anno seguente le forze britanniche furono vinte a Cowpens, a Guildford Court House (C. d. N.), a Hobkirk Hill, e a Eutaw Springs. La Carolina del Sud aderì quindi all'Unione.
Tra i fatti notevoli nella storia interna dello stato, fra il 1789 e il 1860, si nota l'acuta lotta tra le contee occidentali composte degl'immigrati venuti nel secolo decimottavo, e le contee orientali, il cui centro era Charleston, composte di vecchi ceti aristocratici e possidenti; la crescente importanza della questione degli schiavi negri, così intimamente congiunta con gl'interessi cotonieri dello stato; e la volontà di resistenza al governo federale di Washington. La Carolina del Sud si oppose così con fierezza ai dazî nazionali del 1828, conosciuti come la "Legge delle abbominazioni", che rappresentavano la vittoria degl'interessi industriali del Nord, sugl'interessi agricoli del Sud (e che poi non si tradussero in realtà); e fu alla testa del movimento schiavista. Il 20 dicembre 1860, la Carolina del Sud dichiarò anzi di sciogliersi dall'Unione; e nella guerra di secessione ebbe grande parte. Difficile il periodo postbellico. Dal 1876 il partito democratico è stato il partito politico dominante. Come la maggior parte degli stati meridionali, la Carolina del Sud ha inserito nel suo statuto un emendamento che virtualmente toglie ai Negri il diritto di votare, essendo questi colà più numerosi dei Bianchi. La Carolina del sud è volgarmente nota come lo "stato del palmetto".
Bibl.: History of South Carolina, voll. 5, New York 1920; E. McCrady, The history of South Carolina under the proprietary government 1670-1719, New York 1897; The history of South Carolina under the Royal government 1719-1776, New York 1901; The history of South Carolina in the Revolution, 1775-1780, New York 1901; id., 1780-1783, New York 1901; J. S. Reynolds, Reconstr. in South Carolina, 1865-1877, Columbia, S. C. 1905; J.G. Van Dusen, Econ. Bases of Disunion in South Carolina, New York 1928.