carnivorismo
s. m. Regime alimentare che prevede il consumo di carne animale.
• Safran Foer è andato oltre e in «Eating animals» mette sotto processo tutte le nostre tendenze carnivore, Kosher o no che siano. Scrive: «Gli umani sono i soli animali che hanno figli di proposito, si tengono in contatto (o no), si preoccupano dei compleanni, sprecano e perdono tempo, si lavano i denti... e possono scegliere di non mangiare qualcosa perché la coscienza glielo impedisce. Le giustificazioni per mangiare animali e per evitarlo si riducono a una: noi non siamo loro». Si diffonde l’obiezione di coscienza al carnivorismo. (Gabriele Romagnoli, Repubblica, 23 gennaio 2010, p. 37, R2) • [Robert] Eisler, che è introdotto in questa prima edizione italiana della sua opera dai saggi di Martino Doni ed Enrico Giannetto, dedicati a «l’animale e l’archetipo» e all’«origine della violenza nel carnivorismo», intende individuare la causa preistorica «di ogni crimine». Un aiuto glielo fornisce la teoria junghiana delle idee archetipe. Quelle stesse che sopravvivono «negli strati ancestrali subconsci della mente e che si rivelano in tutto il mondo nelle leggende, nei miti e nei riti dell’uomo storico, nonché nei sogni effimeri e nelle illusioni durature dell’umanità contemporanea». (Armando Torno, Corriere della sera, 14 ottobre 2011, p. 51, Terza pagina) • Nella Bibbia il carnivorismo è promosso in lungo e in largo, dall’Antico Testamento al Nuovo, con un crescendo di partecipazione. Se nella Genesi la carne compare in un ordine di Dio agli uomini («Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo»), nel Vangelo diventa dieta divina. (Camillo Langone, Foglio, 30 agosto 2012, p. 2).
- Derivato dal s. m. e agg. carnivoro con l’aggiunta del suffisso -ismo.
- Già attestato nella Stampa della Sera del 16 agosto 1933, p. 3.
> nocarne.