CARNI (Καρνοί)
Nome dato nell'antichità agli abitatori dei declivî meridionali delle Alpi Carniche, dai quali ha poi tratto il nome la Carnia (v.).
La topografia antica di tutta la regione è poco nota; certo è che i Carni confinavano ad E. con popolazioni pannoniche, ad O. con i Veneti, a N., di là dalle Alpi Carniche, con i Norici.
Dell'importante rete stradale della regione, sono da menzionare una strada fra Ad Pirum e In Alpe Julia che metteva capo ad Aquileia, un'altra che da Tergeste passava per le Alpi Giulie attraverso i Catali. Importante pure la strada che univa le città di Piranum, Parentium e Pola, e attraverso l'Arsia giungeva al Quarnaro. Dei fiumi carnici sono ricordati fra i più importanti tra Concordia e Opitergium (Oderzo), confine fra i Veneti e i Carni, il Tagliamento, il Natisone e l'Isonzo.
Dei diversi abitanti si ha qualche accenno anzitutto dei neolitici (Liguri), poi dei popoli dell'età del bronzo e del ferro che lasciarono traccia nei cosiddetti castellieri. Segue la civiltà gallica.
Il Senato nel 186 a. C. intimò ai Galli, discesi sulla sponda settentrionale dell'Adriatico, di ripassare le Alpi. Poco dopo (183 a. C.) sorse Aquileia quale antemurale contro gli Istri da una parte e i Galli dall'altra, uno dei principali centri con Tergeste e Iulium Carnicum. I Carni (115 a. C.) a settentrione delle Alpi Carniche furono domati dal console M. Emilio Scauro (Corp. Inscr. Lat., I, 1, 2ª ed., p. 49). Aquileia, come quartiere d'inverno, divenne il centro dell'attività di Giulio Cesare e poi d'Augusto. Da quell'epoca in poi la città di Aquileia (v.) entrò sempre più nell'orbita dell'attività augustea in lstria.
Bibl.: Th. Mommsen, Corp. Inscr. Lat., III, p. 496; H. Nissen, Ital. Landeskunde, I, Berlino 1883, p. 479; Czoernig, Die alten Völker Oberit., Vienna 1885, p. 48; E. De Ruggiero, Dizion. epigr., ii, col. 116; G. Oberziner, Le guerre di Augusto, Torino 1900, pp. 175, 208.