CARNEFICE (fr. bourreau, ufficialmente exécuteur des hautes øuvres de justice, o des arrêts criminels; sp. verdugo; ted. Henker; ingl. executioner, hangman) (impiccatore)
È l'incaricato di eseguire le condanne a morte. Perché si possa quindi parlare di carnefice in senso proprio, è necessario che la morte sia conseguenza, non di vendetta popolare o privata, ma di sentenza del magistrato. Con tutto ciò, la nozione - propria agli stadî primitivi della religiosità - dell'impurità del cadavere, che si comunica a chi viene a contatto con esso, insieme con l'orrore naturale che ispira la morte, hanno contribuito a far considerare generalmente come infame la professione del carnefice. Il termine ha preso in italiano la connotazione traslata di "uomo sanguinario", mentre il nome popolare di boia è considerato un insulto, come fu in Francia bourreau.
In Grecia, Aristotele (Polit., VI, c. ultimo) pose tuttavia il carnefice tra i magistrati; in Roma, assolsero tale funzione per lo più i littori. Nella Germania medievale, era spesso un giudice, per lo più il meno anziano; come in Inghilterra l'obbligo di eseguire le sentenze capitali spetterebbe allo sceriffo, se questi non fosse aiutato da persona prezzolata. In Francia, solo il re aveva carnefici, ai quali ricorrevano anche quei signori cui era riconosciuto il diritto di "alta giustizia". Avevano ricompense variabili, in denaro e in natura. Poi, con la Rivoluzione che introdusse la ghigliottina, anche la funzione del carnefice perdette il suo lato, diremo, pittoresco; in America, con l'elettroesecuzione o esecuzione mediante corrente elettrica, il carnefice è diventato quasi un meccanico ed è sparito il vecchio tipo del boia, come quello spagnolo, con il costume caratteristico, la casa dipinta di rosso alla quale il popolo evitava di avvicinarsi, la vendita della corda dell'impiccato, ecc. Ciò nonostante, alcune figure sono rimaste popolari: Mastro Titta, Monsieur Simon, Monsieur Deibler, ecc.