CARNEE (Κάρνεια)
Feste in onore di Apollo Carneo; quelle di Sparta, celebrate nel mese da esse chiamato Carneo, cioè nell'agosto, erano considerate la solennità nazionale di tutti i Dori. Si conservavano liste dei vincitori nelle Carnee (Καρνεονῖκαι) a partire dal 676 a. C. Secondo la tradizione esse sarebbero state istituite per espiare l'uccisione del vate Carneo, che, sceso dalla sua patria, l'Acarnania, come indovino nell'esercito degli Eraclidi, sarebbe stato ucciso da uno di questi per sospetto di spionaggío: feste dunque di carattere naturalistico ed espiatorio, certamente derivate alla religione greca da un culto preellenico. Il nome Carneo si trasformò per lo più nel Peloponneso in epiteto di Apollo; in alcune città, tuttavia, il nome dell'antica divinità continuò a esistere da solo, associato con epiteti proprî: tale divinità era verosimilmente protettrice delle greggi, secondo l'etimologia tramandata da Esichio κάρ, κάρα, κάρνος "capro" o "pecora"; secondo l'antica leggenda, invero, si chiamava Krios "capro", un vecchio indovino che per primo aveva dato ospitalità alle feste in onore di Carneo. Il sacrificio solenne delle feste carnee era appunto quello d'un capro; probabilmente le sembianze del dio erano rappresentate con testa, o almeno con corna di capro: probabilmente anche è Apollo Carneo, e non Giove Ammone, il dio la cui testa imberbe e cornuta è raffigurata su diverse monete delle città del Peloponneso, nelle quali è esteso il suo culto.
Le due cerimonie priricipali che si sono tramandate per le feste carnee ci confermano íl carattere originario del culto; una è la festa degli σταϕυλοδρόμοι: cioè, corsa di giovani, che, sorreggendo grappoli d'uva, si lanciavano all'inseguimento di un corridore, partito per primo, tutto incoronato di bende; l'altra cerimonia era quella delle tende (σκιάδες): si drizzavano nella campagna nove tende, o pergole, entro ciascuna delle quali prendevano posto nove cittadini che banchettavano in onore del dio. Sull'organizzazione delle feste sappiamo ancora che gli ordinatori, chiamati καρνεᾶται, erano scelti a sorte ogni quattro anni, cinque per ogni tribù, fra i celibi; il sacerdote che presiedeva alle feste era chiamato ἀγήτης. Oltre che per Sparta, feste carnee sono testimoniate per molte città del Peloponneso e della Grecia in genere; fra i santuarî di Apollo Carneo era famoso soprattutto quello di Andania (v.).
Bibl.: L. Couve, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des antiq., III, p. 802 segg.; Wide e Höfer, in Roscher, Lexikon d. griech. u. röm. Mythologie, II, col. 961 segg.; Wide, Lakonische Kulte, Lipsia 1893, p. 737 segg.; Pauly-Wissowa, Real-Encycl., X, coll. 1986-1993.