ITIFALLICI, CARMI
. Gli antichi chiamavano verso itifallico la tripodia trocaica acatalettica. Ateneo (XIV, p. 622) ci informa che gli ithyphalloi dall'aspetto di ubriachi, incoronati di fiori e vestiti di un chitone mezzo bianco, solevano cantare in onore del phallos come simbolo di Dioniso. Di questi antichi carmi non è rimasto che il verso già da Archiloco, secondo Efestione, adoperato come clausola di un colon anapestico o dattilico e non più κατὰ στίχον, e più tardi adoperato solitamente come clausola di una serie di trochei e di giambi o addirittura mescolato in strofe trocaiche, come il ferecrateo in quelle di gliconei. Lo schema è - ⌣ - ⌣ - ⌣: e spesso la terza arsi è allungata, sicché il verso ha l'andatura di una tetrapodia catalettica.
Bibl.: U. v. Wilamowitz, Griechische Verskunst, Berlino 1921.