OTTAVIANO, Carmelo
OTTAVIANO, Carmelo. – Nacque il 18 gennaio 1906 a Modica (Ragusa) da Evangelista e da Concettina Fronte.
Frequentò il liceo classico Tommaso Campailla di Modica, conseguendo la licenza il 16 luglio 1923, un anno prima del previsto, grazie agli ottimi voti riportati. Dopo la maturità, lasciò la Sicilia alla volta di Roma, per seguire i corsi di filosofia teoretica, tenuti da Bernardino Varisco, e di storia del Cristianesimo, tenuti da Ernesto Bonaiuti. Presto, però, si trasferì a Milano, iscrivendosi all’Università cattolica del Sacro Cuore e conseguendo la laurea in filosofia l’8 novembre 1927. Due anni dopo lasciò Milano, a causa di forti dissidi con padre Agostino Gemelli, una delle figure di spicco del panorama cattolico del tempo, col cui sostegno avrebbe voluto preservare la filosofia italiana dall’eccessivo ruolo svolto da Giovanni Gentile, ma che si mostrò poco incline a condividere quella battaglia culturale.
A soli 24 anni, nel 1930, vinse, classificandosi primo in tutta Italia, il concorso di professore di filosofia e storia nei licei. Nel 1933 fondò la rivista Sophia, che per un quarantennio, fino al 1973, costituì una delle voci del dibattito filosofico italiano. Fedele al magistero di Francesco Orestano, che riteneva «uno dei più grandi filosofi che l’Italia abbia avuto insieme a Bernardino Varisco dopo Rosmini e Gioberti» (Giudizio intorno alla Logistica, in Sophia, I [1956], p. 4), la sua esperienza intellettuale fu dominata, in maniera sempre coerente e costante, dalla battaglia contro l’immanentismo – esito, a suo parere, della negazione di quel tratto della filosofia moderna che aveva fondato e fatto avanzare il pensiero dell’immanenza – la cui principale rappresentazione Ottaviano individuò nell’idealismo, segnatamente in quello italiano del Novecento (Critica del principio d’immanenza, Milano 1934).
In questa direzione si colloca uno dei suoi testi più noti, Critica dell’idealismo (Napoli 1936), tra i pochissimi saggi del panorama filosofico italiano a essere tradotto nella Germania nazista (Münster 1941) ma ben presto censurato, a causa della decostruzione, in esso contenuta, del pensiero di Gentile. Ottaviano vi diede corpo a una serrata critica dell’idealismo, e in particolar modo della versione attualistica di esso, unita a una ferma reazione nei confronti del timido atteggiamento manifestato da una certa parte del mondo cattolico del tempo, legata al pensiero neoscolastico – incapace anche di condurre una campagna salda e vigorosa di rigenerazione del Cristianesimo – verso la filosofia idealistica. Questa azione culturale fu attuata attraverso un progetto di difesa della tradizione del realismo, in polemica con l’irrazionalismo e il relativismo, dominanti nella cultura europea e a favore di un habitus metodologico ispirato da una forte fiducia nella scienza e nel procedere dell’indagine razionale, che suscitò forti reazioni da parte del fronte idealistico della cultura italiana (La fondazione del realismo, Napoli 1936).
Dal 1934 al 1938 fu impegnato presso la Regia Accademia d’Italia, per un lavoro di ricerca negli archivi e nelle biblioteche italiani di manoscritti utili alla ricostruzione del pensiero medievale e moderno, oggetto del suo interesse già a partire dagli anni della formazione giovanile. In questo contesto si inseriscono gli studi su Pietro Abelardo (Roma 1930), Guglielmo di Auxerre (ibid. 1930), Riccardo di S. Vittore (ibid. 1933),Pier Lombardo (Urbino 1935), e la pubblicazione di Testi medioevali inediti: Alcuino, Avendanth, Raterio, St. Anselmo, Pietro Abelardo, incertus auctor (Firenze 1933), nonché delle Opere filosofiche, in tre volumi, di Anselmo d’Aosta (Lanciano 1928). Una delle sue esperienze culturali più felici fu, però, lo studio del pensiero di Gioacchino da Fiore, del quale si occupò già a partire dal 1934, quando pubblicò a Roma, presso la R. Accademia, il codice di Oxford Joachimi Abbatis contra Lombardum, attribuendolo a uno degli allievi dell’abate.
Lo studio del pensiero medievale, in particolare, gli permise di attendere alla fondazione di una nuova metafisica, che muoveva da una forte polemica nei confronti delle posizioni tomiste, costruita attraverso la difesa delle correnti più ortodosse del mondo cattolico italiano e sostanziata da un progetto di recupero dei motivi portanti del cattolicesimo e, in particolare, delle verità di fede, a cui corrispose la scelta di abbandonare definitivamente l’ambiente dell’Università cattolica (Metafisica del concreto. Saggio di una apologetica del cattolicesimo, Roma 1929).
Nell’opera che può essere considerata la sintesi del suo pensiero, Metafisica dell’essere parziale (Padova 1942), ritenne necessario avviarsi verso la ‘quarta età’ del pensiero filosofico. «Il presente libro» – si legge nella prefazione alla prima edizione – «si propone tre intenti. Il primo è quello di porre le basi per una costruzione filosofica che si distacchi nettamente da tutti i postulati caratteristici del pensiero classico in genere, greco e medievale, e dal pensiero moderno, verso una “quarta età” della speculazione filosofica. Non è dubbio infatti che i principi su cui poggiano il pensiero greco e quello medievale (per quanto di greco è in esso), nonché il pensiero cosiddetto moderno dal Rinascimento italiano e da Cartesio a noi, siano stati nettamente superati dalla critica» (p. VII).
Grazie all’intensa attività di ricerca, conseguì in breve tempo tre libere docenze: in storia della filosofia medievale (1929), in storia della filosofia (1933) e in filosofia teoretica (1934). Nel 1938 vinse il concorso per la cattedra di storia della filosofia a Cagliari, che occupò fino al 1942, quando decise di partecipare al concorso per la medesima cattedra a Napoli, ottenendola a partire dall’anno accademico 1942-43. Durante i due anni successivi, la sua permanenza nell’Ateneo napoletano attraversò alterne vicende, essendo stato annullato il concorso per sospetta propaganda di regime.
L’ambiente filosofico e universitario partenopeo, spesso dominato dalla figura di Benedetto Croce, nutrì non pochi dubbi sulla sua posizione nei confronti del fascismo, a tal punto da sospettarlo di connivenza con le politiche di regime, essendo, oltretutto, iscritto al Partito nazionale fascista, come, del resto, gran parte dei docenti universitari del tempo. Nonostante il ritiro dell’accusa qualche anno dopo, essa gli procurò una sospensione di tre mesi dall’insegnamento.
Nel dicembre 1945 ottenne il trasferimento a Catania, dove, ininterrottamente fino al 1976, insegnò storia della filosofia e tenne anche altri insegnamenti, tra cui quello di paleografia, affiancando alla docenza la fondazione (1948) e l’organizzazione culturale e didattica dell’Istituto universitario di magistero.
Il 3 marzo 1946 sposò Maria Carola Guerrieri, dalla quale ebbe cinque figli, Gianfranco, Pierfausto, Loredana, Maria Luce e Maria Gabriella.
Morì all’ospedale di Terni il 23 gennaio 1980.
Opere: Un nuovo documento intorno alla condanna di Gioacchino da Fiore nel 1215, Napoli 1935; La Fisica di Tommaso Campanella nell’inedita Physiologia italiana, Roma 1938; Le incertezze della scienza moderna, Padova 1959; Che cosa è il social-liberalismo, ibid. 1962; Lineamenti programmatici per una riforma della scuola italiana, ibid. 1962; Didattica e pedagogia, ovvero La mia riforma della scuola, ibid. 1968; La legge della bellezza: con-siderazioni teoriche e applicazioni pratiche, ovvero La mia soluzione del problema estetico, ibid. 1968; Introduzione alla teoria della proprietà per tutti, ovvero La mia soluzione al problema economico-politico, ibid. 1968; Manuale di storia della filosofia, Napoli 1970-72.
Fonti e Bibl.: D. D’Orsi, Appunti autobiografici ed evoluzione filosofica di C. O., in Archivium Historicum Mothycense, V (1999), pp. 57-68; F. Coniglione, «Sophia». Nel segno di O.: una rivista a tutto campo, in La cultura filosofica italiana attraverso le riviste, a cura di P. Di Giovanni, Milano 2006, pp. 89-124; C. O. nella Filosofia del Novecento, a cura di F. Rando - F. Solitario (Atti dei Convegni tenuti all’Università cattolica di Milano il 21-22 giugno 2007 e all’Università di Catania il 25-26 giugno 2007), Milano 2008; R. Di Tommasi, Compendio di una vita filosofica: C. O., in Voci dal Novecento, a cura di I. Pozzoni, Villasanta 2010, pp. 331-378.