CARLOWITZ
. Il 26 gennaio 1699 si concludeva a Carlowitz (ora Karlovci, in Iugoslavia, sul Danubio) la pace fra Austria, Venezia, Russia, Polonia da una parte e la Turchia dall'altra. La Serenissima era entrata in una lega santa con l'Austria contro il Turco, e sostenne il faticoso urto con esito anche brillante, dando spettacolo della forza e della sapienza militare marittima, che ancora conservava. Ma alla virtù militare non poteva più accoppiare quella politica. L'Austria la trascinò per suo tornaconto in una campagna aspra e difficile (1690-98), ma non la ricompensò dei suoi sacrifizî. Quando l'orizzonte internazionale si oscurò maturando difficili sorprese continentali, l'Austria credette più conveniente non mettere a repentaglio i frutti della campagna contro il Turco col prolungamento dell'azione militare, e trasse anche l'alleata, che vi accedeva malvolentieri, alle discussioni di Carlowitz in un'atmosfera di scontrosità e di diffidenze, nascoste sotto lo sfarzo teatrale allestito attorno alla riunione. L'Austria aveva fretta di concludere, anche se per raggiungere l'intento era necessario sacrificare l'alleata; i Veneziani, per bocca dell'abile e saggio Carlo Ruzzini, erano di parer contrario. Nell'impossibilità però di assumersi la responsabilità di provocare una rottura dei negoziati, le cui conseguenze sarebbero ricadute tutte sulla repubblica, adottarono un prudente atteggiamento temporeggiatore. Quando Turchi e Austriaci, a insaputa quasi dei colleghi veneziani, furono d'accordo, posero questi dinnanzi al fatto compiuto, con l'alternativa di accettare i 16 capitoli già concretati o sopportare da soli il peso della prosecuzione della guerra. Sotto questo dilemma, il Ruzzini si rassegnava; la pace era firmata il 26 gennaio 1699, come termine provvisorio piuttosto che risolutivo della situazione. Basata essenzialmente sulla conservazione dello statu quo, la pace riconosceva agli Asburgo il possesso dell'Ungheria (a eccezione del banato di Temesvár, che rimaneva alla Turchia), a Venezia i possessi in Dalmazia e Morea, alla Polonia la Podolia e Kamenec. Per la Russia la pace aveva il significato di un armistizio, durante il quale manteneva occupata Azov. La pace non aveva soddisfatto nessuno; l'Austria l'aveva accettata come il meno peggio; Venezia, pur non subendo ulteriori sacrifici territoriali, non trovava compenso all'immane sforzo sostenuto; il Turco si ritirava in agguato, attendendo l'occasione propizia per riprendere l'audace offensiva.
Bibl.: C. Ruzzini, Relazione di Germania, 1699, in Berchet, Relazioni degli ambasciatori di Venezia, VII; N. Jorga, Geschichte des Osmanischen Reiches, V, Gotha 1912; M. P. Popović, Der Friede von Karlowitz, Lipsia 1893.