BENETTINI, Carlotta (Carolina Luigia Agostina)
Nata a Sampierdarena il 25 ag. 1812 da Carlo, notaio collegiato e poi titolare di un banco di sali e tabacchi a Loano, e da Caterina Ferrugia, nell'aprile 1826 aveva sposato Giuseppe Martini. Il 7 giugno 1833 veniva arrestata, essendo stato trovato nella sua casa un appello rivoluzionario che incitava i Genovesi ad insorgere contro Carlo Alberto, il "traditore" del 1821. Detenuta nel carcere di S. Andrea, quindi interrogata, il 10 settembre, dall'auditore Ratti Opizzoni, la B. asserì di essere stata la compilatrice del foglio rivoluzionario e negò di avere legami di alcun genere con esponenti della Giovine Italia. Liberata nel gennaio 1834, fu confinata a Loano, nella casa patema, sino alla primavera del 1835, allorché fece ritorno a Genova.
Nel 1848 la B. fece parte attiva dei Comitati di soccorso, ed assistette i feriti e le famiglie dei combattenti; durante l'insurrezione di Genova, del marzo-aprile 1849, combatté a fianco degli insorti sulle barricate. Negli anni successivi svolse attiva opera patriottica, ospitando e celando nella sua casa emigrati politici, e facendo collette, nel 1852, per essi. Fra gli altri, ebbe ospite nel 1854 M. Quadrio. Nel 1856 nascose nella sua casa il Mazzini, che ebbe da quell'epoca per la B. affettuosa amicizia, iniziando con lei una frequente corrispondenza. L'anno successivo egli fu ancora presso la B., che, per sottrarlo alle ricerche della polizia seguite al moto del 29 giugno 1857, unitamente alla figlia Cristina, lo nascose a Quarto. Nel maggio 1860 la B., pur gravemente ammalata (e per questo il figlio Carlo, che fu con la brigata di Castel Pucci e combatté al Volturno, non poté partire con Garibaldi), lo ospitò ancora nella sua casa in salita S. Anna.
Nell'autunno 1861 fu tra le animatrici del Comitato femninile per Roma e Venezia, dietro suggerimento del Mazzini stesso, che si mantenne in continuo contatto epistolare con lei, soccorrendola con aiuti finanziari, per le sue difficili condizioni economiche. Con ogni probabilità la B. si recò, dopo il 1861, in epoca imprecisata, a Londra per curare il Mazzini ammalato. Questi fu ancora suo ospite nel 1870, nella casa di Salita Oregina; quando venne arrestato, la B. si offerse di assisterlo nel carcere di Gaeta. Rivide il Mazzini - che continuò sino alla morte a confidarle i suoi pensieri e le sue iniziative - ancora nell'ottobre del 1870 e nell'ottobre del 1871, sempre a Genova. Alla morte del Mazzini, considerata una delle maggiori esponenti del movimento mazziniano, la B. venne nominata socia onoraria della Consociazione operaia genovese. Morì a Genova il 23 ott. 1873
Fonti e Bibl.: Genova, Arch. dell'Istit. Mazziniano, cart. 3, nn. 529, 541, 544; cart. 20, n. 2566; A. Neri, L'arresto di C. B., in Natura ed arte, II (1893-1894), pp. 235 s.; A. Luzio, C. B., in Gazz. di Genova, 31 dic. 1921; Una popolana cospiratrice, in Il Marzocco, 29 genn. 1922, p. 3; A. Luzio, Carlo Alberto e Mazzini, Torino 1923, pp. 209-218; E. Rinaldi, Una fida seguace di Mazzini, in Rass. stor. del Risorg., X (1923), pp. 535 ss.