CARLONI o CARLONE
Famiglia di decoratori lombardi, che svolse dalla seconda metà del'400 alla prima dell'800 un'ininterrotta attività, e acquistò larga fama soprattutto nei secoli XVII e XVIII. La famiglia C. si divide in due rami: di Rovio (dal paese natale presso Mendrisio) e di Scaria (Valle d'Intelvi, presso Como). In chiese e palazzi dell'Italia, dell'Austria, della Germania, della Francia, della Svizzera e della Spagna, essi ripeterono le forme del tempo, con esuberanza e grande abilità. Ricordiamo i principali:
Andrea o G. Andrea. - Pittore. Nacque a Genova nel 1639; ivi morì nel 1697. Apprese la pittura dal padre G. Battista: poi passò a Roma alla scuola di Carlo Maratta, e infine a Venezia, intento allo studio del Veronese. Per lungo tempo fu a Perugia, ove fondò un'accademia e affrescò, nella chiesa del Gesù, la storia di Giosuè, e, in S. Gerolamo, la vita di S. Paolo. A Roma affrescò, tra l'altro, nella chiesa del Gesù, la Gloria di S. Francesco Saverio, e l'Assunzione di Maria, nella cappella del Vascello di Porta S. Pancrazio. Caratteristico l'affresco nel palazzo Rosso in Genova, figurante l'Allegoria della vita umana. La sua opera più notevole è la Maddalena degli Uffizî, in cui si accosta al Caravaggio e al Reni.
Antonio di Battista. - Architetto e scultore. Visse e fiorì a Genova verso la fine del '400. Di lui, oltre a lavori minori, restano: la porta grande del palazzo Pallavicini in piazza Fossatello (1503) a Genova, un rilievo con stemmi nella cappella del Corpus Domini a Chieri (1509), e la tomba di Antonio e Amedeo da Romagnano nel duomo di Torino.
Carlo (Innocenzo). - Pittore, figlio di G. Battista, nacque a Scaria nel 1686, morì nel 1775. Nel 1698 andò a Venezia a studiare con Giulio Quaglia di Laino, poi si recò a Roma dal Trevisani. Nel 1707 aiutava il Quaglia nei lavori a fresco del duomo di Lubiana. Dal 1707 al 1717 lavorava ad Einsiedeln (Svizzera), ove lasciava due belle tavole d'altare, poi nella chiesa di corte di Ludwigsburg, nel castello di Ansbach (Germania), ecc. Lasciò molte opere a Mantova, a Como, a Milano (affreschi nei palazzi Scotti), ecc. Freddo e facile pittore nelle tavole d'altare, egli ha note veramente personali nei grandi affreschi decorativi.
Carlo Antonio. - Architetto, nativo di Milano, morì nel 1708. Nel 1681 andò ad Admont (Graz), ove fece la sala del capitolo. Dal 1686 fino alla sua morte attese alla costruzione del grandioso convento di S. Floriano. Dal 1680 al 1689 costruì la cappella del castello dei Marbaach (Mauthausen): e ricostruì la chiesa di Schlierbach. Il suo capolavoro è la chiesa dei gesuiti di Passavia, costruita anteriormente a quella di S. Floriano.
Diego. - Stuccatore. Figlio di G. Battista, nacque a Scaria il 1674, morì nel 1750. A vent'anni andò in Germania ove svolse un'infaticabile attività. Molti suoi lavori di stucco sono nella cappella del castello di Ludwigsburg, nella cappella dei prelati e nelle camere imperiali di S. Floriano. Dal 1715 al 1722 eseguì gli altari e parte della decorazione della chiesa di Weingarten. Un importante gruppo di oltre 40 statue in stucco da lui eseguite esiste ancora nella chiesa di Scaria. Fra le ultime sue opere le più belle sono gli otto Apostoli e i quattro quadri della chiesa di S. Maria di Carignano a Genova, eseguiti su disegni dello Schiaffino.
Giovanni Andrea, detto il Genovese. - Pittore. Figlio di Taddeo, nacque nel 1590 a Genova, morì nel 1630 a Milano. Apprese l'arte dal padre, e poi dal Sorri a Siena e dal Passignano a Firenze. Le sue opere più note sono gli affreschi del soffitto della chiesa dell'Annunziata, dipinti in collaborazione col fratello Giovanni Battista, quelli del Gesù, di S. Sisto e di S. Domenico e nei palazzi Pallavicini e Spinola, a Genova; ma il suo capolavoro è la decorazione del salone del palazzo Spinola a Sampierdarena, ove egli dà alle forme una fluidità non più raggiunta. Nel 1630 iniziò la decorazione della chiesa teatina di S. Antonio Abate a Milano compiuta più tardi dal fratello G.B., con l'arte del quale fu spesso confusa quella di G. Andrea.
Giovanni Battista di Taddeo. - Pittore. Fratello di G. Andrea. nacque a Genova nel 1592, mori a Torino nel 1677. Studiò dapprima con il padre Taddeo e poi con il Passignano a Firenze. A Genova e a Torino, a servizio del duca di Savoia, fu un attivissimo pittore. Le sue opere più importanti a Genova sono quattro Evangelisti nella chiesa del Gesù, la decorazione della cappella del palazzo dei dogi (1655) e la decorazione della chiesa di S. Siro (1664-1708), il suo capolavoro. Affrescò anche nel palazzo Lascaris a Nizza, e nel castello di Cagno.
Giovanni Battista. - Architetto e stuccatore. Nacque a Scaria intorno alla metà del '600, e lavorò particolarmente in Germania. Nel 1686 faceva degli stucchi nel soffitto della cappella del convento di Garsten; nel 1689 decorava il nuovo duomo di Passavia, e più tardi la chiesa di S. Michele della stessa città. Nel 1702 eseguiva ancora decorazioni per S. Maria del Soccorso di Amberg, ecc. Giovanni Battista presenta il tipo degli stucchi carloneschi, pesanti, lavorati in forte rilievo, che non disturbano le linee architettoniche, costituendo anzi attorno a queste una fioritura, ottenuta con risalto di colore sulle pareti.
Taddeo. - Architetto e pittore. Figlio di Giovanni, nacque a Rovio nel 1543, morì a Genova nel 1613. Suoi maestri furono Daniele Casella e Domenico Scorticone. Del 1574 è il monumento di Cela Doria in S. Maria della Cella in Sampierdarena, in collaborazione con G. Valsoldo, e del 1576 quello di G. B. Doria nella stessa chiesa. Intorno a questi anni costruì la chiesa di S. Pietro in Banchi, adornata poi nel 1579. Di lui sono ancora le statue di G. Andrea Doria, eseguite con il Montorsoli, nel palazzo dei dogi, le tre fontane del palazzo Doria, ispirate, soprattutto nel Nettuno, alle opere che il Montorsoli aveva lasciato in Genova, ecc. L'opera architettonica più importante di lui è la facciata del santuario della Madonna di Savona. Belli, di un sobrio ed elegantissimo gusto, sono i suoi portali dei palazzi De Ferrari, Lercari, ecc., di Genova.
Bibl.: H. Tietze, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912 (con la bibl. precedente); M. Marangoni, I Carloni, Firenze 1926 (con bibliografia).