CARLOFORTE (A. T., 27-28-29)
Cittadina della Sardegna nell'isola di S. Pietro (prov. di Cagliari). La popolazione, di 564 anime nel 1738, era di 2000 nel 1798, di 7693 nel 1901, di 7864 nel 1921, quasi tutte nel centro urbano. La cittadina sorge a metà della costa orientale che guarda la Sardegna, su un lieve pendio e lungo il mare. A S. si stendono le saline e, su un'altura, la torre di S. Vittorio, sede della R. Stazione astronomica con l'Osservatorio. Una strada carrozzabile conduce alla Punta. Il porto, ora migliorato, è per movimento commerciale il secondo della Sardegna, dopo quello di Cagliari, con più di 200.000 tonn. di movimento, costituito soprattutto dai minerali dell'Iglesiente, da legnami, formaggi, lane, pesci, tonno in scatole. Annualmente fanno scalo a Carloforte un centinaio di piroscafi per caricarvi minerali. Marinai, pescatori, commercianti, agricoltori, gli abitanti conservano il dialetto ligure con note di arcaicità. Essi han trasformato il suolo dell'isola in vigneti, oliveti e frutteti. Fra le varie industrie son da notare i forni per la calcinazione della calamina (esportata specialmente nel Belgio), l'estrazione di manganese, diaspro e ocre dalle miniere di Capo Becco e Capo Rosso e del Macchione, e la lavorazione delle trachiti per pavimenti.
Storia. - Antica colonia fenicia, per la sua posizione avanzata nel basso Tirreno l'isola fu, per molti secoli dell'Evo antico e medio, punto d'incontro di navi veleggianti dalla penisola italiana e dall'oriente verso l'occidente o dai paesi africani verso le regioni dell'Europa mediterranea; poi si andò spopolando, e divenne punto favorito di approdo di corsari. Sebbene tentativi di ripopolamento venissero fatti fin dal tempo del dominio spagnolo, la colonizzazione dell'isola attecchì soltanto nella prima metà del sec. XVIII per volontà del re di Sardegna Carlo Emanuele III, dal quale prese nome quel gruppo di case poste all'ombra di un forte che raccolse i primi abitatori. L'isola, infeudata a don Bernardo Genoves Cervillon, marchese della Guardia, venne abitata nel 1738 da Tabarchini, liguri di origine stabilitisi da lungo tempo in Tabarca, minuscolo isolotto a pochi chilometri dalla costa tunisina. Già alla fine dell'anno i colonizzatori superavano i 600, e il migliaio dopo 4 anni. La costruzione dei sei fortini e della torre detta di San Vittorio sullo Spalmadore fu eseguita dopo un'incursione francese del 1793, e una luttuosissima sorpresa barbaresca del '98. Ancora oggi è visibile la cinta delle mura costruite nel 1806.
Bibl.: A. Manno, Storia moderna della Sardegna, III, Capolago 1811, p. 270 segg.; Amat di S. Filippo, Delle colonie in Sardegna, Cagliari 1867; F. Vivanet, in Notizie degli scavi, 1878, p. 198; id., Colonizzazione della Sardegna, Cagliari 1893; M. Vinelli, Un episodio della colonizzazione in Sardegna, Cagliari 1896; T. Cogliani, in Arch. stor. sardo, IV (1908), pp. 306-319; R. Ciasca, in Ann. d. Fac. di lett. d. R. Univ. di Cagliari, I (1928), pp. 103-127.