DRAGHI, Carlo Virginio
Nacque a Piacenza nel 1638 da Giovanni e Francesca Repetti (Fiori, 1970). La sua attività nota si svolse a partire dal 1673 per concludersi sul volgere del Seicento. Architetto, pittore e scenografo, nel 1673 ottenne la carica di sovrintendente del teatro Ducale di Parma. A lui si deve l'invenzione delle macchine e delle scenografle, poi eseguite dal cognato, Felice Boselli, per l'opera di O. F. Robert L'inganno trionfato ovvero La disperata speranza, rappresentata in quello stesso anno nella rocca di Sissa (Cirillo-Godi, 1989, p. 151).
L'anno successivo il D. si occupò della progettazione di due grandi macchine per le Confraternite del Ss. Sacramento e di S. Agostino a Reggio Emilia. Della sua attività di scenografo va ricordata anche l'invenzione delle scene per Floridea regina di Cipro, dramma in musica, rappresentato durante il carnevale del 1677 a Reggio Emilia (Fabbri-Verti, 1987).
Fra gli stipendiati fissi della corte farnesiana, dalla quale ottenne anche il titolo di cavaliere, il D. è documentato nel cantiere dell'erigendo "ponte di pozzone" a Fidenza (1678), distrutto nei primi anni del Novecento. Inoltre, dell'attività architettonica svolta principalmente a Parma e nel territorio, si segnala la progettazione e la costruzione, conclusasi nel 1688, della facciata della chiesa di S. Francesco di Paola, eretta a spese dei conte Stefano Sanvitale su strada S. Barnaba, attuale via d'Azeglio (Pelicelli, 1937; Adorni, 1978). Nello stesso periodo il D. si occupò di interventi alla rocca Meli Lupi di Soragna e di vari lavori nel palazzo del marchese Gerolamo Pallavicino a Piacenza (Cirillo-Godi, 1989, p. 151). Avvalendosi nuovamente dell'aiuto del Boselli, curò infine l'esecuzione del teatro che Alessandro Sanvitale volle nella rocca di Fontanellato.
Indicato dall'Arisi (1979, p. 36) come quadraturista, pare abbia collaborato alla Processione davanti alla chiesa delle benedettine di Piacenza, dipinto da I. Spolverini (Piacenza, Museo civico).
Si deve al D. l'incisione che riproduce il sipario del teatro Farnese, dipinto da Sebastiano Ricci in occasione del matrimonio celebrato fra Odoardo Farnese e Dorotea Sofia di Neuburg (1690).
In tale occasione fu attuato un rinnovo decorativo del teatro che è documentato. oltre che dalla citata incisione, dai progetti per la decorazione della cavea e del proscenio (conservati presso la Biblioteca universitaria di Bologna e fl Cabinet des dessins del Louvre); anche questi sono stati ricondotti per analogie di impianto decorativo all'artista piacentino, il quale se si accettasse questa attribuzione, risulterebbe quindi il responsabile dell'intera operazione (Cirillo-Godi, 1989, p. 156 e tavv. 73-75, 77). Tale documentazione risulta comunque insufficiente a chiarire l'esatta entità delle sovrapposizioni decorative create per l'occasione, tanto più che, da confronti con materiale fotografico precedente alla distruzione bellica del teatro, risulta chiaramente come il D. nell'incisione non si sia preoccupato di fornire una fedele riproduzione delle strutture preesistenti. Rimangono inoltre notevoli dubbi sull'attribuzione dei disegni di Bologna e di Parigi in quanto né sono possibili confronti con fogli di sicura autografia, né può escludersi la paternità di Stefano Lolli, architetto teatrale di corte, o di Ferdinando Galli Bibiena. L'intervento architettonico del D. sembrerebbe comunque più sicuramente individuabile nel recinto per l'orchestra, riprodotto nell'incisione, caratterizzato da una balaustrata ad andamento mistilineo e da una soluzione decorativa a traforo.
Va infine esclusa per l'incisione la datazione successiva al 1694 già avanzata dal Copertini (1956): l'11 ott. 1694; infatti il D. morì a seguito di un crollo a Soragna (presso Roma), dove si era recato per eseguire la decorazione della volta dello scaIone da lui stesso progettato nella rocca Meli Lupi, nonché per occuparsi di alcuni lavori ad un fabbricato da adibirsi a stalla (Cirillo-Godi, 1989, pp. 151, 235 n. 266). Resta allora da chiarire anche l'apporto del D. al dipinto di I. Spolverini raffigurante la Naumachia nel giardino ducale (Parma, palazzo del Comune), nel quale spetterebbero a lui le parti architettoniche (Arisi Riccardi, 1979, p. 16, fig. 56). Se la tela è stata infatti eseguita "attorno al 1700 o poco dopo" (ibid.), si deve forzatamente escludere una partecipazione del D., a quella data già scomparso.
Fonti e Bibl.: Parma, Bibl. Palatina, Mss. Parm. 1134: M. Zappata, Notitiae ecclesiarum in civitate Parmae nunc existentium ... ; Ibid., Soprintendenza ai Beni artistici e storici, ms. 105: E. Scarabelli Zunti, Documenti e memorie di belle arti parmigiane, VI, c. 98; Il trionfo della morte architettato dal Sig. C. V. D. ... e descritto da Lorenzo Bascarino, Piacenza 1665; Macchina eretta dai confratelli del Santissimo Sacramento per l'incoronazione di M. Vergine, Reggio Emilia 1674; Trionfo di Maria Vergine. Macchina dell'Arciconfraternita della Beata Vergine della Visitazione, Bologna 1674; E. Zani, Enc. metodica critico-ragionata, Parma 1821, VIII, p. 5; G. Campori, Artisti ital. e stranieri negli Stati estensi, Modena 1855, p. 195; L. Ambiveri, Artisti piacentini, Piacenza 1889, pp. 119 ss.; N. Pelicelli, Guida di Parma, Parma 1896, p. 187; C. Ricci, La R. Galleria di Parma, Parma 1896, p. 386; L. Mensi, Diz. biogr. piacentino, Piacenza 1899, p. 169; N. Pelicelli, Parma monumentale, Parma 1937, p. 130; G. Copertini, Opere venete a Parma, II, in Parma nell'arte, III (1956), p. 111; M. Pellegri, E. A. Petitot. Architetto francese alla Real Corte dei Borbone di Parma, Parma 1965, pp. 24 s.; C. Molinari, Le nozze degli dei, un saggio sul grande spettacolo italiano del Seicento, Roma 1968, p. 194; A. Barigozzi Brini, Una partecipazione di S. Ricci alla scenografia teatrale e i rapporti Ricci-Bibiena, in Commentari, XX (1969), p. 126; G. Fiori, Notizie biografiche di pittori piacentini dal '500 al '700, in Arch. stor. per le provv. parm., s. 4, XXII (1970), p. 79 e n. 3; M. Monteverdi, Museo teatrale alla Scala. Scenografia, III, Milano 1975, p. 585; B. Adorni, Parma rinascimentale e barocca, in Parma la città storica, a cura di V. Banzola, Milano 1978, p. 192; F. Arisi, Rario Mercanti, detto Spolverini, in L'arte a Parma dai Farnese ai Borbone (catal.), Parma 1979, pp. 36 s.; R. Arisi Riccardi, in Società e cultura nella Piacenza del Settecento (catal.), VI, I. Spolverini pittore di battaglie e cerimonie, Piacenza 1979, pp. 16, 59; L. Farinelli-P. P. Mendogni, Guida di Parma, Parma 1981, p. 61; P. Fabbri-R. Verti, Due secoli di teatro per musica a Reggio Emilia, Reggio Emilia 1987, p. 41; G. Cirillo-G. Godi, Guida artistica del Parmense, I, Parma 1984, pp. 31, 115, 117, 121; B. Colombi, Soragna: feudo e Comune, I, Parma 1986, pp. 261 s.; M. C. Alfieri-R. Cattani-M. Fornari, Parma. Storia, arte e monumenti, Bologna 1989, p. 82; G. Cirillo-G. Godi, Il trionfo del barocco a Parma, Parma 1989, pp. 151, 156, 235 (nn. 265 s.), tavv. 73-78; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, P. 536.