CARLO VI re di Francia
Figlio primogenito di Carlo V e di Giovanna di Borbone, nacque il 3 dicembre 1368. Da lui ha inizio l'uso di dare costantemente il titolo di Delfino al principe ereditario di Francia. Salì al trono il 16 settembre e fu consacrato a Reims il 4 novembre 1380. Governarono per lui gli zii duchi di Borgogna e Berry, come governatori, e quello d'Angiò come reggente. Ma la reggenza, dominata dalle ambizioni e dalle basse cupidigie dei tre principi, che si divisero le provincie, si limitò per alcuni anni, a reagire contro le tendenze di Carlo V. Soli fatti importanti la spedizione in soccorso del conte di Fiandra contro le borghesie comunali ribelli, che vennero schiacciate a Roosebeke (1382) e la disgraziata spedizione del duca d'Angiò a Napoli. Nel 1385-86 si progettò una spedizione in Inghilterra, ma nulla si riuscì a fare. C. nel 1385 sposò Isabella di Baviera e nel 1388 assunse personalmente il governo. I tumulti che la reggenza aveva provocato fra le plebi cittadine (maillotins) determinarono una ripresa di politica saggia, sotto gli antichi consiglieri di Carlo V, che gli avversarî chiamavano per derisione Marmousets, ora ritornati ed appoggiati dal fratello del re, Luigi duca di Turenna e poi d'Orléans. Il viaggio nella Linguadoca per riparare agli abusi fiscali del duca di Berry parve iniziare un'attività ricostruttrice. Così anche nella politica estera si ventilarono molti grandiosi progetti a favore del duca d'Orléans e del papa d'Avignone. Ma nel 1392 il re improvvisamente impazzì e le crisi di follia, passeggiere ma frequenti, determinarono di nuovo un periodo di governo dei duchi. Fra di essi scoppiarono poi terribili odî; la regina, capricciosa e leggiera, odiava il duca d'Orléans e la consorte sua Valentina Visconti; il duca d'Orléans era in antagonismo con il duca di Borgogna. Più grave fu la situazione, quando nel 1404 diventò duca di Borgogna il giovane Giovanni senza paura, per impulso del quale, nel 1407, il duca d'Orléans venne assassinato. La corte e la nobiltà si divisero presto in due partiti, e Borgognoni e Armagnacchi si contesero l'influsso sul re, sfruttato a vicenda dagli uni e dagli altri per le proprie vendette e cupidigie, e sul governo. La nuova invasione degl'Inglesi e il disastro di Azincourt (1415) non calmarono gli animi. La regina si diede al partito borgognone, il giovane Delfino agli Armagnacchi. Quando, nel 1419 Giovanni senza paura a sua volta fu assassinato a Montereau durante il colloquio col Delfino, Carlo VI fu dalla consorte e dal nuovo duca di Borgogna spinto a bandire e diseredare il figlio, a riconoscere come successore al trono di Francia il re d'Inghiltera Enrico V, che già aveva sposato la figlia di C., Caterina (trattato di Troyes). E nel 1420 con il genero e il futuro successore Enrico entrò in triste corteo a Parigi. Morì il 21 ottobre 1422 in completo abbandono, a Parigi, mentre poco prima era morto Enrico V: il trono doveva essere ora conteso dal Delfino fuggiasco e dal giovanissimo re d'Inghilterra Enrico VI.
Bibl.: L. Vallet de Viriville, Isabeau de Bavière reine de France, in Revue française, 1858-59; H. De Circourt, Le duc Louis d'Orléans, in Revue des questions historiques, XLII, pp. 5-67; N. Valois, La France et le grand schisme, Parigi 1896-1902; L. Jarry, La vie polit. de Louis de France, duc d'Orléans, Parigi 1889; G. Dufresne de Beaucourt, Hist. de Charles VII, Parigi 1881-91.