VEZZANI, Carlo
– Nacque a Quistello, in provincia di Mantova, il 30 aprile 1852. La madre Eleonora Bonati e il padre Attilio, maestro elementare, avevano dei possedimenti nel comune di Castellucchio, nel circondario di Mantova.
Compì gli studi ginnasiali e, sebbene siano scarse le notizie sugli anni della sua giovinezza, risulta che trascorse a Roma un lungo periodo dal 1867 al 1896. Nella capitale si impiegò come segretario generale della ditta Trezza, una società finanziaria di servizi esattoriali, da cui si dimise nel 1896 per tornare a Mantova dove si sposò con Virginia Ferrari ed ebbe tre figli.
Già noto come frequentatore della federazione socialista a Roma, le carte di polizia lo segnalano nel 1898 come iscritto al Partito socialista di Castellucchio, da oltre due anni, dotato ormai di vasta influenza nel partito, estesa a tutti i comuni della provincia di Mantova, nonché a città come Bologna e Reggio Emilia e a tutta la Romagna. Nonostante la lunga permanenza a Roma, molto incisero sul suo orientamento politico i legami mantenuti con l’ambiente d’origine, che nel 1884-85 era stato il teatro dei moti bracciantili di rivendicazione tariffaria di La boje!, nei quali si rintracciano le origini dell’azione sindacale moderna. Vezzani rientrò a pieno titolo nel gruppo dei pionieri del socialismo mantovano, interpreti di un proselitismo, che, sul finire dell’Ottocento, interagendo con le trasformazioni in senso capitalistico dell’economia agraria e della società, contribuirono a promuovere nel 1893 il passaggio della Federazione mantovana delle cooperative dalla democrazia sociale al socialismo, con l’adesione al Partito dei lavoratori italiani costituitosi nel 1892. Al fianco di Ivanoe Bonomi, Giovanni Zibordi, Enrico Ferri, Francesco Zanardi, Enrico Dugoni, Romeo Romei, Gerolamo Gatti ed Egidio Bernaroli, socialisti e organizzatori sindacali operanti in quella provincia, Vezzani fu concretamente impegnato, soprattutto dal 1896, in un lavoro capillare di propaganda e di concreta strutturazione della dimensione organizzata del movimento socialista, a livello sindacale e politico.
Tornato stabilmente a risiedere nel Mantovano, si dedicò a un’intensa azione di predicazione e di organizzazione socialista nelle campagne che riuscì a rilanciare ed espandere la rete dei circoli socialisti e delle leghe di resistenza già diffusi in quelle aree, che i provvedimenti repressivi crispini del 1894 avevano momentaneamente disarticolato. Proprio nel 1896 divenne presidente del circolo socialista di Castellucchio, revisore della localeSocietà cooperativa e assunse la direzione del giornale socialista La terra di Mantova. Pubblicista dal 1871 per Lo studente e poi per La favilla di Mantova, divenne in seguito collaboratore di La provincia di Mantova, oltre che dei periodici socialisti La nuova terra, La giustizia di Reggio Emilia e Critica sociale.
Le sue doti di organizzatore furono messe alla prova nel confronto con le ondate di repressione poliziesca degli anni immediatamente successivi, quando tra il 1897 e il 1898 vennero sciolti, tra gli altri, anche il circolo socialista e la Società cooperativa di Castellucchio, mentre La terra fu costretta a sospendere le sue pubblicazioni. Fece allora della sua villa di Castellucchio il centro propulsore di iniziative segrete di propaganda socialista che estese proficuamente anche ai vari comuni della provincia, tanto che fu proprio nella primavera del 1898, in piena reazione di fine secolo, che il movimento delle leghe di resistenza del Mantovano fiorì e si consolidò, animando episodi rilevanti di sciopero conclusisi con esiti per lo più vantaggiosi per i lavoratori. Come scrisse Nino Mazzoni qui «si crearono le prime maglie della rete di leghe agricole che costituirono poi la Federazione nazionale dei lavoratori della terra» (1946, p. 12); Vezzani fu segnalato dalle autorità come il principale promotore e la guida di tutti gli scioperi, le manifestazioni e riunioni significativi verificatisi tra il 1897 e il 1898 a Castellucchio e in altri comuni della provincia.
Consapevoli della solidità e della diffusione raggiunta dal movimento delle leghe all’inizio del Novecento, i socialisti mantovani decisero di coordinarne l’azione a livello provinciale e di imprimergli un’unica ed esplicita direttiva socialista. Nel febbraio del 1901 venne così costituita a Mantova la Federazione provinciale fra le leghe di miglioramento. Vi aderirono 121 leghe con 15.600 soci. Anche in questo passaggio l’influenza di Vezzani si rivelò determinate: fu riconosciuto come «iniziatore e anima» del movimento delle leghe (Avanti!, 18 settembre 1901), con Bernaroli e Zanardi entrò nel comitato direttivo della Federazione, divenendone anche ‘segretario economico’, e la Lega di Castellucchio, suo paese di residenza, nell’ambito della quale tanto del suo impegno si era profuso, fornì lo schema di statuto tipo per la Federazione stessa e per le altre società contadine che vi aderirono.
Nel nuovo clima liberale di inizio secolo, sulla scia del moltiplicarsi delle leghe in gran parte del territorio nazionale, furono ancora gli organizzatori mantovani, con Zibordi e Vezzani in testa, ad avanzare l’idea della costituzione di una grande organizzazione nazionale dei lavoratori della terra. Vezzani, con Zanardi, nell’ottobre del 1901 entrò nel comitato ordinatore, con l’incarico di dar seguito al progetto che si concretizzò a Bologna tra il 24 e il 25 ottobre dello stesso anno quando si svolse il congresso costitutivo della Federazione nazionale dei lavoratori della terra (FNLT), di cui fu eletto segretario, mentre Romei entrò nel consiglio nazionale, a conferma del ruolo di avanguardia sindacale riconosciuto agli organizzatori e ai socialisti mantovani. La FNLT, di indirizzo classista e socialista, assunse tra i suoi compiti quelli di rappresentanza, propaganda, tutela e coordinamento dell’intero movimento contadino e, su proposta di Vezzani, si incaricò di un ulteriore servizio di raccolta di dati statistici, che fornendo elementi di conoscenza sui mercati del lavoro consentisse di aggirare l’ostacolo rappresentato dal crumiraggio pilotato dai proprietari terrieri. Vezzani, dal 1902 presente anche nel Segretariato nazionale della resistenza, diresse la FNLT sino al 1905, quando si dimise dall’incarico per nuovi impegni sopraggiunti e propose che la guida del movimento contadino, ricompattatosi dopo una fase di crisi apertasi sin dal 1902, passasse ad Argentina Altobelli. La sede della FNLT, trasferita frattanto a Mantova, tornò nuovamente a Bologna, riconosciuta come nuovo centro propulsivo effettivo dell’intero movimento. L’influenza preminente dei mantovani all’interno del movimento era venuta in questi anni affievolendosi anzitutto per effetto dei dissidi che avevano indebolito il socialismo mantovano.
Con l’articolarsi delle diverse tendenze interne al socialismo italiano, Vezzani si collocò pienamente nell’area del riformismo, orientando la sua attività all’insegna di principi cardine del socialismo riformista: l’organizzazione, la propaganda, concepita come opera di elevazione morale e politica, non solo economica dei lavoratori, la legislazione sociale, intesa come anello di congiunzione tra l’attività politica e quella sindacale in un’ottica positiva di graduale ascesa civile e sociale. A favore di quest’ultimo obiettivo operò ricoprendo diversi incarichi pubblici: nel 1903 venne nominato tra i componenti del Consiglio superiore del lavoro (CSL), organo consultivo istituito nel 1902 e attivo dal 1903 presso il ministero di Agricoltura industria e commercio (MAIC). In questa sede, anche dopo le dimissioni da segretario della FNLT, come rappresentante dei lavoratori agricoli si impegnò per l’estensione delle poche misure di legislazione sociale allora in vigore anche ai lavoratori dei campi che ne erano esclusi e, soprattutto, per una legge che predisponesse regole e tutele per il lavoro in risaia. Nel 1906 fu eletto nel Comitato di vigilanza della neocostituita Confederazione generale del lavoro (CGDL).
Dal 1899 al 1914 fu consigliere comunale di Castellucchio e sedette anche nel consiglio provinciale di Mantova. In un clima di inasprita lotta tra correnti nel socialismo locale che registrò un rafforzamento dell’ala sindacalista rivoluzionaria, nel 1904 si insediò a Mantova la prima amministrazione socialista d’Italia e Vezzani ne divenne presidente. Vasta eco ebbe la notizia della rapida fine di questa esperienza e delle sue dimissioni dall’incarico di presidenza, motivate dalla mancata adesione dei socialisti rivoluzionari e di una componente riformista alla sua teoria sull’importanza prioritaria della conquista graduale dei poteri pubblici, anche locali, nel percorso di realizzazione del socialismo.
Nel 1912 uscì dal Partito socialista, seguendo Bonomi, di cui condivise l’interventismo di fronte alla prima guerra mondiale. Dal 1914 al 1920 fu sindaco ‘riformista’ di Castellucchio grazie al sostegno del locale circolo socialista che, per averlo come candidato, «si stacc[ò] dalla Federazione socialista ufficiale» (Avanti!, 30 giugno 1914; La provincia di Mantova, 30 giugno 1914). Nel 1911 era stato presidente del Consiglio ospitaliero di Mantova e nel 1912 ispettore dirigente dell’ufficio daziario della città, incarico dal quale venne allontanato dal fascismo.
Morì a Mantova il 15 marzo 1936.
Opere. Un’ora decisiva per il Partito socialista mantovano, in Critica sociale, 5 marzo 1905; Il movimento proletario nel Mantovano, Milano 1901 (con I. Bonomi); Relazione morale e finanziaria della Federazione nazionale e del Segretariato dei lavoratori della terra. 2° Congresso nazionale dei lavoratori della terra (Bologna, 7-8 aprile 1906), Bologna 1906 (con A. Altobelli); Appunti pel congresso dei lavoratori di risaia e dell’emigrazione interna agricola (Piacenza, 8-9 novembre 1908), Milano 1908.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’interno, Direzione generale pubblica sicurezza, Direzione affari generali e riservati, Casellario politico centrale, b. 5391, f. C. V.; Ministero dell’Agricoltura, dell’industria e del commercio, Ufficio del lavoro, Atti del CSL, Roma 1903- 1910.
N. Mazzoni, Lotte agrarie nella vecchia Italia, Milano 1946, p. 12; Lotte agrarie in Italia, a cura di R. Zangheri, Milano 1960, ad ind.; R. Salvadori, La Repubblica socialista mantovana. Da Belfiore al fascismo, Milano 1966, ad ind.; Dizionario del movimento operaio italiano dal 1853-1943, a cura di F. Andreucci - T. Detti, Roma 1978, ad vocem; M. Degl’Innocenti, Geografia e istituzioni del socialismo italiano 1892-1914, Napoli 1983, pp. 15, 188 s., 191 s.; L. Cavazzoli, Il ruolo dei socialisti per la cultura e la scuola nel Mantovano, in Cultura, istruzione e socialismo nell’età giolittiana, a cura di L. Rossi, Milano 1991, pp. 121-123; L. Gualtieri, Il socialismo tra mito e storia. Alle origini della “repubblica socialista mantovana”, Milano 2009, pp. 460-465; S. Bianciardi, Argentina Altobelli e la “buona battaglia”, Milano 2012, ad indicem.