TESSARINI, Carlo
– Nacque a Rimini attorno al 1690. Il luogo d’origine, non documentato, è dichiarato come toponimico nei frontespizi e nelle dediche delle opere dell’autore, che si firma «Carlo Tessarini da Rimini». La data di nascita è desunta da testimonianze indirette: a detta di Jacob Wilhelm Lustig (Groninga, 25 dicembre 1762), «malgrado la chioma grigia e i 72 anni, legge e scrive benissimo senza occhiali, come un giovanotto, tanto che si esercita giornalmente e ininterrottamente nello stile alla moda, per cui le sue composizioni attuali non assomigliano per niente ai primi 12 concerti» (Marpurg, 1763); nel 1761 il diarista Justinus de Beyer, di Nimega, lo descrisse come un vigoroso violinista di almeno settant’anni. A Rimini esisteva allora una famiglia Tessarini, attiva nel commercio marittimo e dotata di immobili (cfr. Besutti - Giuliani - Polazzi, 2012, pp. 4-9), ma si ignorano gli eventuali legami di parentela. Nulla è noto circa la formazione musicale; i rapporti con Arcangelo Corelli, ipotizzati sulla base dello stile delle sonate op. 1 (da Fétis, 1875, a Pincherle, 1948), non hanno fondamento, così come quelli, pur più plausibili, con Antonio Vivaldi (cfr. Moser, 1923). A Rimini avrebbe potuto essere allievo del violoncellista e compositore Antonio Quartieri, attivo in cattedrale (cfr. Besutti - Giuliani - Polazzi, 2012, pp. 16 s.).
Nel 1716 a Venezia compare con il ruolo di «maestro dei concerti» (p. 24) nel Pio Ospedaletto ai Ss. Giovanni e Paolo (detto dei Derelitti), incarico che ricoprì fino al 1719 e di nuovo dal settembre 1727 al febbraio 1730 (datazione moderna). Forse imparentata con il ramo riminese, la famiglia udinese del giureconsulto e dilettante di musica Jacopo Tessarini – fu il dedicatario delle sonate per flauto e basso continuo op. 3 (1720) di Paolo Benedetto Bellinzani, futuro maestro di cappella nel duomo di Urbino (1730-34) – potrebbe aver favorito l’affermazione di Tessarini a Venezia (cfr. ibid., pp. 21 s.). Il 15 dicembre 1720 fu assunto come violinista nella cappella di S. Marco; l’impiego si protrasse almeno fino al 1732. Pur confermato in S. Marco fino al 1735, abbandonò anzitempo il posto. Al periodo veneziano risalgono forse il matrimonio con Elisabetta (nata nel 1697, deceduta a Urbino il 13 luglio 1768; ignoto il cognome da nubile) e la nascita di cinque figli (cfr. Urbino, Archivio diocesano, Parrocchia di S. Sergio, Stato delle anime, anni 1751-55, 1757-71, 1773-74; Liber defunctorum dal 1753, c. 105): Francesca (1726), Catterina e Pasqua (1728), Francesco (1730) e Angela (1732).
A Venezia pubblicò nel 1729 le sonate per violino e basso op. 1 (numero 1 nel catalogo delle opere, 2012; d’ora in poi: BCT), prima raccolta da lui licenziata. Certamente a Venezia l’editore Michel-Charles Le Cène (Amsterdam) doveva essersi procacciati i 12 Concerti (BCT 30-31) e le 12 sonate per flauto (BCT 32), pubblicate negli anni precedenti (1724-29) all’insaputa dell’autore e con numeri d’opera assegnati dall’editore. Queste edizioni, poi duplicate da John Walsh a Londra e da Gerhard Fredrik Witvogel ad Amsterdam, furono stigmatizzate nel 1734 da Tessarini per la scarsa cura editoriale: «so esserne state mandate fori in Olanda ed in Inghilterra molte altre [opere], tra le quali, se mi avessi dovuto presentare con sentimento, poche averebbero conseguita la mia approvazione» (così nei duetti Il maestro e discepolo op. 2; BCT 2).
Nel 1732 lasciò Venezia e iniziò a collaborare con la cappella del Ss. Sacramento nel duomo di Urbino, con un compenso di 30 scudi romani (10 doppie). Almeno sino al 27 dicembre 1741 dimorò tuttavia in Pesaro, stabilendo la residenza a Urbino solo l’anno dopo; a Pesaro era anche virtuoso di camera di monsignor Federico Marcello Lante Montefeltro della Rovere, poi cardinale. Il nuovo impegno a Urbino, forse favorito dal cardinale urbinate Annibale Albani, dedicatario delle sonate op. 1, consentiva maggiori libertà. Al 1734 risale la pubblicazione dei citati duetti op. 2; le lastre, incise in rame da un frate servita di Loreto, Giovanni Carlo Ceva, furono prodotte a spese dell’autore e impresse a Urbino nella stamperia della «Venerabile Capella del Santissimo Sagramento», appaltata al romano Girolamo Mainardi. Fu l’inizio dell’attività di Tessarini come editore, coadiuvato da altri membri della famiglia. Mediante la pubblicazione diretta e gli accordi commerciali con editori olandesi e francesi, Tessarini intendeva trarre profitto dalle proprie composizioni, limitandone lo sfruttamento da parte di altri editori.
Dal 1740 (BCT 3) al 1765 (BCT 22) si dichiarò «professore di violino della metropolitana di Urbino». Numerose furono tuttavia le licenze, brevi o pluriennali: nel Carnevale del 1733 si assentò per suonare in un’opera; diresse a Camerino La fede ne’ tradimenti (Carnevale 1734); fu forse nuovamente attivo a Venezia (1734-35); almeno dal 1736 circa al 1738 fu a Brno «direttore della musica instromentale» (Besutti - Giuliani - Polazzi, 2012, p. 116) nella residenza del principe-vescovo di Olomouc, cardinal Volfango Annibale di Schrattenbach (deceduto il 22 luglio 1738). A Brno strinse un accordo, non direttamente documentabile, con l’editore Le Cène, che produsse a proprie spese i concerti La stravaganza op. 4 (BCT 34, 35), con dedica al cardinale firmata dall’autore (1736); alla morte di Le Cène (1743) erano pronti per la stampa il terzo e il quarto libro, mai più editi e oggi irreperibili (cfr. Rasch, 1995). Negli stessi anni, suoi concerti furono usati ad Amburgo quali interludi fra gli intermedi del Pimpinone di Georg Philipp Telemann (cfr. Besutti, 2007).
Di nuovo a Urbino (primavera 1738), se ne allontanò spesso. Fu a Roma nel 1740 come primo violino al teatro Valle, ma per la morte di papa Clemente XII (30 gennaio) tutti gli spettacoli furono sospesi: così risulta dalla didascalia del ritratto che ne fece Pier Leone Ghezzi (cfr. Rostirolla, 2001, p. 384). Tessarini dedicò le sonate Allettamenti da camera op. 3 (BCT 3) al duca di York (20 gennaio 1740). Il 13 febbraio 1740 partì per Napoli. Il 20 febbraio 1741, da Roma, firmò la dedica della Gramatica di musica (BCT 40) al marchese Angelo Gabrielli, «nobile patrizio romano» che fu in contatto anche con Giuseppe Tartini. Al 1743 risale l’incarico di «direttore perpetuo» dell’Accademia filarmonica degli Anarconti di Fano, fondata nel 1742 e presieduta più tardi (1746-47) da Francesco Tessarini, già residente a Parigi e legato al compositore riminese da un grado di parentela ignoto (cfr. Besutti - Giuliani - Polazzi, 2012, pp. 80 s.). A Fano il musicista avviò anche una stamperia insieme a Giovanni Francesco Tessarini, valendosi del già citato incisore lauretano Ceva.
Venuto a mancare l’editore Le Cène, nel 1744 Tessarini «partì per Parigi per una funzione di quella sacra maestà» (cfr. ibid., p. 87), ovvero per richiedere un privilegio reale di stampa.
A Parigi dal 1744 comparve la serie più corposa di edizioni, incise soprattutto da Marie-Charlotte Vendôme, prodotte da Carlo e Giovanni Francesco Tessarini, che fornivano le lastre, e distribuite «aux adresses ordinaires» da Élisabeth-Catherine Ballard vedova Boivin e dai fratelli Leclerc, Jean-Pantaléon l’aîné e Charles-Nicolas. Tutte le opere edite a Parigi esibivano un privilegio reale di stampa la cui concessione (29 luglio e 17 novembre 1746, con conferma 22 gennaio 1747) risulta successiva all’avvio delle pubblicazioni: «pour 12 ans à Tessarini pour Sonate à violon solo de Pasquali, Concerti de Tartini, Sonates à violon solo, Simphonies, Introduction, Contrasto armonico de Tessarini» (Cucuel, 1912, p. 388). In alcuni casi le stampe parigine presentavano la sottoscrizione «in Urbino nella stamperia di Carlo e Giovanni Francesco Tessarini», a conferma della parallela distribuzione italiana. In Italia le stampe erano acquistabili in fiera a Senigallia e a Roma presso il libraio Benedetto Sodi; pubblicizzarono le sue opere anche Niccolò Gavelli a Pesaro e Antonio Bortoli a Venezia.
Dopo Parigi, Tessarini si trasferì nei Paesi Bassi, dove tenne concerti e commercializzò le proprie opere: ad Amsterdam suonò (1º novembre 1746) e pubblicizzò proprie composizioni (29 luglio e 1º agosto 1746); diede un concerto (24 febbraio 1747) nel Collegium Musicum S. Caecilia di Arnhem, dove le sue musiche erano eseguite almeno dal 1741; in quell’occasione un accademico locale di nome G. Gualtheri donò al Collegium la stampa delle sue Introducioni a quattro op. 11 (BCT 11-14).
Tessarini passò poi in Inghilterra. A Londra fu il capo dell’orchestra di Ruckholt House (24 aprile-ottobre 1747), che animava l’ora di colazione dei lunedì primaverili ed estivi. Sino al 1748 fu a Londra, dove promosse una sottoscrizione per gli Allettamenti armonici op. 13 (BCT 16) e per le Sonate op. 14 (BCT 17), che potevano essere ascoltati ogni venerdì mattina presso «Mr Roure’s, Peruke-maker, in Oxenden-Street, near the Haymarket» (cfr. Besutti - Giuliani - Polazzi, 2012, p. 319); suonò proprie composizioni nei concerti, organizzati dal cantante John Palma in Hickford’s Room (18 aprile 1748). Nei periodici londinesi viene talvolta soprannominato «Carlo Tessarini il Catelgarreuil», nomignolo oggi enigmatico (ibid., p. 130). Nel 1748 fu forse ad Aquisgrana, dove dedicò le sonate op. 14 (BCT 17) ai ministri plenipotenziari nel congresso convocato per siglare il trattato di pace al termine della guerra di successione austriaca.
In prossimità delle nozze della figlia Pasqua (30 settembre 1750) con il «molto illustre signor Giovan Donati» (Archivio di Stato di Urbino, Archivio notarile distrettuale, Notaio C.G. Minoli, vol. 3270, 30 settembre 1750; Urbino, Archivio Diocesano, Parrocchia di S. Sergio, Libro dei matrimoni 1664-1751, c. 91) rientrò a Urbino, dove tornò a occupare il posto in cappella e dove, dopo la Pasqua del 1750, prese casa in contrada S. Giovanni (oggi via F. Barocci). Il 4 ottobre aveva suonato a S. Francesco in Assisi assieme al violoncellista Antonio Vandini (cfr. Besutti - Giuliani - Polazzi, 2012, p. 93). Tra il 1750 e il 1757 il suo nome compare nei registri della cappella di Urbino, dalla quale si allontanò per servizi in varie località: suonò nella vicina Apiro (1751); tenne concerti a Francoforte sul Meno (6-24 settembre 1752); fu a Bruxelles (dicembre 1752), dove promosse la vendita di musiche italiane nell’«Auberge aux Bons Enfants près de la Steenporte» (Gazette de Bruxelles, 12 dicembre 1752, cit. in Besutti - Giuliani - Polazzi, 2012, p. 134). Potrebbe risalire a un soggiorno in Francia, tra la fine del 1752 e l’inizio del 1753, la stampa delle sinfonie Recréations armonique avec le divertissement de la chasse (unicum ad Ann Arbor, Mi., University of Michigan, Music Library, esemplare non citato in BCT 77) e del concerto L’arte di nuova modulacione (BCT 26; cfr. Besutti - Giuliani - Polazzi, 2012, p. 121): quest’ultimo includeva un rilevante catalogo delle musiche, incise in rame a sue spese, che comprendeva anche composizioni di Nicolò Pasquali e Tartini.
Dopo il ritorno a Urbino (1753-58), lasciò l’Italia per trasferirsi forse definitivamente nei Paesi Bassi (ante 9 dicembre 1760). Visse forse ad Arnhem o a Nimega. Il 9 dicembre 1760 diede un concerto ad Amsterdam con la cantante portoghese Luisa Severino (Louise Saverewein) e ad Arnhem (27 marzo 1761). Nel periodo 1761-63 fu ripetutamente a Nimega (de Beyer, 1906, pp. 201, 241, 250). Nel 1762 era a Groninga per concerti (13 dicembre); in quell’occasione Lustig scrisse la citata descrizione. Continuò a dare concerti: a Rotterdam (1765) e ad Arnhem (15 dicembre 1766), qui ancora con la Severino. Al 1762 risale il ritratto dipinto da Gerhard Jan Palthe, battuto all’asta nel 2011 (ignoto l’attuale possessore): ne fu tratta la mezzatinta di William Pether (cfr. Besutti - Giuliani - Polazzi, 2012, tav. f.t. 3). Secondo una testimonianza coeva (1762), dalla sua attività egli ricavò «un sacco di soldi» (Kernkamp, 1912, pp. 437 s.).
Morì in data imprecisata, dopo il 12 marzo 1767 (Opregte Groninger Courant), giorno in cui risulta primo violino in un concerto con la Severino a Groninga (casa Riedel in Poelestraat).
Tessarini scrisse soltanto musica strumentale, in prevalenza violinistica: 54 composizioni per orchestra d’archi (sinfonie a quattro, overtur, partite, contrasti, introducioni, allettamenti), 43 concerti per violino e orchestra, 3 concerti per due violini e orchestra, 73 sonate per violino e basso, 36 sonate a tre, 55 duetti strumentali senza basso, 4 esercizi per violino solo. Le composizioni per flauto (un concerto, 12 sonate), legate all’idioma violinistico, risposero forse a esigenze commerciali. La scrittura violinistica, assai brillante, rispecchia il virtuosismo dell’esecutore e presenta evidenti avvisaglie dello stile che fu poi denominato galante.
La catalogazione sistematica delle opere (cfr. Besutti - Giuliani - Polazzi, 2012, pp. 325 s.) ha risolto dubbi attributivi e chiarito le diverse serie editoriali: numeri d’opera attribuiti dall’autore (1-20); raccolte prive di numero; serie numeriche avviate da diversi editori (cfr. ibid., pp. 254-263). Benché alcune edizioni fossero uscite all’insaputa dell’autore, non sono giustificati i dubbi attributivi talora espressi in passato. Non sono noti autografi musicali né epistolari.
L’attività editoriale, intrecciata con quella compositiva e concertistica, riguarda quasi esclusivamente le proprie musiche; fanno eccezione due raccolte di Pasquali, una di Tartini e una di Giuseppe Canavasso.
La fama coeva e postuma è legata soprattutto al manuale di violino Gramatica di musica, più volte tradotto in francese e in inglese e ristampato, che rinvia esplicitamente a varie raccolte di duetti senza basso, prima fra tutte il citato Il maestro e discepolo op. 2. Il 7 dicembre 1785 il Collegium Musicum di Arnhem archiviò le sue musiche, considerandole obsolete (cfr. Arnhem, Gelders Archief, Muziek-college St. Caecilia, ms. 1: Memorie- en Resolutieboek, I, 1741-1795, cc. 139-141, 12 e 15 dicembre 1766).
Fonti e Bibl.: Udine, Biblioteca civica Vincenzo Joppi, Genealogia del Torso. Famiglia Tessarini; Biblioteca P. Bertolla del Seminario arcivescovile, Schedario Biasutti. Famiglia Tessarini. Per le fonti primarie e ulteriore bibliografia storico-critica si rimanda a P. Besutti - R. Giuliani - G. Polazzi, C. T. da Rimini. Violinista, compositore, editore nell’Europa del Settecento, Lucca 2012 (con catalogo tematico = BCT). Della letteratura precedente si citano qui i titoli principali e quelli richiamati nella presente voce: F.W. Marpurg, Kritische Briefe über die Tonkunst, II, Berlin 1763, pp. 475 s.; F.-J. Fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique, VIII, Paris 1875, pp. 204 s.; J. de Beyer, Journal [...] over de jaren, 1743-1767, a cura di H.D.J. van Schevichaven, Arnhem 1906; G. Cucuel, Quelques documents sur la librairie musicale au XVIIIe siècle, in Sammelbände der Internationalen Musikgesellschaft, XIII (1912), pp. 385-392; G.W. Kernkamp, Johann Beckmann’s dagboek van zijne reis door Nederland in 1762, in Bijdragen en Mededeelingen van het Historisch Genootschap, XXXIII (1912), pp. 437 s.; A. Moser, Geschichte des Violinspiels, a cura di H.-J. Nösselt, Berlin 1923, pp. 208 s.; M. Pincherle, Antonio Vivaldi et la musique instrumentale, Paris 1948, p. 114; A. Dunning, Some notes on the biography of C. T. and his musical grammar, in Studien zur Musikwissenschaft, XXV (1962), pp. 115-122; A. Devriès-Lesure, Édition et commerce de la musique gravée à Paris dans la première moitié du XVIIIe siècle, Genève 1976, ad ind.; R. Rasch, I manoscritti musicali nel lascito di Michel-Charles Le Cène (1743), in Intorno a Locatelli, a cura di A. Dunning, I, Lucca 1995, pp. 39-70; M. Cornaz, L’édition et la diffusion de la musique à Bruxelles au XVIIIe siècle, Bruxelles 2001, pp. 191-195; A. Koole - A. Dunning, T., C., in The new Grove dictionary of music and musicians, XXV, London-New York 2001, pp. 312 s.; G. Rostirolla, Il “Mondo novo” musicale di Pier Leone Ghezzi, Milano 2001, pp. 189, 384; J. Spáčilová, Hudba na dvoře olomouckého biskupa Schrattenbacha (1711-1738). Příspěvek k libretistice barokní opery a oratoria, diss., Università Masaryk, Brno 2006, pp. 191 s.; P. Besutti, T., Albinoni, Vivaldi e i concerti per intermezzo al “Pimpinone”, in «Musica se extendit ad omnia». Studi in onore di Alberto Basso, a cura di R. Moffa - S. Saccomani, Lucca 2007, pp. 376-396; Ead., On the way to France, trade and stylistic awareness: C. T., in Locatelli and the violin. Bravura tradition, a cura di F. Morabito, Turnhout 2015, pp. 131-152; K. Pietschmann - A. Dunning, T. C., in MGG Online, 5 maggio 2017, https://www.mgg-online.com/mgg/stable/ 49249 (11 marzo 2019); P. Besutti, T. C., in Dizionario degli editori musicali italiani, a cura di B.M. Antolini, Pisa-Roma, in corso di stampa.
Si ringrazia Paolo Righini per aver condiviso ricerche archivistiche successive al 2012.