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SFORZA, Carlo

di Walter Maturi - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
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SFORZA, Carlo (XXXI, p. 575)

Walter Maturi

Nell'esilio trascorso in Francia, Belgio, Inghilterra, Stati Uniti, lo S. si dette a un'intensa attività pubblicistica, avversatissimo dalle correnti fascistiche.

Aveva già fatto pubblicare, da A. Giannini, Il trattato di Rapallo al Parlamento italiano, Roma 1921, e Un anno di politica estera, Roma 1921, e aveva già posto sotto le grandi ali di Mazzini la sua politica estera (Pensiero e azione d'una politica estera italiana, 1924; Le più belle pagine di Mazzini, a cura di C. S., Milano 1924). All'estero continuò la lotta contro le dittature fasciste e le classi conservatrici franco-inglesi che le spalleggiavano (Diplomatic Europe after the Treaty of Versailles, Londra 1929; European Dictatorships, ivi 1930; L'ame italienne, Parigi 1933; Europe and Europeans, Indianapolis 1936; Machiavelli, New York 1940; Dictateurs et dictatures, Parigi 1941; Illusions et réalités de l'Europe, Neuchâtel 1942; Contemporary Italy, New York 1942; Italians as they are, ivi 1943).

Attraverso la polemica antinazionalistica, prese corpo in lui da un lato l'ideale degli Stati Uniti d' Europa, dall'altro la critica al concetto delle assolute sovranità nazionali al disopra delle quali non vi fosse "che Dio e la spada del vincitore": al principio della indipendenza contrappose quello dell'interdipendenza delle nazioni europee. Nello stesso tempo pubblicava due libri interessanti sulla Cina (L'énigme chinoise, Parigi 1928) e sulla Iugoslavia (Pachitch et l'union de Yougoslavie, 1942). Passato negli Stati Uniti dopo la caduta della Francia, ebbe parte assai attiva, benché non indiscussa, nel movimento "Italia libera". Tornato in Italia il 18 ottobre 1943, ingaggiò subito alla testa delle forze antifasciste una dura lotta per l'immediata abdicazione del re Vittorio Emanuele III; in seguito alla presa di posizione di P. Togliatti, favorevole alla collaborazione col governo regio, e al successivo compromesso istituzionale suggerito da E. De Nicola, entrò come ministro senza portafoglio in un gabinetto di coalizione nazionale (aprile-giugno 1944). Liberata Roma, continuò ad essere ministro senza portafoglio nei due gabinetti Bonomi (giugno 1944-giugno 1945) e divenne alto commissario per le sanzioni contro il fascismo (6 giugno 1944). Il veto di Churchill gl'impedì di essere nominato ministro degli Affari esteri nel gabinetto Parri (giugno 1945), ma, mutata la situazione estera ed interna, resse il Ministero degli affari esteri col terzo ministero De Gasperi (2 febbraio 1947).

Fatto approvare (luglio 1947) dalla Costituente il trattato di pace con le potenze alleate, firmato il 10 febbraio, lo S. accolse l'invito ad aderire al Piano Marshall, nel quale egli vide il primo passo verso l'auspicata unione europea: "L' Italia ha tutto da guadagnare e niente da perdere col divenire araldo dell'ideale europeo; essa dovrebbe proclamarsene il Piemonte" (L'Italia alle soglie dell'Europa, Milano 1947, p. 113). In questa direttiva si è inquadrata la sua azione rivolta a raggiungere questo obiettivo per gradi successivi: così, in connessione con i contatti in seno all'OECE per l'applicazione del Piano Marshall, fra il 20 marzo 1948 (incontro di Torino con Bidault) e il 26 marzo 1949 (incontro di Parigi con Schuman) ha recato a conclusione un accordo per l'Unione doganale italo-francese. E per creare le premesse di una revisione del trattato di pace (raggiunta in parte nelle clausole navali, per le riparazioni ecc.) e per il ritorno dell'Italia in Africa, è riuscito a togliere il paese dall'isolamento politico con l'adesione dell'Italia al Patto Atlantico (fine di marzo 1949) e i colloqui di Washington (marzo-aprile 1949). Non ha tralasciato, d'altra parte, di venire ad accordi con l'URSS sulle riparazioni di guerra e sui rapporti commerciali (dicembre 1948). È stato presidente della Consulta nazionale (1945-46); è senatore di diritto dall'aprile 1948.

In Italia lo S. ha pubblicato, in questi ultimi tempi: L'Italia dal 1914 al 1944 quale io la vidi, Milano 1944; Costruttori e distruttori, Roma 1945; Panorama europeo, Roma 1945; Iugoslavia, Milano 1948; O federazione europea o nuove guerre, Firenze 1948.

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