Sforza, Carlo
Diplomatico e politico (Montignoso 1872-Roma 1952). Entrato in diplomazia dal 1896, capo di gabinetto del ministro degli Esteri A. di San Giuliano (1910), fu ministro plenipotenziario in Cina (1911-15) e rappresentante dell’Italia in Serbia (1915-18). Senatore dal 1919, sottosegretario (1919-20) e poi ministro degli Esteri (1920-21), ebbe un ruolo decisivo nella firma del Trattato di Rapallo con la Iugoslavia (1920). Nominato ambasciatore a Parigi nel 1922, si dimise subito dopo l’avvento del fascismo, avvicinandosi all’Unione democratica nazionale di G. Amendola. Nel 1927 fu costretto a lasciare l’Italia e a iniziare un lungo esilio, che lo portò in Francia, Belgio, Gran Bretagna e Stati Uniti, dove fu tra i promotori della Mazzini society. Nel corso di questi anni S. si dedicò all’attività pubblicistica: Diplomatic Europe after the treaty of Versailles (1929); European dictatorships (1930); Europe and Europeans (1936); Illusions et réalité de l’Europe (1942); Italians as they are (1943). Tornato in Italia nel 1943 e schieratosi per l’immediata abdicazione di Vittorio Emanuele III, fu ministro senza portafoglio (1944), presidente della Consulta nazionale (1945-46) e deputato alla Costituente nelle file repubblicane (1946). Senatore di diritto (1948), dal 1947 al 1951 ricoprì la carica di ministro degli Esteri, impegnandosi per la ratifica del trattato di pace e per l’inserimento dell’Italia nell’alleanza occidentale; fu ministro senza portafoglio dal 1951. Tra i suoi scritti: L’Italia dal 1914 al 1944 quale io la vidi (1944); Costruttori e distruttori (1945); O federazione europea o nuove guerre (1948); Cinque anni a palazzo Chigi (1952).