• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

RUBBIA, Carlo

di Marco Rossi - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1994)
  • Condividi

RUBBIA, Carlo

Marco Rossi

Fisico italiano, nato a Gorizia il 31 marzo 1934. Terminato il liceo a Pisa, dopo un breve periodo di studi d'ingegneria presso il politecnico di Milano, ha frequentato la Scuola Normale Superiore ove si è laureato in fisica nel 1956. In seguito ha lavorato presso la Columbia University di New York (1958-59) e presso l'università ''La Sapienza'' di Roma (1960). Nello stesso anno è divenuto ricercatore al CERN di Ginevra. Dal 1971 al 1988 è stato anche professore di Fisica presso l'università di Harvard. Negli anni 1990-93 è stato direttore generale del CERN (Centro Europeo per le Ricerche Nucleari). R. fa parte di numerose accademie, quali la American Academy of Arts and Science, la Royal Society di Londra, l'Accademia Pontificia; dal 1985 è socio onorario dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Tra i numerosi riconoscimenti attribuitigli, si citano la medaglia d'oro della Società Italiana di Fisica e il Leslie Price, e alcune lauree honoris causa, tra cui quelle alle università di Genova, Ginevra e Udine. Nel 1984 gli è stato conferito il premio Nobel per la fisica assieme a S. Van Der Meer.

La sua attività di ricerca si è rivolta allo studio delle particelle elementari e in particolare allo studio delle interazioni deboli. Con un gruppo di scienziati ha condotto, presso il Fermilab di Chicago, esperienze con fasci di neutrini per l'individuazione delle correnti neutre, dando un contributo determinante per la loro evidenza. L'osservazione di questi fenomeni è fondamentale per fornire un'indiretta conferma alle teorie sviluppate da S.L. Glashow, S. Weinberg e A. Salam alla fine degli anni Sessanta, volte a comprendere in un'unica trattazione teorica le forze elettromagnetiche e le forze cosiddette deboli. Per confermare l'equivalenza sostanziale delle forze elettromagnetiche e quelle nucleari deboli occorreva dimostrare che, come il fotone − bosone di natura duale corpuscolare e ondulatoria di massa nulla − costituisce per le forze elettromagnetiche l'unità quantica di scambio nelle interazioni, altrettanto dovevano esistere dei bosoni intermedi W e Z° che trasmettessero le interazioni deboli. Tuttavia queste ultime particelle, secondo il modello standard proposto nella seconda metà degli anni Sessanta, dovevano possedere una massa molto elevata, pari a circa 100 volte quella del protone, e una vita ridotta a 10−18 secondi. Il valore così elevato della massa spiega tra l'altro perché le interazioni deboli hanno un raggio di azione tanto limitato.

È merito di R. aver indicato la via diretta per arrivare all'osservazione di questi bosoni: è infatti sua la proposta di modificare il superprotosincrotone del CERN, macchina concepita per operare su un bersaglio fisso, in modo da generare collisioni tra protoni e antiprotoni in un singolo anello acceleratore (v. anche bosone intermedio, in questa Appendice). La conversione della macchina, ultimata nel 1981, ha così permesso di realizzare quelle energie d'urto (dell'ordine dei 300 GeV per fascio) sufficienti per la creazione di particelle così massive come sono i bosoni intermedi W e Z°. Attraverso lo studio di un enorme numero di collisioni si sono potuti identificare, dall'analisi dei prodotti di decadimento, quegli eventi rari che fornivano evidenza dell'esistenza dei W e Z°. Nel 1983 il gruppo di scienziati del CERN diretto da R. fu così in grado di annunciare l'importante scoperta che confermava definitivamente l'unificazione teorica delle forze elettromagnetiche e di quelle nucleari deboli, descritta dal cosiddetto standard model. I risultati hanno indicato la massa di W e Z° con una precisione sui valori attesi che ha sbalordito l'intera comunità scientifica. Questa scoperta ha portato R. e Van Der Meer (fisico ingegnere olandese, che ha brillantemente risolto con il metodo detto del raffreddamento stocastico il problema della collimazione dei fasci di antiprotoni) a ottenere il premio Nobel. Nella presentazione ufficiale del premio fatta dal fisico G. Ekspong dell'Accademia delle Scienze svedese si legge: "Un vecchio sogno è stato realizzato quando al CERN sono stati scoperti i W e lo Z°, il sogno di una comprensione migliore delle interazioni deboli... La scoperta del W e Z° costituirà nella storia della fisica quello che sono state la scoperta delle onde radio e del fotone di luce, messaggero dell'elettromagnetismo".

L'attività di ricerca molto intensa ha portato R. a occuparsi anche di altri problemi, come per es. la fusione nucleare inerziale e la ricerca del sesto quark, comunemente denominato ''top''. In tempi più recenti, R. si è particolarmente impegnato nell'individuazione e lo studio dei neutrini provenienti dal Sole o da altre stelle più lontane, e nella verifica della stabilità del protone.

Vedi anche
CERN Sigla di Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire, ente internazionale istituito con convenzione firmata a Parigi il 1° luglio 1953 fra 12 Stati europei (tra cui l’Italia) allo scopo di promuovere ricerche di fisica nucleare e subnucleare. Attualmente è denominato Organisation européenne pour la ... interazioni deboli Uno dei 4 tipi di interazioni fondamentali tra particelle elementari (forti, elettromagnetiche, deboli, interazioni e gravitazionali) alle quali si possono ricondurre tutti i fenomeni fisici osservati. Derivano il loro nome dall’intensità delle forze corrispondenti, di gran lunga inferiore a quella delle ... bosone Dal nome del fisico indiano S.N. Bose, ogni particella che ubbidisce alla statistica di Bose-Einstein (➔ statistica), come per es., i mesoni π, K, ρ..., il fotone ecc. Sono bosone tutte le particelle che hanno spin intero o nullo. ● bosone di Goldstone Particelle o quasi-particelle di massa nulla che, ... Simon van der Meer Fisico e ingegnere olandese (L'Aia 1925 - Ginevra 2011); ha lavorato inizialmente presso i laboratorî di ricerca Philips e nel 1956 è entrato a far parte del CERN di Ginevra dove è rimasto fino al 1990. Premio Nobel per la fisica nel 1984, insieme con C. Rubbia, per il decisivo contributo da lui dato ...
Tag
  • ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI
  • SOCIETÀ ITALIANA DI FISICA
  • SCUOLA NORMALE SUPERIORE
  • UNIVERSITÀ DI HARVARD
  • PARTICELLE ELEMENTARI
Altri risultati per RUBBIA, Carlo
  • Rùbbia, Carlo
    Enciclopedia on line
    Fisico italiano (n. Gorizia 1934); dopo aver lavorato presso la Columbia University di New York (1958-59) e l'univ. La Sapienza di Roma (1960), è divenuto ricercatore al CERN di Ginevra. Dal 1971 al 1988 è stato anche prof. di fisica presso la Harvard University. Negli anni 1990-93 è stato direttore ...
  • Rubbia, Carlo
    Enciclopedia dei ragazzi (2006)
    Giuditta Parolini Cacciatore di particelle Il fisico italiano Carlo Rubbia deve la propria fama alla scoperta – realizzata al CERN di Ginevra nel 1983 – delle particelle W+, W- e Z0 responsabili dell’interazione debole. Per tale scoperta ha ricevuto il premio Nobel per la Fisica nel 1984. Da sempre ...
  • Rubbia Carlo
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    Rùbbia Carlo [STF] (n. Gorizia 1934) Fisico nel CERN di Ginevra (1960); nel 1984 ha avuto il premio Nobel per la fisica, insieme con S. van der Meer, per l'osservazione dei bosoni intermedi W e Z: v. particelle elementari: IV 481 a.
Vocabolario
rùbbio
rubbio rùbbio (raro rùbio) s. m. [prob. dall’arabo rub῾, propr. «un quarto»] (pl. rubbî, non com. le rubbia). – 1. Antica unità di misura di capacità per aridi, usata prima dell’adozione del sistema metrico decimale nell’Italia Centrale,...
rubbo
rubbo s. m. [lo stesso etimo di rubbio]. – Antica unità di misura italiana di massa e peso, usata prima dell’adozione del sistema metrico decimale: a Milano valeva 8,170 kg, a Genova 7,919, a Piacenza 7,938, a Torino 9,222.
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali