DATI, Carlo Roberto
Letterato, filosofo e scienziato, nato a Firenze nel 1619 e ivi morto nel 1676. Ebbe a maestri Pier Vettori il Giovane, G.B. Doni, Galileo Galilei, ed Evangelista Torricelli; per volere del padre imparò anche l'arte del battiloro. Attendeva anche agli studî e frequentava le conversazioni dei dotti, specialmente quella in casa di Agostino Coltellini, dove nel 1638 lesse una lezione sul battiloro, che poi recitò all'Accademia Fiorentina, una delle molte nelle quali fu accolto. Dopo che succedette nel 1647 a G. Doni nella cattedra di lettere greche e latine dello studio fiorentino, il suo valore fu riconosciuto anche fuori d'Italia, tanto che Luigi XIV gli dimostrò ripetutamente la sua considerazione. Fu membro dell'Accademia della Crusca e segretario dal 1663; lavorò con grande alacrità alla 3ª edizione del Vocabolario deliberata nel 1650. Contribuì anche allo studio della lingua, iniziando la compilazione di un Etimologico toscano rimasto in tronco alla pubblicazione delle Origini del Menagio, mettendo insieme una raccolta di Prose fiorentine (Firenze 1661) e curando l'edizione della prima parte delle osservazioni sulla lingua italiana di Marcantonio Mambelli (Cinonio), impresa quest'ultima che abbandonò a mezzo per aver Daniello Bartoli insinuato che volesse dar quell'opera per sua. Delle proprie fatiche intorno alla lingua il D. dava ragione in un Discorso dell'obbligo di ben parlare la propria lingua (Firenze 1657).
Ingegno versatile, trattò disparati argomenti con eguale competenza. Scrisse da dilettante di buon gusto poesie encomiastiche, morali, religiose, volgari e latine; raccolse facezie, brevi narrazioni di casi lieti e di beffe (Lepidezze di spiriti bizzarri e curiosi avvenimenti, Firenze 1829). I suoi scritti scientifici sono: Dissertazione sull'utilità e il diletto che recò la geometria (Firenze 1658); Discorso sopra Saturno (Firenze 1660); Della vera storia della cicloide e della famosissima esperienza dell'argento vivo (Firenze 1663); Lettera..... sulla natura del freddo, e due Veglie (Firenze 1814), l'una sull'invenzione degli occhiali e l'altra sul cedrarancio. Ma il D. è più noto per le Vite di quattro pittori antichi, Apelle, Parrasio, Protogene e Zeusi (Firenze 1667); opera che se ha scarso valore storico e critico, resta un modello di stile narrativo e di purissima lingua.
Bibl.: G. Andreini, La vita e l'opera di C.R.D., Firenze 1913.