MATTIOLI, Carlo
– Nacque a Modena l’8 maggio 1911 da Antonio e da Bruna Grazia.
Compì il suo primo apprendistato presso il nonno Carlo, pittore d’interni. Dal 1924 frequentò prima l’istituto d’arte Venturi di Modena, per terminare poi gli studi al Toschi di Parma, dove con la sua famiglia si stabilì nel 1925. Diplomatosi, intraprese la carriera di insegnante di disegno trasferendosi, nel biennio 1935-36, ad Arezzo; fu nuovamente in Emilia dal 1937 (eccetto un breve periodo trascorso in Istria alla fine degli anni Trenta) e lì conobbe e sposò Lina Dotti, dalla quale ebbe la figlia Marcella. Diede inizio alla sua carriera di pittore nel 1938, aprendo un proprio studio in via S. Nicolò a Parma, città alla quale rimase sempre legato, sebbene impegnato, negli anni a venire, in mostre permanenti e itineranti nell’Italia settentrionale e centrale (C.M. Opere, p. 106).
Alla sua prima fase pittorica, quella degli anni Trenta e Quaranta, si possono ascrivere alcuni ritratti (tra i quali Ritratto di Lina del 1938 e Ritratto di Marcella del 1943, entrambi a Parma, collezione dell’Archivio Carlo Mattioli) e un certo numero di tele con nudi, quali Studio di nudo del 1933, presentato in occasione del IV Centenario ariostesco tenutosi presso il palazzo dei Diamanti a Ferrara (Pasquali, p. 363), e Nudo del 1944, in collezione privata (La pittura in Italia. Il Novecento/1, II, p. 964): soggetti e figure costanti nel repertorio iconografico del M. e che saranno parte integrante del suo primo padiglione alla XXII Biennale di Venezia nel 1940. Al 1941 risalgono disegni con soggetti biblici come Caino e Abele, due esemplari di Deposizione, una Crocifissione e un Battesimo di Cristo a colori (tutte conservate a Parma nella collezione dell’Archivio Mattioli), la cui data di esecuzione rimane sconosciuta, ma che può essere presumibilmente ascritta a questi primi tempi per affinità di soggetto.
Il M. strinse amicizia con molti letterati e artisti della città di Parma, che negli anni Quaranta vedeva anche il passaggio di importanti poeti come Mario Luzi e Attilio Bertolucci, ai quali il pittore rimase costantemente legato. Gli incontri con i critici e studiosi Oreste Macrì e Giacinto Spagnoletti gli permisero di farsi conoscere e di realizzare, nel 1943, la sua prima personale presso la galleria del Fiore di Firenze, tenuta a battesimo da Ottone Rosai e presentata da Alessandro Parronchi. Nel 1949 la città di Modena celebrò il M. con una mostra alla galleria la Saletta, dove espose, tra le altre opere, il Ritratto del poeta Bertolucci del 1948 (di cui non si ha notizia, ma la cui esistenza è comprovata dal catalogo). La stagione delle grandi esposizioni, sebbene non sempre personali, continuò nel 1950 nella galleria la Strozzina a Firenze e al Circolo di lettura e conversazione di Parma.
Gli anni del dopoguerra videro il M. avvicinarsi alle tematiche pittoriche di P. Picasso (Quintavalle), realizzate perlopiù attraverso nudi e paesaggi, gli stessi con cui concorse alla Biennale di Venezia del 1956 conquistando il favore della commissione giudicatrice, presieduta da Roberto Longhi, e aggiudicandosi il premio internazionale per il disegno (partecipò anche alle due precedenti edizioni, la XXVI e la XXVII, degli anni 1952 e 1954). Nello stesso anno fu premiato alla VII Quadriennale di Roma, a cui prese parte per una seconda volta nel 1960. Espose nuovamente presso la galleria del Fiore a Firenze nel 1957 e nella Sala della cultura a Modena nel 1960.
Prolifica e costante fu anche l’attività grafica del M., intrapresa sin dagli inizi degli anni Quaranta.
La passione per la letteratura lo portò, infatti, a illustrare opere di Stendhal (Vanina Vanini, Cerastico, Milano 1970, con prefazione di G.C. Vigorelli, e La chartreuse de Parme, Azzoni, Parma 1977 con prefazione di V. Del Litto), gli Epigrammi erotici dall’Antologia Palatina (Neri Pozza, Milano 1963), il Belfagor di N. Macchiavelli (Cerastico, ibid. 1967), il Canzoniere di F. Petrarca (Fogola, Torino 1968, a cura di G. Barberi Squarotti), la Veneziana di un anonimo del Cinquecento (Cerastico, Milano 1968), le Cinque novelle di G. Sermini (stampato per I Cento amici del libro, 1970), gli Studi per i Canti di Giacomo Leopardi e Donna Rosita nubile di F. García Lorca (editi da Il Bulino a Modena nel 1985 e nel 1986-87). Inoltre lavorò alla sezione grafica di opere non edite quali, per esempio, La donna senz’ombra di H. von Hofmannsthal e La ragazza dagli occhi d’oro di H. de Balzac nel biennio 1944-45, I Ragionamenti di P. Aretino nel 1945-46, la Divina Commedia (Inferno, XI-XII; Purgatorio, XI) dal 1959 al 1964.
Nel 1961 il M. espose le illustrazioni della Vanina Vanini di Stendhal nella galleria La Ruota a Parma, mentre l’anno successivo partecipò nuovamente alla XXXI Biennale di Venezia. Nel 1964 venne insignito del premio Fiorino alla XV Mostra nazionale di Firenze.
Nel primo quinquennio degli anni Sessanta il M. si dedicò quasi interamente alla figurazione del nudo femminile: i risultati furono esposti, nel 1965, nella galleria Cavour a Milano, in quella Dantesca di Torino, nella galleria La Strozzina di Firenze e all’Istituto di storia dell’arte dell’Università di Pisa; lo stesso istituto curò, nel 1966, una mostra itinerante che permise alla produzione di M. di essere dislocata nelle principali città toscane; nello stesso anno il suo catalogo più recente fu esposto a Bologna nello Studio di arte grafica, a Roma nella galleria La Borgognona e a Salerno nella galleria L’Incontro.
Tra il 1967 e il 1968 il M. spostò progressivamente l’attenzione sulla natura morta, soffermandosi in particolar modo sull’analisi del Canestro di frutta del Caravaggio (Michelangelo Merisi). Nel 1968 il ciclo di tavole che ne ricavò fu presentato alla XXXIV Biennale di Venezia: nell’anno della contestazione studentesca, che coinvolse inevitabilmente anche la manifestazione veneziana, il M. fu costretto ad allontanarsi temporaneamente dalla laguna, pensando di potervi fare ritorno successivamente; in realtà, la sua assenza, per il movimento di protesta, divenne un buon pretesto per occupare il padiglione assegnatogli (C.M. Opere, p. 107).
Nel 1970 Roberto Tassi allestì nelle Scuderie farnesiane della Pilotta a Parma la prima mostra antologica del percorso artistico del M. (centoquarantasei dipinti realizzati dal 1939 insieme con carboncini, sanguigne e tempere); la medesima selezione di lavori nel 1971 trovò luogo espositivo a Carrara nell’Accademia di belle arti.
Gli anni Settanta segnarono un punto di svolta nella produzione del M. che, abbandonate le tematiche precedenti, legate al nudo e alla natura morta, si rivolse alla pittura di paesaggio.
A tale periodo risale infatti una copiosa sequela di tele con notturni e spiagge (Notturno sulla spiaggia del 1974 e Sera in Versilia del 1978, entrambi a Reggio Emilia, collezione Gianfranco Rossi), campi di papaveri e lavande (Papaveri ai bordi della Versiliana del 1974: Parma, collezione dell’Archivio Mattioli; Papaveri ai bordi della Versiliana del 1974-75: Reggio Emilia, collezione Gianfranco Rossi; Papaveri in Versilia del 1975: Venezia, collezione della Biennale; Campo di lavande del 1980: Reggio Emilia, collezione Gianfranco Rossi), canali (Aigues-Mortes del 1978, anch’esso nella collezione Gianfranco Rossi). Tali soggetti di metafisica naturale (Frangi) saranno oggetto, almeno in parte, della rassegna allestita nella «Galleria 32» di Milano nel novembre 1978.
Dal 1975 il M. fu nuovamente autore di ritratti, dedicati in buona parte alla neonata nipote Anna, ora responsabile dell’Archivio Carlo Mattioli, sorto nel 1996 a Parma.
Tra le altre opere si ricordano Anna (1977) e Anna con il cappello del nonno (1978), entrambi presentati nel 1979 a Ivrea al Centro culturale Olivetti e ora conservati nella collezione dell’Archivio Mattioli, oltre all’Autoritratto con Anna (1982: Firenze, Uffizi), esposto a Milano, in occasione dell’antologica personale di opere dal 1944 al 1984 presso il palazzo reale. Nel 1985 il castello di San Pietro in Cerro ospitò le tavole Anna sulla poltrona (1976), Anna in rosso (1977) e Anna con la gatta (1980), anch’esse nella collezione dell’Archivio Mattioli.
Negli anni Ottanta il paesaggio del M. si arricchì di nuovi elementi figurativi, riscontrabili nelle tele con La foresta di Birnam e Paesaggio (entrambe del 1980) e in Paesaggio in primavera (1982), tutte a Reggio Emilia, collezione Gianfranco Rossi.
Sebbene continuasse a vivere a Parma, nell’ultimo periodo della sua vita il M. partecipò a numerose esposizioni non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti (a San Francisco nel 1986 e a Los Angeles nel 1987) e in Spagna, precisamente a Madrid (1988), dove propose le sue tele con paesaggi marini e spiagge realizzate nel biennio 1987-88. Nel 1989 sue opere furono presentate a Bolzano presso la Galleria d’arte moderna.
Il M. morì a Parma il 12 luglio 1994.
Durante l’arco della sua attività il M. ricevette numerosi riconoscimenti: fu nominato membro dell’Accademia Clementina, dell’Accademia nazionale di S. Luca e dell’Accademia delle arti del disegno, rispettivamente nel 1966, nel 1968 e nel 1970. Dal 1995 al 2008, inoltre, sono state allestite circa una ventina di mostre postume in Italia e una a Barcellona. Per un elenco completo delle esposizioni e relativa bibliografia si può consultare il sito ⟨www.carlomattioli.it>.
Fonti e Bibl.: A. Bertolucci, C. M.: alla Saletta (catal.), Modena 1949; B. Pincherle - R. Tassi, C. M. (catal.), Bologna 1961; C.L. Ragghianti - M. Venturoli, M.: ritratti e nudi femminili (catal.), Torino 1965; I nudi femminili di C. M. (catal.), a cura di A. Caleca - N. Lo Vullo, Firenze 1965; R. Tassi, M.: mostra antologica 1939-1970 (catal.), Parma 1970; C. M., in Arte italiana contemporanea, I, Firenze 1971, p. 352; D. Micacchi, Presente e memoria in C. M., in L’Unità, 20 nov. 1973, p. 7; La tenerezza nascosta di C. M., a cura di R. De Grada, in Giorni - Vie nuove, 16 genn. 1974, p. 9; R. De Grada, C. M. a Torino, ibid., 27 nov. 1974, p. 8; G. Frangi, Il paesaggio metafisico, in Il Sabato, 18 nov. 1978, p. 18; G. Testori, M.: le cicatrici della natura, in Corriere della sera, 29 ott. 1978, p. 12; L. Carluccio, C. M. Ritratti per una bambina, in Panorama, 8 maggio 1979, p. 16; A. Sala, Le cime dorate, i prati e le ombre di C. M., in Corriere della sera, 21 ott. 1979, p. 12; A.C. Quintavalle, C. M. Museo della Basilica di S. Francesco di Assisi. 25 aprile - 25 settembre, in Panorama, 11 ag. 1980, pp. 17 s.; G. Garboli, C. M. I ritratti, Bologna 1981; A. Sala, La pittura lirica di M., in Corriere della sera, 16 maggio 1984, p. 15; C. Spadoni, I lunghi cicli solitari di C. M., in Il Resto del carlino, 16 maggio 1984, p. 3; C. M. Opere dal 1970 al 1986 (catal.), a cura di G.A. Dell’Acqua (con notizie biografiche di G. Cavazzini), Ferrara 1986; M. Pasquali, in La pittura in Italia. Il Novecento/1, 1900-1945, Milano 1992, I, pp. 363, 370 s., 378; II, pp. 964 s., tav. 526, e Il Novecento/2, 1945-1990, ibid. 1993, I, ad ind.; II, p. 776; M. Fuoco, Gli artisti modenesi alla Biennale di Venezia 1895-1993, Modena 1993, pp. 90-93; C. Giumelli - P.C. Santini, M.: i libri, Milano 1993; C. M. Paesaggi (catal.), a cura di A. Zaniboni Mattioli, Ancona 2004; G. Bianchino, C. M. e le ombre della «Chartreuse», in Allo! Paris!: il libro d’artista da Manet a Picasso nella collezione Mingardi (catal., Parma), Milano 2008, pp. 52-59; Diz. encicl. Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, VII, p. 292 tav. 431; Diz. della pittura e dei pittori (Einaudi), III, Torino 1992, pp. 553 s.