MARSUPPINI, Carlo
Umanista, nato da padre aretino a Genova nel 1398; morto a Firenze il 24 aprile 1453. Trasferitosi il padre con la famiglia a Firenze, Carlo non si mosse di là, se non nel 1430 per fuggire la pestilenza, recandosi a Rimini e a Venezia, e nel marzo del 1431 per andare con Lorenzo de' Medici a prestare omaggio al nuovo papa Eugenio IV. A Firenze ebbe maestro di latino Giovanni Malpaghini e, di greco, Guarino. Precettore dapprima di Lorenzo de' Medici e di Giovanni di Cosimo, nell'autunno del 1431 il M. fu chiamato a leggere poesia, rettorica, filosofia e greco nel pubblico Studio, e quella cattedra tenne fino a quando alla morte di L. Bruni (1444) gli succedette nella direzione della cancelleria. Periodo burrascoso per lui quello che corse dal 1431 al '35, quando contemporaneamente professava nello studio il suo rivale Francesco Filelfo, ostile al partito mediceo. Eugenio IV gli conferì il titolo di segretario pontificio onorario e Niccolò V glielo confermò.
Sappiamo che il M., uomo di vasta erudizione e memoria portentosa, emendò il testo di Silio Italico. Si conservano di lui una dotta consolatoria a Cosimo e Lorenzo de' Medici in morte della loro madre, una decina di lettere di dettato un po' dimesso; epigrammi e alcune buone elegie. Tradusse nel 1429 la Batracomiomachia, prima in prosa, poi in verso. Nel 1452 Niccolò V si rivolse al M. per una traduzione di Omero, ma il M. riuscì appena a produrre due saggi dall'Iliade, il libro I e le orazioni del IX; e glieli mandò con una lunga accompagnatoria in ben sostenuti ed eleganti esametri, dove riassume l'azione dei due poemi ed esprime il proprio entusiastico giudizio su Omero. Quanto differenti i miseri esametri lambiccati della traduzione!
Bibl.: G. Zippel, C. M. d'Arezzo (Nozze Rossi-Teiss, Trento 1897); R. Sabbadini, C. M., in Giorn. stor. letter. ital., XVII (1891), pp. 212-18; Bandini, Biblioth. Leopoldina, II, p. 439 segg.