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MAGGI, Carlo Maria

di Egidio Bellorini - Enciclopedia Italiana (1934)
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MAGGI, Carlo Maria

Egidio Bellorini

Nacque a Milano, di famiglia agiata, l'8 maggio 1630; si laureò in legge a Bologna e quindi, dopo qualche viaggio in varie parti d'Italia, si stabilì in patria, dove si ammogliò, ebbe molti figli e visse fino al 22 aprile 1699, circondato dalla stima dei concittadini che ne apprezzavano la dottrina e la rettitudine con la quale tenne gl'importanti uffici di segretario del Senato, di insegnante di lettere latine e greche nelle scuole palatine, di curatore dei confini e di soprintendente all'università di Pavia.

Grande fama, in patria e fuori, gli procacciarono le opere letterarie per le quali ebbe alti onori e grandi lodi e fu fatto membro di molte accademie, tra cui la Crusca e l'Arcadia. Da giovane compose varî melodrammi, che poi rifiutò (Augusto in Egitto, Bianca di Castiglia, ecc.). Scrisse pure prologhi, intermezzi, scene varie, La Griselda, tragedia derivata dalla novella del Boccaccio, due drammi sacri, Teopisto, e Il ritorno d'Azoto (che rifà la parabola del figliuol prodigo), la Ifigenia derivata da Euripide e la Troade derivata da Seneca. Ma di tutte le sue produzioni teatrali si ricordano specialmente le commedie in versi, nelle quali alcuni personaggi parlano in dialetto milanese: Il Mancomale, Il barone di Birbanza, I consigli di Meneghino, Il falso filosofo. Le compose negli ultimi anni di vita. Pregevoli per scene e personaggi presentati con grande vivezza, queste commedie ebbero il merito di rendere popolare la figura di Meneghino, divenuto poi la maschera milanese. Il M. compose anche liriche in latino, in greco e in spagnolo, e molte in italiano, tra le quali non poche di soggetto morale e religioso. Cominciò seguendo il gusto del suo tempo per le ampollosità e le sottigliezze; poi andò via via correggendosene, e la sua fama di poeta fu così grande ai suoi giorni, che il Muratori non dubitò di paragonarlo a Dante e al Petrarca. Oggi egli ci appare verseggiatore corretto, ma freddo, di scarsa originalità, e se ne ricordano quasi soltanto le liriche ispirategli dall'amor di patria, quantunque non escano generalmente dai soliti luoghi comuni. Più vive sono le poesie burlesche, parecchie delle quali in dialetto. In prosa scrisse orazioni latine e italiane, molte lettere e la traduzione dal francese di due libretti spirituali, i Sentimenti di pietà e Il ritiramento delle dame. A quest'ultimo egli aggiunse, come appendice, alcuni suoi Trattenimenti per le dame (Milano 1687).

Ediz.: La raccolta più ampia delle sue opere è quella curata da L. A. Muratori (Milano 1700), che comprende rime varie, lettere familiari e altri scritti. Nello stesso anno si pubblicarono a Venezia anche le sue scritture dialettali ristampate poi col titolo di Commedie e rime in lingua milanese (Milano 1701). Nel 1728 si raccolsero i componimenti latini negli Anecdota postuma miscellanea. A. Cipollini, con uno studio sull'autore (Milano 1900) diede una Scelta di poesie e prose edite e inedite.

Bibl.: Muratori, nell'introduzione alla cit. ediz.; E. De Marchi, C. M. M., Saggio, Milano 1885 e 1930; A. Cipollini, I mss. milanesi e le poesie inedite mondane e sacre di C. M. M., Milano 1895; id., C. M. M. e le Consulte inedite, Milano 1899; F. Barbieri, Le rime e le commedie meneghine di C. M. M., Milano 1917; L. Medici e G. A. Maggi, C. M. M., Milano 1930.

Vedi anche
Domenico Balestrièri Balestrièri, Domenico. - Poeta dialettale (Milano 1714 - ivi 1780). Fu amico del Parini e col marchese Imbonati fu tra i restauratori dell'Accademia dei Trasformati. Le sue doti sono un'arguzia serena e una felicità di tono mirabili. Del 1741 è la raccolta da lui curata, Lagrime in morte di un gatto, ... Francesco de Lemène Lemène, Francesco de (in Arcadia Arezio Galeate). - Poeta (Lodi 1634 - ivi 1704). Di nobile famiglia, ebbe notevoli incarichi politici (fu ambasciatore a Vienna e ministro della città di Lodi residente a Milano). Autore di un poema burlesco (Della discendenza e nobiltà de' maccheroni, 1654), diede il ... Tommaso Cèva Cèva, Tommaso. - Gesuita, matematico e poeta (Milano 1648 - ivi 1737), fratello di Giovanni; combatté dal punto di vista scolastico le filosofie del suo tempo in 8 dissertazioni, in eleganti esametri, Philosophia novo-antiqua (1704); compose un poema in 9 libri di esametri sull'infanzia di Gesù, Jesus ... Dante Isèlla Isèlla ‹iʃ-›, Dante. - Filologo e storico della letteratura italiana (Varese 1922 - ivi 2007); prof. all'univ. di Catania, poi in quella di Pavia e in seguito al politecnico di Zurigo. Ha indirizzato i suoi preminenti interessi filologici e critici verso scrittori lombardi come C. M. Maggi (ed. critica ...
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  • Maggi, Carlo Maria
    Enciclopedia on line
    Poeta (Milano 1630 - ivi 1699). Segretario del senato, curatore dei confini, professore di latino e greco nelle scuole palatine, soprintendente all'università di Pavia, membro della Crusca e dell'Arcadia. Fu ritenuto ai suoi tempi poeta sommo: in realtà fu solo un poeta corretto, lontano nelle sue cose ...
  • MAGGI, Carlo Maria
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 67 (2006)
    Emanuela Bufacchi Nacque a Milano il 3 maggio 1630 da Giovanni Battista, di un'antica famiglia della borghesia milanese, e Angela Riva. L'anno di nascita del M. fu segnato da un avvenimento tristemente noto: la terribile e famosa pestilenza immortalata da A. Manzoni nei Promessi sposi, che spopolò ...
Vocabolario
carlo
carlo s. m. – Denominazione generica di monete emesse da sovrani di nome Carlo; fu data allo scudo (filippo) di Carlo II re di Spagna e dell’imperatore Carlo VI, e a una moneta d’oro del valore di 5 talleri di Carlo duca di Brunswick....
san Carlo
san Carlo locuz. usata come s. m. (pl. san Carli). – Moneta d’argento con il tipo di s. Carlo emessa da Carlo Emanuele I duca di Savoia nel 1614, del valore di 9 fiorini, aumentato via via negli anni seguenti (nel 1630 era superiore di...
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